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Poetry Wave

Recensioni e note critiche
 

Lea Melandri, Come nasce il sogno d’amore
di Antonio Spagnuolo

Lea Melandri, Come nasce il sogno d’amore
Ed. Bollati Boringhieri, 2002, pagg. 202, € 15.00

Una volta recuperato il codice le parole assumono di colpo lo spessore culturale che lascia scoprire l’efficacia del dire, riferimento della memoria, riferimento della visualizzazione, riferimento del confronto.

Ebbene l’efficacia mnemonica ed emotiva a qualche livello della consapevolezza evoca immagini le quali, nell’attuale barriera dell’essere ed apparire, in un mondo di “rumori” e di “vuoti”, coglie il, senso del profondo e dell’amore, scoprendo spazi, suoni, moti, silenzi, voci che sedimentano nel racconto del diario.

La dimensione poetica si trasforma nelle pagine così delicate e accorte di questo volume nella storia memoria di un profilo femminile che tutti conosciamo: Sibilla Aleramo.

Un sogno vissuto ai limiti della conscienza, al di la delle barriere della ipocrisia o del pudore comune, per esplodere nella intierezza del fascino femminile, nel destino a volte  consolatorio, a volte imbarazzante e coercitivo, per la simbiosi di fantasie che si confondono con la realtà e di immagini reali che sfiorano la fantasia.

Lea Lemandri cerca, e ci riesce, di scandagliare quella che è stata la posizione femminile tra fine ottocento ed inizi del novecento, quando il rapporto uomo/donna era  tutto svantaggio della femminilità e della intelligenza del gentil sesso, quando una donna – pur capace di creare e offrire – veniva attentamente messa in disparte perché avrebbe potuto “dare fastidio”.

Sono acquerelli di una scena prelibata, offerti con estrema bravura, passi di un diario impegnato fra una storia d’amore ed un impegno materno, difficilissimo e faticoso, condotto nella azione vitale, fra oscurità ed incomprensioni.

26 novembre 2002

Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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