Si diceva
figlio della cometa,
in ogni
tasca un oceano,
il mese
d'ottobre sotto il braccio.
Non mangiava
che il profilo
della montagna,
non parlava
che ai
sicomori generosi
che gli
offrivano la loro bella vertigine,
il cielo,
intendo, che fu ucciso
il mattino
stesso come un gallo.
Quando
un poco lo stuzzicavano,
dispiegava
il suo orizzonte,
distribuiva
i suoi equatori
e traeva,
come un clown,
ridendo,
dal suo cuore la luna.
Trad. di
Cesare Greppi
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