Sotto
l'influsso di Mozart
So dove gli arcobaleni vanno a morire
Quando blues e angoscia prosperano
Sotto
l'influsso di Mozart
per Camillo
e Hannelore De Lellis
Ritmi misteriosi
palpano
l’atlante del mio cuore
dove ho
vagato per molte mezzenotti
attraverso
un giardino
di
clavicembali
arancione e fagotti d’argento
sono il
vagabondo perpetuo
il
viaggiatore
insaziabile
il nomade
mistico
per sempre
in movimento
verso qualche
strano orizzonte
di dimensioni
sconvolte
e sogni
caotici
sono lo
stregone chimerico
l’incantatore
danzante
l’imperatore
contorto
il clown
a testa in giù
il folle
che puzza di pazzia
e del sudore
del tempo
sono il
grande avventuriero
il
viaggiatore
magico
l’esploratore
eterno
intrappolato
oltre
l’ultimo
orlo
dove gli
unicorni cantano
e il cielo
ronzante di limone
è
solo un’altra guida inutile
verso
paesaggi
inesplorati
di pietre
angolari e sorrisi inscrutabili
ciò
che dicono non ha verità
gerundi
e giullari
lanciati
dalla luna
non un’anima
canta lassù
nessuno
piange
nessun
sogno demoniaco
nei denti
di pianeti di ambra
che splendono
su oceani imprevedibili di squali leggendari
che sbattono
le loro code di alabastro
contro
le stelle
un silenzio
di ossidiana scende risuonando
il ricamo
erode la giada
un vento
di ananas
segue i
percorsi
di un
settembre
ferito
verso quel
luogo
dove un
vecchio
ripieno
di sussurri di avorio
se ne sta
sotto un lampione dimenticato
e annuisce
all’inverno
sono perduto
la mia
gola brucia
la mia
bocca è piena zeppa
di polvere
di specchi infuocati
e nuvole
piagnucolanti
sono avido
di ore
di minuti
di secondi
di frazioni
di parti
mi
perderò
in una
foresta di gardenie ululanti
e orologi
fossilizzati
dove pesci
alchemici
batteranno
il tempo giusto
mentre
l’eternità si raddoppia
senza
ripetersi
nelle sonate
interrotte dell’alba
So dove gli
arcobaleni vanno a morire
sulla
morte di Bob Kaufman
So dove
gli arcobaleni vanno a morire
ho seguito
le tue orme
attraverso
una strana terra inesplorata
dove i
sospiri d’argento cercavano di nascondersi
sotto ombre
dementi
e cieli
di oboe
insieme
camminammo attraverso una città di fiaba
di verde
allucinante
e sfinimmo
di parole
mille notti
fiammanti
mentre
il tuo cuore sofferente
batteva
le sue ossa
a tempo
con i suoni brillanti degli uccelli
sulle strade
al neon di schemi assassinati
si io ero
là
e ho visto
il tuo amore proclamato
in un sorriso
fratturato
come i
titoli di ieri stampati in sangue
sulle ali
di un calabrone
e sì
porterei
i tuoi occhi
il 12 gennaio
l’alba
sorse
cantando
il blues
il calendario
si disfece
davanti
al volto di quella domenica ferita
e persino
le sequoie piansero
al tuo
passaggio
ma nessuna
campana suonò nelle viscere dell’inverno
la lumaca
non ringhiò
all’orologio
dell’avo
né
rose crebbero
dalla coda
di una cometa arrugginita
solo una
stella marina in lana vagò
sulla
spiaggia
dei pianeti rubati
quando
una lucertola tatuata
perse il
suo abito di freddi echi
mentre
tu ballavi con il grande re di Harlem
lungo i
vicoli del paradiso
verso un
tripudio di ombrelli fiammeggianti
ricordo
gli stipiti
dove antichi
spacciatori si appoggiavano
e vendevano
le loro bustine di sogni da venti dollari
ai bisognosi
e poeta
ti ho visto
comprare la verità
in un
palloncino
rosso
e come
un mitico alchimista
hai cotto
il sangue delle stelle
ma al posto
della morte
ricavasti
musica dal tuo cucchiaio
Quando blues e angoscia prosperano
Volti
notturni
di città brillano
con irreali colori al neon
cartoni animati da un manicomio
sul filo tagliente
tronchi
indistinti si muovono su piedi
incollati
a macine
che non vanno da nessuna parte
tip
tap click
suole di stivali sul pavimento
la sezione
dei ritmi urbani
tiene il tempo
per
assoli pazzi
che si trascinano su strade senza fine
ed animano
le ore dopo mezzanotte
quando
blues e angoscia prosperano
quando
strade e viali
sono illividiti di bugie
e bestemmie borbottate
e
le uniche cose in vendita
sono misurate a cucchiai
il nostro
mondo si è ristretto amici miei
si
è omogeneizzato
un deposito
transitorio
dove solo la poesia
può
dire la verità
ma tutto quello che sentiamo
da ogni parte
sono anime che gemono in monolocali
e balbettio incoerente.