Dal
Laboratorio Situazionista di Alba - Agosto 1959
Le macromolecole
dei colloidi hanno già fatto la loro apparizione nel campo
dell'arte,
ed anche se il poeta non è ancora stato trovato, migliaia di
artisti
si affannano a dominarle.
La grande
era delle resine è cominciata ed è con essa incominciato
l'uso della materia in movimento; la macromolecola colloidale
inciderà
profondamente sul concetto di relatività e le costanti della
materia
subiranno un definitivo tracollo; si sgretoleranno i concetti di
eternità
e di immortalità e gli affanni di eternizzazione della materia
si
ridurranno sempre più al nulla lasciando agli artisti del caos
la
gioia infinita del sempre nuovo.
Il nuovo,
concepito nell'azzardo di infinita fantasia, procurato dalle energie in
libertà che l'uomo userà al disfacimento del valore oro,
inteso questo come energia congelata dall'infame sistema bancario ormai
in decomposizione.
La società
brevettata, concepita e basata sulle idee semplici, sui gesti
elementari
degli artisti e degli scienziati ridotti in captività come i
pidocchi
dalle formiche, sta per finire; l'uomo sta esprimendo un senso
collettivo
ed uno strumento adeguato per trasmetterlo in un sistema potlatch di
doni
non pagabili se non con altre esperienze poetiche.
Può
darsi che la macchina sia lo strumento atto a creare un'arte
industriale
inflazionistica e quindi basata sull'Antibrevetto; la nuova cultura
industriale
sarà soltanto " Made in Popolo" o non sarà! Il tempo
degli
Scribi è finito.
Soltanto
una creazione e distruzione continua ed implacabile costituirà
una
ansiosa ed inutile ricerca di oggetti-cose di uso momentaneo, minando
le
basi dell'Economia, distruggendone i valori od impedendo la loro
formazione;
il sempre nuovo distruggerà la noia e l'angoscia creata dalla
schiavitù
della macchina infernale, regina del tutto-eguale; la nuova
possibilità
creerà un mondo nuovo del tutto diverso.
La quantità
e la qualità saranno fuse: sarà la civiltà del
lusso-standard
che annullerà le tradizioni.
I proverbi
non avranno più senso.
Ad esempio
il proverbio "Chi lascia la via vecchia per la nuova " ecc. sarà
sostituito da: "I proverbi dei vecchi fanno morire i giovani di fame".
Una nuova
famelica forza di dominio spingerà gli uomini verso un'epopea
inimmaginabile.
Nemmeno
l'usanza di stabilire il tempo sarà salvata.
D'ora in
avanti il tempo sarà soltanto un valore emotivo, una nuova
moneta
di choc, e sarà basato sui cambiamenti repentini dai momenti di
vita creativa e sui rarissimi momenti di noia.
Si creeranno
in sostanza degli uomini senza memoria ; uomini in continua in estasi
violenta,
in partenza sempre da un punto-zero : sarà l'ignoranza- critica
,con lontanissime radici nella lunga preistoria dell'uomo selvaggio,
mago
delle caverne.
La nuova
magia avrà come alimento più recente le faville del
grande
incendio della Biblioteca di Alessandria , che fu la sintesi della
rivoluzione
neolitica e che brucia ancora ai nostri giorni i residui delle
civiltà
urbane dei Sumeri e del nomadismo fenicio, alimentando come un incenso
inebriante le speranze dell'uomo .
Tanta sarà
la produzione artistica che le macchine , docilmente piegate ai nostri
voleri, produrrano, che non avremo nemmeno il tempo per fissarla nella
memoria: le macchine ricorderanno per noi.
Altre macchine
interverranno a distruggere determinando situazioni di non-valore :non
ci saranno più opere d'arte-campione ma scambi di aria
estatico-artistico
fra i popoli.
Il mondo
sarà la scena e la controscena di una rappresentazione continua;
la terra si trasformerà in un immenso Luna Park, creando nuove
emozioni
e nuove passioni.
Lo spettacolo
cosmico offerto dall'umanità potrà essere effettivamente
univresale e visibile nel tutto-assieme a distanza telescopica,
obbligando
l'uomo a salire per abbracciare l'intero spettacolo: le poltronissime
si
prenoteranno in Paradiso.
