VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Eidola
Sonora
A cura di Emilio Piccolo

     Giovanni Pascoli
La picozza
(voce: Giuliana Lucchini)

   

Da me!... Non quando m'avviai trepido
c'era una madre che nel mio zaino
ponesse due pani
per il solitario domani.
Per me non c'era bacio né lagrima,

né caro capo chino su l'omero
a lungo, né voce
pregante, né segno di croce.
Non c'eri! E niuno vide che lacero

fuggivo gli occhi prossimi, subito,
o madre, accorato
che niuno m'avesse guardato.
Da me, da solo, solo e famelico,

per l'erta mossi rompendo ai triboli
i piedi e la mano,
piangendo, sì, forse, ma piano:
piangendo quando copriva il turbine

con il suo pianto grande il mio piccolo,
e quando il mio lutto
spariva nell'ombra del Tutto.
Ascesi senza mano che valida

mi sorreggesse, né orme ch'abili
io nuovo seguissi
su l'orlo d'esanimi abissi.
Ascesi il monte senza lo strepito

delle compagne grida. Silenzio.
Né cupi sconforti
non voce, che voci di morti.
Da me, da solo, solo con l'anima,

con la piccozza d'acciar ceruleo,
su lento, su anelo,
su sempre; spezzandoti, o gelo!
E salgo ancora, da me, facendomi

da me la scala, tacito, assiduo;
nel gelo che spezzo,
scavandomi il fine ed il mezzo.
Salgo; e non salgo, no, per discendere,

per udir crosci di mani, simili
a ghiaia che frangano,
io, io, che sentii la valanga;
ma per restare là dov'è ottimo restar,

sul puro limpido culmine,
o uomini; in alto,
pur umile: è il monte ch'è alto;
ma per restare solo con l'aquile,

ma per morire dove me placido
immerso nell'alga
vermiglia ritrovi chi salga:
e a me lo guidi, con baglior subito,

la mia piccozza d'acciar ceruleo,
che, al suolo a me scorsa,
riflette le stelle dell'Orsa.


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