No,
non è bello l’uomo
che sopravvive
al proprio dio
io, così
facilmente ferito
io,
così
facilmente ucciso
vago per
spendere o per catturare
ma nulla
mi attende
né
donna né figlio
né
un’isola dal nome itaca
io non odo
non imparo
né
comprendo chi va avanti e indietro
a destra
e a sinistra
dentro
e fuori
né
mi piace il tempo
chi vive
in orizzontale ed è senza destino
così,
come potrei mutare?
così,
come potrei dire di sapere?
le cose
vanno più o meno così
e nelle
stelle è scritto ciò che il mondo sarà
solo che
la pazienza non basta
o pensare
che moby dick tu la incontri
al
supermercato
tu non sei
achab
non sei
ismahel
e laurie
anderson può solo provarsi
a svelarti
il mistero
con le
sue scarpine rosse
questo è
il mio zaino
questa
la profezia
siamo fabbri
o sapienti o attenti al gioco
a seconda
delle circostanze
qualche
volta signori della melanconia
altre ci
sputiamo sul volto a ritmo di valzer o di salsa
vecchi
come saturno o fanciulli eterni
ma quel
giorno, il giorno della morte,
ci
sarà
il vecchio con la falce o il giovane angelo?
quando
cadremo, chi ci alzerà?
quando
avremo sete di acqua, ci sarà acqua da bere?
duro di
cuore mi dicono
come un
padre o un figlio ribelle
ma io ho
tradito gli altri e me stesso
e non ne
posso più di psicopompi e meretrici
non chiedo
né dono il perdono
e se ricordo
è per dimenticare
un re
è
morto e lunga vita a quello che viene
ma quale
silenzio mi attende quale
se non
mi interessa certo la storia clinica del mondo
né
quella di clio, visto e firmato che i fatti non cambiano
ed è
sempre pronto qualcuno che ci dona la sua saggezza
io, così
facilmente ferito
io,
così
facilmente ucciso
anch’io
vivo in un mondo di uomini
ed ho
scordato
il fato
così,
come potrei mutare?
così,
come potrei dire di sapere?
vieni, piccolo
amore, suonami qualcosa
con la
tua voce di corvo
raccontami
di chi è perfetto e cerca appoggio
entra nella
mia bocca e nella mia pancia
dammi
l’occhio
per vedere gli occhi
fammi umano
soltanto umano
fammi un
babbuino dell’alba
un gibbone
nel cuore delle stelle
ricordami
che non è bello
l’uomo
che sopravvive al suo dio
Lettura
di Maria Teresa Battaglia
e Angelo Maiello