L'inverno
è passato in un seguito
di giorni
e notti che soltanto oggi
lo
sgocciolare
delle nevi
a un sole
quieto e muto rende
degni di
pietà e di ricordo. S'avvicina,
manca ormai
meno d'una settimana,
Carnevale
che segna
una svolta
nell'anno, e quando è bel tempo,
come spesso
accade,
la sera
destinata ai fuochi anticipa
improvvisamente
la primavera,
prolungandosi
il chiaro del cielo
da pianura
a collina
in maniera
inquietante, così
da rendere
insonni i ragazzi
ora
ammucchiati
ora dispersi
nella
raccolta
insensata dei sarmenti.
E aggiungi,
aggiungi, a quest'ora, un'ora
che i
quadranti
non segnano; l'ebbrezza
delle fiamme
negli occhi
della vampa
ai ginocchi,
e la
meraviglia,
quando già crolla
e si consuma
la catasta
domestica
su cui
si voleva
finire
per non
vederla finire,
l'inaspettato
compenso
dei lontani,
celesti roghi accesi più tardi in collina
là
e là e là...
Da non
poter più posare gli occhi
e le membra,
nello scrutinio esaltante,
collettivo,
mentre
della poiana e del palo familiari,
fatti cenere
e ombra, più nessuno
si cura.
Diverranno
sostanza
della terra,
figure
informi cui tu darai forma
nel solitario
sole dei mattini avvenire.
da
La camera da letto (Cap. XII)