Aita!
Aita!
Parea dicesse “agogna”
con gli
occhi di blandizie femminili,
fra i tagli
di camice alla bisogna
e le mutande
lunghe giovanili,
dei calzetton
gioconda la donzella
esibiva
le reti col suo cantico,
e l’anfratto
di cosce di gazzella
lieta le
notti volgeva nel romantico
cullar del
letto, battagliando in mano
or la sfera
perlata d’un amico,
or la forte
puleggia del sultano,
ora il
mio rosicchiare di lombrico.
Aita! Aita!
Parea dicesse ancora,
malgrado
le delizie della spocchia,
ed io versai
nel vaso di Pandora
il forte
aroma della mia pannocchia.