L'uomo è
così lanciato alla ricerca del mito.
In passato
l'epopea si poteva creare sulla terra: la mancanza di comunicazione, le
guerre, le grandi paure e la confusione di lingue e di costumi
favorivano
nel tempo le deformazioni e distorsioni della realtà:
trasformavano
l'azione, in sintesi creavano l'epopea.
Oggi un
mito si può solamente creare dove difficilmente ed in condizioni
speciali l'uomo può arrivare, o lanciandosi nel macrocosmo coi
grandi
strumenti o scendendo coi piccoli nel microcosmo.
Dovremo
perciò dipingere le strade dell'avvenire nella materia
inconoscibile,
segnare la lunga strada dei Cieli con mezzi segnalatori adeguati alle
grandiosità
delle imprese.
Dove oggi
si fanno segnali con razzi al sodio, domani useremo dei nuovi
arcobaleni,
fate morgane, aurore boreali che noi ci saremmo costruiti e gli
spogliarelli
delle costellazioni, le danze ritmiche degli asteroidi e la musica
ultrasonica
di miliardi di suoni spezzati ci renderanno momenti degni di semi
dèi.
Per tutte
queste cose o signori ancora potenti della terra, presto o tardi ci
darete
le macchine per giocare o noi le costruiremo per l'occupazione di quel
tempo-libero che voi, con insana ingordigia, pregustate di occupare
nella
banalità e nello spappolamento progressivo dei cervelli. Noi
useremo
queste macchine per dipingere le autostrade, per fabbricare i
più
fantastici ed unici tessuti, che folle gioiose vestiranno con senso
artistico
per un solo minuto.
Chilometri
di carte stampate, incise, colorate inneggeranno alle più strane
ed entusiasmanti follie.
Case di
cuoio dipinto, sbalzato, laccato, di metallo o di leghe, di resine, di
cementi vibranti costituiranno sulla terra un diseguale e continuo
momento
di choc.
Fisseremo
a nostro piacere le immagini con le macchine cine- fotografiche,
televisive,
che il genio collettivo del popolo ha creato e che voi malamente avete
sinora adoperato per concludervi nel regno assoluto della noia.
Ognuno proverà
la gioia del colore, della musica; le arie architettoniche dei gas
colorati,
dei muri caldi degli infrarossi che ci daranno l'eterna primavera:
faremo
giocare l'Uomo dalla culla alla tomba, anche la Morte non sarà
che
un gioco.
Segni poetici
colorati creeranno momenti emozionali e ci daranno l'infinita gioia del
momento magico-creativo-collettivo, piattaforma di nuovi miti e di
nuove
passioni.
Coll'automazione
non ci sarà più lavoro nel senso tradizionale e non ci
sarà
più dopolavoro ma un tempo libero per libere energie
antieconomiche.
Noi vogliamo
fondare il primo stabilimento della poesia industriale e da questo
inimmaginabile
e mostruoso parto che le macchine ci elargiranno noi creeremo a fianco
gli stabilimenti della distruzione immediata per distruggere
subitamente
i prodotti emozionali appena creerati, affinché il nostro
cervello
sia sempre immune da plagi per potersi trovare puntuali nello stato di
grazia del punto zero.
Soltanto
un popolo di artisti può sopravvivere guidato dalle sue
minoranze
geniali: i creatori di credenze.
Pinot Gallizio
Le antiche
culture ce ne danno gli esempi con la loro inflazione; tutto era unico,
e questa immensa produzione non era possibile se non con il concorso
degli
elementi popolari trascinati nelle loro opere dall'immensa poesia.
Inariditasi
la fonte poetica è breve il passo per giungere alle rovine dei
Maya,
dei cretesi, degli etruschi, ecc.
Oggi l'uomo
è parte della macchina che ha creato e che gli è negata e
ne è da essa dominato.
Bisogna
invertire questo non senso o no si avrà più creazione;
bisogna
dominare la macchina ed obbligarla al gesto unico, inutile, anti-
economico,
artistico, per creare una nuova società anti-economica ma
poetica,
magica, artistica.
Signori
potenti e simmetrici, la dissimmetria, ormai alla base della biologia
moderna,
dilaga nei campi artistici e scientifici minando alle basi il vostro
mondo
simmetrico, calcolato sugli assiomi di momenti poetici di un lontano
passato
e che ha raggiunto l'immobilità assoluta, nella Noia cristallina
del Vostro divismo.
