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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Claudio Pezzin: Condizioni e scenari
di Raffaele Piazza


Claudio Pezzin, Condizioni e scenari (Poesie d’amore)
Fermenti, Roma 2001, pagg. 64, € 7.746

Dedicato a Maria Josè, presumibilmente la donna realmente amata, tra finzione letteraria e realtà, donna dello schermo, Beatrice angelicata, Laura desiderata tra misticismo e passione irredenta, Francesca postmoderna rievocata da un Paolo ormai fuori da un inferno fuori moda, per vivere il fuoco dell’adulterio, con una connotazione quasi morale dell’amore, ammesso di non presupporre, un’uscita religiosa, se, per dirla con Nietsche, non esistono fenomeni morali ma solo interpretazioni morali di fenomeni, il libro di Claudio Pezzin, veronese, classe 1959, con alle spalle già molte opere di poesia, di narrativa e di sceneggiature teatrali, ci presenta queste Poesie d’amore che partono da un assunto che diviene vita ed esercizio di conoscenza, messaggio in bottiglia per altri lettori, forse amanti, una sola cosa, eppure duale, che praticano l’esperienza, appunto quella amorosa, che è, forse, l’unica, che riesce a mettere su un piano paritario l’essere umano, sovvertendo ogni ordine sociale dato, ogni classe, a prescindere dalla cinica affinità tra bellezza e ricchezza che raramente può essere messa in discussione

Scrive Vito Riviello nell’acuta e calzante prefazione:-“ Poligrafo come tutti i poeti del linguaggio, Pezzin produce una poesia “obliqua”, capace ogni volta di scansare il baricentro del nucleo ispirativo. Anche perché il poeta veronese annuncia, in maniera dolcemente provocatoria…Una visione, quella della coppia “dantesca” due anime e due corpi…”

La concezione di cui si parla, visto che il testo è stato pubblicato all’inizio del terzo millennio, è la possibilità della felicità in amore della coppia postmoderna, monade duale, che nell’Occidente vive la vita velocissima del tempo di Internet e e-mail: allora è per lo scopo di un’ accrescimento d’anima, di un aumento del senso e del percepire l’ unicità dell’esperienza al massimo della sua quota di gioia, che si fa riferimento al passato, quando Claudio e Maria sentono l’esigenza, attraverso il verbo, il poiein, la parola poetica, detta da lui, di confrontarsi con altre coppie di celebri amanti, il medioevo rivalutato attraverso gli esempi paradigmatici suddetti: il passaggio dal passato al 2001, tuttavia, reca una fase intermedia che non può essere ignorata, una tappa obbligata della storia dell’essere umano e della sua civilizzazione: la scissione percepita da T. S. Eliot tipica del postmoderno che ha perso le certezze, se pure di certezze si trattava, rinascimentali. Del resto l’esperienza amorosa nel nascere e poi nel suo svilupparsi presuppone un accadimento, una tensione che, per dirla con Rilke, è quella di due solitudini che si toccano, comunque piena d’imprevisti forte e di grande complessità nel bene e nel male, come dice Bataille nei suoi scritti sull’ amore. 

La coppia urta la vita, è un continuo confrontarsi con la realtà del mondo esterno alla fusione duale, che cerca sempre il suo centro di gravità per armonizzarsi continuamente, nel suo disporsi, scontrarsi con le cose dell’ esistenza e per cercare insieme, strategie per superare il male, il mare infido in cui, si è gettati.

Scandito in due sezioni: Condizioni e Scenari , lo stile preciso, inconfondibile e rarefatto di Pezzin gioca un ruolo determinante nel dare il giusto risalto, levigato e luminoso, alla quota di presupposti che lo sottende di cui si diceva: leggiamo nel componimento d’apertura intitolato NEL CERCHIO DI MARIA:-“ Sotto la narrazione e il narrabile/ si situa il tuo prato vivente/ Tu che sei una ciotola mescolata/ al sorriso, riempi gli spazi/ e m’indovini. / Fu il mare da un corpo,/ e in un corpo ti neghi,/ mentre io mangio, / deglutisco, / i settori del tuo liquido durevole. / Non si allargano altri spazi/ con te come causa o fantasma, / ma tutto si richiude in un suono/ che mi fa naufragare/. Sei la Maria che continua le linee/, la Maria del disegno/. Se io freno all’interno del cerchio/ posso morire, ma non essere solo/, segmento senza segmento/.

Nella sezione Scenari leggiamo il componimento Il primo incontro:-“ Eri una timida cosa che andava incontro/ al mio personaggio già diafano. / Per parlare dovevi fuggire, per guardare dovevi mancare/ In piedi, come due oggetti dipinti./In piedi e già rotti all’ interno. / Ma ti avvicinasti, Maria, per capire. / “Lei è meglio senza trucco”, ti dissi. / Ed era proprio così” 

Qui il fuoco e la passione, il cuore e la mente, nel tentativo riuscito di sviluppare e rendere costante, in ogni gesto ed azione il pensiero e la parola, si fa strada di verso in verso: il tutto finalizzato ad un accrescimento della capacità d’amare che fa pensare all’Ars amandi di ovidiana memoria. La pratica della poesia, come del resto, quella della musica e delle altre espressioni creative, non può che fare altro che bene ad un rapporto di coppia. Nella dialettica tra dare ed avere, perché per natura ognuno degli amanti cerca dall’altro la sua quota d’affetto sensibile, oltre che sensuale e tenero, il risultato, per essere felice, come in una partita a scacchi, deve essere una patta. Si suppone, ovviamente che la figura femminile nella partita, essendo la donna più forte e longeva dell’uomo e più in sintonia con la natura, grazie ai suoi cicli,, parta con un vantaggio nell’esperienza amorosa: non a caso il poeta di sesso maschile affila le sue armi dedicando i suoi versi a una dama e raramente avviene il contrario: l’amore in questa raccolta sottende l’ottimismo virgiliano:- “Omnia vincit amor”.
 

12 giugno 2002
Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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