non
è
facile soffiare
nel cavo
di questo mattino
così
assolutamente disperato
non è
facile trovare
un cannello
ossidrico
per aprire
buchi nel mondo
non è
facile strappare i nomi
delle cose
e dalle cose
per rifondare
corrispondenze
e
riappropriarti
di una tenerezza
che non
è più tua
non è
facile per il vecchio soffiatore di vetro
costruire
ancora forme fragili come ali di farfalla
e dure
come diamanti che ti concentrano
nell’iride
tutta la luce d’ogni tempo e luogo
oggetti
leggeri e lisci da ogni parte
quasi fossero
attributi divini
che ad
assaggiarli con la punta della lingua
ci senti
dentro il freddo della conoscenza senza ragione
i denti
fragili e precari della specie
perché
tu lo sai, vero?,
che sei
arrivato al capolinea
e provvisorio
sei come la ragione di dio
che dentro
si rotola e s’evolve
senza altre
ragioni che se stesso
così
che in questo mattino
che deglutire
è l’unica cosa
che puoi
con dolore e fatica concederti
in questo
mattino di pioggia
e di sensi
che non vanno da nessuna parte
in questo
mattino, amore,
se c’è
una cosa da fare
è
non fare