Fossero
le parole ombre solide
che alle
mani sfuggono
e solo
con gli occhi si toccano
per affinità
sostanza ed attributi
che scivolano
d’ogni parte
di sogni
appesi ad essiccare
in cima
ad un integrale
o dentro
al miocardio pulsante
dove la
vita s’aggruma
in un punto
solo di lucido soffrire
così
per provare se mai
a costruirsi
un destino o una passione
destino
o passione ci voglia
che raschi
nel fondo
o il bulino
sapiente del dio nascosto
che impasto
ci volle di terra e di sogni
e terra
e sogni fossero le parole
col senso
e il fiato che hanno
mentre
continua il ritmo tranquillo dei mattini
e la deriva
dei continenti
e cinque
sensi sono pochi
e ci vorrebbe
la lama di buñuel o la merda di artaud
per restituire
alle cose il loro spessore
fossero
le parole
tra un
cogito un algoritmo e un’erezione
a convincerci
che cibo noi siamo
per gli
dei e per i venti
o che nel
budello buio del desiderio
altre parole
ci sono e gesti e sensi scoperti e vivi
che a toccarli
ci vuole
tutto il
dolore che ci vuole
a toccare
il corpo antico della specie
l’occhio
fuoruscito dall’orbita
i gangli
al calor rosso del cervello
e occhi
e gangli e dolore scoperto e vivo
fossero
le parole cortocircuito tra l’infinito e il qui
ed ora
che pigro s’avanza un destino
fatto di
beltà da rigattiere
di bandiere
rosse in disuso
di bretelle
gabbani e ciberspazio
e occorrono
passioni sconce e gentili
che montino
senza pudore
dal cuore
e con lo sperma
e cuore
e sperma e senza pudore
fossero
le parole
ma anche
così,
che bello
se tu mi parli
se mi dici
ti amo