VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni pari
 
4 giugno 2000



Orazio
Laudas fortunam et mores

 
                                                                Laudas
fortunam et mores antiquae plebis, et idem
siquis ad illa deus subito te agat, usque recuses,
aut quia  non sentis quod clamas rectius esse,
aut quia non firmus rectum defendis, et haeres
nequiquam  caeno cupiens evellere platam.
Romae rus optas, absentem rusticus urbem
tollisa ad astra levis. Si nusquam es forte vocatus
ad cenam laudas securum holus hac, velut usquam
vinctus eas, ita te felicem dicis amasque
quod nusquam tibi potandum. Iusserit ad se
Maecenas serum sub lumina prima venire
conviviam...?
 

Tu lodi sempre le antiche fortune ed i vecchi costumi del volgo,
ma all’incontrario, se per combinazione qualche dio ti ci portasse,
con ogni forza tu rifiuteresti, o perché senti che non è giusto
tutto quello che vai predicando, o perché non hai la forza sufficiente
nel crederci, e mentre cerchi di togliere i piedi dal fango
vi rimani attaccato senza pietà.
Quando sei a Roma desideri la campagna, quando sei nei campi
elogi senza fine la tua città.
Se dovesse capitarti che nessuno ti invita a cena,
elogi tutti i cibi che potresti mangiare in felice solitudine,
e, come se fossi costretto ad andare fuori di casa,
ti dichiari contento di non essere  a straviziare un pò qua e un po’ là.
E cosa diresti se improvvisamente a sera
Mecenate ti invitasse a cena, sotto la calda luce delle torce….?

traduzione di Antonio Spagnuolo


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