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Poetry Wave

Recensioni e note critiche

Alda Merini: Aforismi e magie
di Tiziana Lo Porto



Alda Merini, Aforismi e magie, Rizzoli, pp.186, lire 27.000

"L'Aforisma è il sogno di una vendetta sottile. L'Aforisma è un genio e vendetta e anche una sottile
resa alla realtà biblica. Chi fa aforismi muore saturo di memorie e di sogni ma pur sempre non vincente
né davanti a Dio né davanti a se stesso né davanti al suo puro demonio".

Aforismi e poesie di Alda Merini raccolti in un volume insieme ai disegni di Alberto Casiraghi.
"Aforismi e magie" il titolo del libro. Un libro di parole e frasi per raccontare la vita vista dai poetici
occhi della Merini.
Una vita fatta di "giorni che non si staccano dalle pareti" e di "notti che non accadono mai", vissuta
da una donna non "addomesticabile" che scrive di essere stanca di sentirsi inventata, di non essere bella
ma soltanto erotica, di poter "essere qualcuno semplicemente pensando". Aforismi strapoetici, dunque,
che spesso si fanno pura poesia. Aforismi illuminanti scritti da chi illumina spesso gli altri anche se poi rimane sempre al buio. Da chi crede che "l'amore ha sempre corrotto il creato", anche se poi si ritrova
ad essere come un sasso abbandonato nelle acque.
"I sassi abbandonati nelle acque / a volte non han fiore di speranza / così come non spero
nel tuo amore. / Stanno sotto ogni pensiero / e ammorbano le acque. / Ahimè quanta fortuna dentro
il pesce / che scappa dalla bocca della luna / e si frantuma contro il tuo bel volto / ansioso di morire".
Metafore e versi innamorati. Innamorati dell'amore più che altro, che a leggerli viene in mente un incontro
con Alda Merini, dentro una biblioteca del sud, in cui diceva che per quante poesie d'amore si possono
scrivere finisce sempre che "ci innamoriamo dei benzinai". E lo sappiamo, così come lo sai lei, che finisce
sempre che c'è qualcuno che uccide le nostre poesie, ma lei (lei Alda Merini, lei la poesia) magicamente
resiste. Perché (e per quale non amante benzinaio amato siano stati scritti questi versi non importa,
perché in questo momento noi li vogliamo rivolti alla poesia) "che tu mi copra di insulti, / di pedate,
di baci, di abbandoni, / che tu mi lasci e poi torni senza un perché / o senza un variare di senso / nel largo
delle mie ginocchia / a me non importa perché tu mi fai vivere / perché mi ripari da quel gorgo di inaudita
dolcezza / da quel miele tumefatto e impreciso / che è la morte di ogni poeta".


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Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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