Vico Acitillo 124
Poetry Wave
 
 

Recensioni e note critiche
Raffaele Piazza: Per dare
di Monica Citarella


Per dare

Per dare rimetto nella tua luna le pagine

tra i fiori (li chiami l’azzurro striato, il rosa
leggero, l’arancio brillante, per ritrovare le occasioni),
se a questo serve scavare con la penna
di platino nelle notti inondate dalle tinte
della veglia di sesso o preghiera,
non confondere i versi e le maree,
internet e la conoscenza di noi, l’inchiostro
dei giornali e la luce dei segreti.

L’idea tagliata con l’argento, prenatale nel

sonno meridiano, mediato dalle gioie
anche sull’asfalto dove guidi, ragazza
e tra i passanti e le visioni, accendo ceri virtuali
negli e-mail degli amici: devo darti
la fioritura esatta misurata da parole e campi,
agrimensore del tempo delle spighe
e poi vedrai anche il pane tra le cose,
da mangiare nel nostro raccolto
iridato di parole.

Napoli, 24/2/2001

 

La luna, in astrologia, riassume i valori femminili (sensibilità, intuitività, affettività, fecondità, pensiero analogico), valori molto marcati in questa scrittura e nella personalità dell’autore. Leggendo “…rimetto nella tua luna le pagine…”, non può non venirmi in mente: e sicuramente questo sintagma “nella tua luna” è sintesi di un universo femminile cristallizzato in un interlocutore ideale che viene privilegiato dall’autore in quasi tutti i componimenti e a cui (se si fa attenzione), si rivolgono quasi tutti gli imperativi negativi, che spesso sono un dolce e sensuale invito alla trasgressione, talvolta al vero e proprio congiungimento sessuale, sia pur trasfigurato da metafore giocate intorno a verbi o sostantivi o aggettivi che recano in sé l’idea della fusione, dell’unione, dell’incontro che diventa legame. Il nitore del dettato poetico, peraltro meno scabroso sul piano sintattico, è ribadito da elmenti visivi che ribadiscono la sensazione della luminosità (arancio brillamte, luce dei segreti, idea tagliata con l’argento, ceri virtuali). Ritorna naturalmente il binomio erotismo-misticismo cristiano).

La vera novità sembra essere in un metalinguaggio che riflette un codice poetico che insiste sul concetto di misura e che cos’è la misura se non un rapporto o quasi un confronto tra grandezze di cui una sola viene scelta per convenzione come unitaria? La scrittura poetica è riflessione sui propri elementi intrinseci (pagine, inchiostro, parole ripetuto due volte… penna di platino, un prezioso strumento impiegato nel delicato lavoro di scavo ovvero di scoperta e decodificazione psicologica) nel tentativo di ricavare la misura, ovvero lo scarto tra se stessa e il microcosmo emozionale, affettivo e rappresentativo, dando per scontata l’analogia tra se stesso e il linguaggio. La misura degli affetti, per così dire, è bisogno primigenio dell’io che insiste sulla “Fioritura esatta misurata da parole e campi”. “agrimensore del tempo delle spighe” avido di un “ raccolto iridato di parole”.

9 marzo 2001


Indice della sezione
Indice generale
Immagine:
Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


Per informazioni, si prega contattare:
Otto Anders