Però,
prima del vento,
prima che
il vento piova
a lungo
andare, a stesa,
i verbi
coniugati a malapena, e i gemi-
ti, e
imprese,
e faccende e càno-
ni, e il
bene della vita,
sono i semi
riscaldati tra le dita
di una
sola mano, di una lingua
sciolta,
di una lingua nuova;
e le radici
semplici o gemi-
nate, nel
nuvolo sommerso
dei parlari,
per un secolo
almeno!
E siete voi pronti
a non
conoscere,
e a negare.
a pronunciare
detti assurdi,
come così:
"Credo quia..."?
"credo
che è ora di andar via",
"credo
che tutto", e "penso che"?
Però
prima che venga
prima che
l'ombra della bellezza
annuvoli
i moderni continenti,
però
prima che venga
tardi,
e che qualcuno
bussi alla
porta, o il telefono
squilli
e ci interrompa,
facciamo
tutti insieme qualche cosa:
la speranza
non è finita, ma comincia:
quella cosa
nel pieno delle cose
ci
darà
la frase giusta
di riverberi,
da usare
come una
lama, come una decisione
nel
groviglio,
nel tumulto:
appena
ripensando
a un affarino
vegetale che profuma
di pomi
e di carrube, o le formiche
in pista
sul davanzale della metropo-
li e una
faccia nostrana alla finestra,
e le braccia
assai lunghe, e di lontano,
solo tra
cielo e cielo, il ciel che sfuma,
un strido
di folle e di gavette:
pensando
così a delle secche
pitture
per indigeni o croati, e acqua
per dopo,
acqua per sempre;
e un temporale
non scabroso, rozzo,
candido
e immobile, silenzioso
e senza
vento, dell'autentico
colore dell'acqua
in fondo al pozzo,
per i figli
della legge, bei figlioli
di sentenza
varia e panni scarsi.