Le ultime
creazioni artistiche moderne attuate con senso magico- profetico, vi
hanno
distrutto lo spazio; e lunghe tele chilometriche si possono ormai
tradurre
e misurare a cronometro, come films, come cinerama (venti minuti di
pittura,
trenta, un'ora).
Il tempo,
la scatola magica con la quale gli uomini delle antiche culture
agricole
regolarono le loro vitali e poetiche esperienze, si è fermato e
vi ha costretto a cambiare velocità.
Gli strumenti
base del vostro dominio: spazio e tempo, saranno giocattoli inutili
nelle
vostre mani di bambini adunchi e paralitici.
Inutili
le vostre costruzioni ideali del Superuomo e del genio; inutili i
vostri
decori, le vostre immense costruzioni urbanistiche che annoiarono le
notti
insonni di genie aristocratiche capaci solo di arrancare negli immensi
palazzi vuoti, come pippistrelli e gufi in cerca dell'immondo pasto dei
paradisi artificiali.
Inutile
e vano fu nei secoli il vostro urbanesimo, perché soltanto a voi
e per voi il popolo aveva consacrato invano le sue migliori libere
energie
creative, credendovi i rappresentanti effettivi di un messaggio
poetico.
Oggi l'anti-materia, l'antimondo fisico è trovato e tutta la
vostra
immensa dimora vi crolla sul dorso.
L'antiuomo
è già apparso nel drammatico scenario della fisica. Il
popolo
nemmeno si servirà, in futuro, dei vostri decori che a nulla
serviranno
poiché altro non saranno che immensi cimiteri in cui voi avete
sepolto
da secoli tutte le sofferenze e le poesie che l'uomo aveva creato per
se.
Nuovi decori
mobili si richiedono, il nomadismo attuale richiede scenari smontabili
per i campings, per le roulotte, per i week-end.
Il ritorno
alla natura con strumentazione moderna permetterà, dopo migliaia
di secoli all'uomo di ritornare nei luoghi ove i cacciatori paleolitici
dominarono la loro grande paura; gli uomini moderni cercheranno di
abbandonare
la loro, accumulata nell'idiozia del progresso, a contatto delle umili
cose, che la natura nella sua saggezza ha conservato come controllo
al'immensa
superbia del cervello umano.
Signori
ancora potenti dell'Est e dell'Ovest, avete costruito le città
sotterranee
per difendervi dalle radiazioni che belluinamente avete scatenato:
ebbene,
gli ingenui artisti trasformeranno le vostre fogne nei santuari e nelle
cattedrali atomiche tracciando con magia emozionale i segni della
cultura
industriale che si trasformeranno velocemente nei simboli di nuovi
zodiaci,
di nuovi calendari momentanei.
Energie
nuove raccolte dalle sensibili minoranze che le masse avranno espresso
nel lungo letargo, trasformeranno i vostri termitai di cemento armato
in
lussuosi momenti trasmissibili e scambievoli.
Gli artisti
saranno i teddy-boys della vecchia cultura; quello che non avrete
distrutto
voi lo distruggeranno loro per non ricordare più nulla,
poiché
la vostra balordaggine è arrivata al punto di aver distrutta
l'ultima
possibilità di rinascita che avevate: la guerra.
Questa fu
sempre la vostra risorsa ché la distruzione obbligava al
rinnovo,
oggi la vostra codardia, la vostra paura vi è scoppiata fra le
mani.
Siete imbattibili
fabbricanti della Noia.
Il vostro
progresso sterilizzerà le ultime vostre sensibilità, e
nulla,
se non la vostra civilizzazione, vi aiuterà a boccheggiare le
ultime
particelle di un ossigeno infetto prolungando la vostra agonia negli
escrementi
delle macchine che voi stessi avete sfruttato.
I decori
nuovi che vanno dal tessuto alle abitazioni, dai mezzi di trasporto al
bicchiere al piatto, ai lampadari, alle città sperimentali
saranno
unici, artistici, irripetibili.
