Se il tuono
a torso nudo mi travolge
brucio
le amanti avvolte nel segreto,
mentre
Melina le carezze avvolge
con il
sapor del culo più irrequieto.
Le chiedo
se vuol correre nel mito,
sotto le
coltri a tendere l’impresa,
tra
sconosciuti
petali e il granito
del virginale
intoppo della fresa:
i dardi
che ripone nel suo grembo
indugiano
a riflettere destrezze,
colori
e carne e cosce già di sghembo
a modellar
di gioia le sue fattezze.
Oh Melina,
i tuo vizi, lo confesso,
li riconosco
in tutta voluttà,
li assaporo
ogni volta nell’amplesso
dell’ingorda
ed ingenua tua beltà.