Prologo
Aria
sorgiva ad
intessersi con gli occhi
di
Alessia lungo le
alberate del mattino:
accende
il computer
il vetro specchia
il mare.
Scrive
con mano affilata la ragazza
parole
di libertà: oggi il liceo tecnico è chiuso
per lo
sciopero (il file
si chiama danza),
ho
paura di essere rimasta incinta,
non
mi vengono, ritardo di tre giorni
e
ironia della sorte alla radio ho sentito
la canzone di Madonna sulle gravidanze
indesiderate
e
ragazza
Alessia nel
mentre di un bianco
di luna
nel cielo
di Napoli,
ancora
attende il
sangue la speranza
di un
rosso su
assorbente e fa la doccia
sconvolta
poi si
veste apre danza e scrive
con
incerta grafia
stellante molto agitata
(ha
bevuto cinque
tazze di caffè): non ho
il
coraggio di dirlo né a Giovanni né
ai
miei, ma se sono incinta il bambino
nascerà
e sarò una brava baby mamma
spero
solo che non me lo levino
gli
assistenti sociali.
Nel
mentre di
un’arancia di tramonto
Alessia
tra le
spire del piumone caldo
sogna se
stessa con
una bambina di cinque
anni
contati come
semi e a fotografarle
Giovanni
allegro
nell’afa stellante
di un
agosto a
Ischia. Attimi di limbo e
Alessia
si veste
esce di casa,
va a
comprare
nell’asettico spessore
di una
farmacia un
test di gravidanza:
ha le
lacrime agli
occhi nel tremare
e
c’è vento::
sorride il farmacista
e nel
chiarore
della sera si ricompone
il
profitto di una
vita.
Nel
telefonare a
Giovanni trema al
telefono
la mano
bianca (e se mi lascia?).
Giovanni
dice di
essere felice se diventa
padre e
stasera a
festeggiare la possibilità
si va al
Parco
Virgiliano a fare l’amore.
dopo
farai il test di gravidanza...
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