Non saranno
più detti "immobili", ma "mobili" e soltanto d'uso,
poiché
saranno strumenti momentanei di gioia o di gioco; in una parola
ritorneremo
poveri, poverissimi ma ricchissimi di spirito in un comportamento nuovo.
Gli averi
saranno collettivi e con velocità di autodistruzione.
La poesia
non agirà più sui sensi che conosciamo ma su quelli che
ancora
non conosciamo; non avrà più architettura, né
pittura,
né parole, né immagine, ma sarà senza superficie,
senza volume...Siamo vicini alla quarta dimensione, alla poesia pura,
alla
magia che non ha padrone, ma può solo essere di tutti, siamo
prossimi
allo stato selvaggio con senso moderno, con strumenti moderni: la terra
promessa, il paradiso, l'eden, altro non può essere che l'aria
da
respirare, mangiare, toccare, penetrare. Purificarsi nell'aria per
creare
in questi decori impalpabili l'uomo passionale nuovo-libero, che non ha
più tempo per appagare tutti i suoi desideri e per crearne dei
nuovi.
Tutte le
ideologie, tutte le religioni seguirono sempre la politica dei
desideri,
non appagandoli se non nell'aldilà; col risultato che oggi la
scienza
e l'arte si trovano di fronte al muro invalicabile dei perché.
Noi vogliamo
cancellare per sempre i perché.
I profeti
nuovi hanno già attaccato alla base questo muro infinito e dolce
della nuova poesia.
L'uomo di
domani attingerà, guidato da questi pionieri, al nettare
indistruttibile
che uscirà da esso.
Tutto questo
nuovo comportamento umano sarà un gioco e l'uomo vivrà
tutta
la sua vita per gioco, di nulla preoccupandosi che di emozionarsi
giocando
con i suoi desideri.
I primi
rudimentali strumenti di questa rivoluzione sono, secondo noi, quelli
artistici-industriali
e devalorizzati, proprio perché sono innanzitutto strumenti di
gioia;
ecco perché nel proporre i nostri minimi risultati, come la
pittura
industriale, noi ci sentiamo orgogliosamente sicuri che le nostre
speranze
sono buone, giudicate dall'attuale dilagante entusiasmo con cui furono
accolte.
La pittura
industriale è stato il primo tentativo riuscito di giocare con
le
macchine, ed il risultato fu la devalorizzazione dell'opera d'arte.
Quando migliaia
di pittori che oggi lavorano al non-senso del dettaglio, avranno le
possibilità
che offrono le macchine, non sarà più il francobollo
gigante,
chiamato quadro a soddisfare la collocazione del plus valore, ma
migliaia
di chilometri di tele offerte nelle strade, nei mercati, a prezzo di
scambio,
che faranno godere milioni di uomini eccitando altre esperienze di
collocamento.
Sarà
il trionfo dei grandi numeri mossi dalla qualità che
stabilirà
dei valori sconosciuti e la velocità di scambio
determinerà
una nuova identità: il Valore diverrà identico al
Cambiamento.
Sarà
la fine di ogni speculazione.
Il grande
gioco è cominciato a Torino nel '58, continuato a Milano e
Venezia,
riconfermato a Monaco nel '59 ove il Congresso dei Situazionisti
stabilì
che i 10 punti di Amsterdam erano il frutto di una silenziosa ma
efficace
premessa per un urbanesimo-unitario.
La successiva
Mostra di Parigi, ove si poté dimostrare la costruzione
ambientale,
emotiva di un istante, dimostrarono come l'unità nella cultura
sia
la sola idea capace di dominare la macchina.
Noi siamo
poveri e questo non importa, la nostra povertà è la
nostra
forza.
Inutilmente
ci lasceranno bollire nel nostro brodo, potranno escluderci dalle loro
Rassegne, potranno silenziarci, insultarci, umiliarci.
Il popolo
ha già capito la nostra poesia e già l'affanno del nuovo
momento poetico batte ansioso al cuore delle folle annoiate dagli
stanchi
idoli fabbricati dalla farisaica ed interessata fornicazione dei
fantomatici
potenti della terra e dei loro scagnozzi, ringhiosamente sorvegliati da
tutte le ruote del macchinismo umano automatico del pensiero e della
tecnica
e dalla razza più eunuca del globo: gli intellettuali.
Cominciano
così i lunghi giorni della creazione atomica.