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Poetry Wave
 

Recensioni e note critiche
Enzo Rega, Berlino e dintorni
di Raffaele Piazza



Enzo Rega, Berlino e dintorni (arte cultura e vita nel Novecento)
Edizioni Il Grappolo, Salerno, 2001, pagg. 135, Lire 20000
 

 Il composito e organico saggio di Enzo Rega, Berlino e dintorni, raccoglie una serie di scritti che l’autore ha realizzato tra il 1992 e il 2001. Nel percorrere l’itinerario che ci viene presentato, molte tematiche di diverso genere vengono affrontate criticamente e il lettore del Terzo Millennio può aggiungere alle sue conoscenze e considerazioni sul cosiddetto Secolo breve, un insieme di informazioni stimolanti, utili per capire la sua provenienza in quanto essere umano, in un dato momento storico, provenienza che è poi storia di tutti e che serve a far capire anche, da dove si è giunti al momento e alla situazione attuale (in particolare dell’Occidente), a quello che comunemente, viene definito postmoderno.

 Il testo, nelle sue parti, è caratterizzato da una notevole unità, e in un gioco di rimandi, si intrecciano politica, sociologia, filosofia e arte, e vengono espresse idee e concetti, essenzialmente attraverso l’analisi di testi di autori che, nei vari settori suddetti, hanno lasciato un retaggio insostituibile per ripensare il ‘900, con le sue contraddizioni, la sua grandezza e le sue svolte epocali.  Caratteristica essenziale e fortemente connotativa dell’approccio di Rega alle complesse tematiche da lui affrontate è, innanzitutto, la chiarezza espositiva, la capacità di rendere scorrevoli le pagine che ci presenta, attraverso un linguaggio, d’altro canto preciso e puntuale, per cui il testo può essere affrontato anche da un pubblico vasto, restando, ovviamente, un’opera che non ha nulla di divulgativo; al contrario, la ricerca di Rega si muove in campi che, in ogni caso, sono stimolanti per riflessioni originali e innovative.  Il testo è articolato in quattro sezioni: Di fronte all’Urss, Germania e domani, Italia e altro, e Oggi, l’Europa. Si pone facilmente il quesito, dal quale poi si evince la chiave interpretativa del testo: perché Berlino e dintorni? A questo quesito risponde lo stesso autore nell’introduzione dicendo che non si tratta di un’estrapolazione da un titolo interno al volume o, meglio la sineddoche, la parte per il tutto; questo titolo non ha solo un valore formale, relativo alla struttura del libro ma tematico relativo al suo contenuto: quel Muro che, dagli anni della guerra fredda, fino al 1989 quando è stato abbattuto ha, insomma, più di un valore simbolico e rappresenta appunto con la sua “caduta”, lo schiudersi di una nuova era, quella appunto che stiamo vivendo adesso nel terzo Millennio (è ovvio che i recentissimi tragici eventi americani non potevano essere messi in conto perché il libro è uscito prima). Parlare di Berlino nel Novecento, in merito alla cultura, significa porsi immediatamente il problema del suo rapporto con la vita, intendendo e comprendendo, per vita, immediatamente, anche politica e società; non era possibile, nel dopoguerra, a partire da quando fu edificato, non confrontarsi con il Muro e con quanto esso significava. A questo proposito, risultano particolarmente pregnanti e significative, le stesse parole di Rega che, attraverso le sue sensazioni, rievoca il suo ritrovarsi nel 1984, anno della sua laurea in filosofia, a passeggiare, a Berlino appunto, lungo le strade adiacenti al Muro, che, paradossalmente, era poco più alto di un uomo, nonostante il suo fortissimo valore politico ed emblematico di un’epoca. In un certo senso, si può osservare che quella divisione era un confine obbligato tra due mondi non solo politici ed economici, di due città che erano una città sola, o di due stili di vita o sistemi, quello capitalistico dell’Ovest e quello comunista dell’Est, ma piuttosto creava una chiusura di comunicazione culturale era un segno di una civiltà che, ancora nella fase postbellica, non aveva raggiunto una omogenea possibilità di libertà, non solo a causa del sistema sovietico che, in ogni caso, era divenuto più che mai un sistema totalitario e repressivo. Quello che caratterizza adesso, grazie ai non pochi aspetti positivi della globalizzazione e della configurazione del pianeta, vissuto come villaggio globale, pare essere proprio la possibilità di una grande coesione del mondo, attraverso tutti i livelli, anche se ci sono moltissimi e gravi problemi da superare, ma, comunque, ostacoli di un genere completamente diverso da quelli presenti durante gli anni del Muro, quando, come dice Rega, sembrava che si era ancora durante una guerra, sostando vicino al Muro, quando si vedeva la linea di demarcazione tra Berlino Est e Berlino Ovest. Del resto in un saggio intitolato “Da Ovest e da Est contro la riunificazione tedesca: Gunter Grass ed Heiner Muller, emerge anche un altro aspetto che riguardò quegli anni e cioè la sensazione del pericolo, sottolineato da Grass e da tanti altri teorici ed intellettuali, di una nuova unificazione tedesca: si temeva, infatti, cosa che non si è verificata, che la nuova Germania unita, causa in precedenza delle due guerre mondiali, potesse, in qualche modo, con un nuovo Reich, il quarto, avere mire espansionistiche nei confronti dei paesi vicini. Quello che auspicava Grass era l’ideale di una nazione culturale, secondo la formula due stati una nazione, così da fare in modo che, da entrambe le parti, si sarebbe potuta attuare una politica a favore del terzo mondo e dell’ambiente. Muller, che al contrario di Grass, tedesco occidentale, era un cittadino della Germania orientale, condividendo l’opinione di Grass, affermava che, una volta caduto il Muro, non si aveva bisogno di unità, ma della definizione delle differenze, non di disciplina, ma di apertura al movimento delle contraddizioni, e non solo in Germania. Itinerario che nel testo si snoda attraverso la trattazione di autori del ‘900 che, attraverso i loro scritti, ci illuminano sul loro tempo, da Benjamin ad Handke, da De Martino a Pavese, percorso che alimenta e fa rivivere, la nostra imprescindibile memoria. 
 

9 ottobre 2001
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Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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