ok,
la rivoluzione non ci sarà
non staremo
a piangere per questo
né
per le stelle che si sono spente nel nostro cuore
non piangeremo
nemmeno se una donna ci dirà
che siamo
inutili come le lattine vuote di coca-cola
e non continueremo
più a guardare il mondo
attraverso
il telescopio della nostra insonnia
qualcuno
dice questo è il mondo
io più
semplicemente dico che alla mia età
si può
fare a meno anche di questa verità
e rendersi
conto di aver vissuto abbastanza
così,
un giorno in più o un giorno in meno
e a quelli
che verranno decidere se ricordarci
o far finta
di essere sbucati nella storia
solo perché
un mattino o una sera
il corpo
di una donna ha deciso di essere madre
anche noi
abbiamo avuto padri e madri
e siamo
stati padri o madri
né
migliori né peggiori
di quelli
che prima e quelli che dopo
siamo stati
assemblati per questo
un po’
di ideologia un po’ di passione
e quanta
disperazione era sufficiente
per
convincere
gli altri
che la
poesia non serve a nulla
come la
rivoluzione
certo, n’è
passato del tempo
e a Sesto
di operai nisba
il che
sta anche sulle magliette
e se chiedi
all’amico stavi dicendo?
puoi
andartene
a vedere come la luna muore
senza che
lui s’accorga che c’è la luna
ti sento
al fondo di questo abisso
non trovo
parole da metterti sulle labbra
ma la tua
reticenza non mi fa più male
come vedi
ho imparato a soffrire
fingendo
che non m’importa più nulla
della
felicità
ho bisogno
del tuo cinismo ora
e di un
vaso di basilico per tenere lontane
le zanzare
quando sarà estate un’altra volta
ho bisogno
di conoscere a memoria
dove mettere
le mani quando me le ritrovo
senza
sigaretta
e senza il tuo corpo
e di un
orecchio di cane a cui rivelare i miei segreti
perché
mi fissi con un po’ d’umana simpatia
tanto,
la rivoluzione non ci sarà
e si è
in pace con la morte
solo quando
non ti fa più paura
hai fatto
tutto
hai detto
tutto
hai perso
e avuto tutto
insomma,
sei come il convitato di cui parlavano gli antichi
che è
sazio e non ha più voglia di mangiare
una carta
assorbente niente male
una fiamma
che sta bene all’inferno
abbiamo
parlato di rivoluzione, mi pare, e di qualcos’altro
di come
varia il prezzo della birra
che va
di pari passo con quello del dolore e della vita
abbiamo
visto simboli dappertutto
non c’erano
abbiamo
creduto di toccare il segreto delle cose
ma le cose
non hanno più segreti
qualche
volta quando eravamo ubriachi
siamo stati
così bravi a fingerci sinceri
che lo
siamo stati davvero
io ho visto
un treno quand’ero bambino
non sapevo
da dove venisse né dove andasse
vidi un
volto di donna dietro un finestrino
rimasi
a guardare il punto dove avevo visto quegli occhi
non c’era
più nulla
solo il
cielo
e poi uno
muore, così, per provarsi
a fare
ancora qualcosa dopo averle fatte tutte
o anche
per sfidarla poi questa morte che non viene
mentre
stai ancora lì a gridare fermati,
attimo,
sei bello!
ma io lo
sapevo amore che sarebbe finita così
e non sto
qui a piangere che te ne sei andata
ci vogliono
molti anni per capire
che tutto
è sempre ciò che deve essere
e io ho
molti anni
più
della pietra del deserto che mi hai donato
e non sto
qui a chiedermi come si vive altrove
o se questa,
questa poesia, è sempre e comunque
l’ultima
che scriverò
o se questa,
questa donna che tu sei, è sempre e comunque
l’ultima
che il mio corpo saprà desiderare o odiare
anche questa
sera ha un sapore antico
e i miei
occhi bruciano per il pianto
che non
sanno piangere
in tv
c’è
Forrest
Gump e io provo un po’ d’invidia
per quelli
che sanno vivere senza sapere di vivere
i tuttieguali
sempreguali che ho deriso
ma è
triste sentire che rien va plus
e che un
nuovo millennio inizia
con lo
stesso stile di quello che se n’è andato
con le
stesse sere che sanno di acido e muffa
e gli stessi
mattini che t’infili i pantaloni
e ti dici
andiamo
ok, la rivoluzione
non ci sarà
ok, questo
è il mondo
ok, è
ora di andare a letto
senza
chiedersi
più
a che punto
è la notte?