Di qua
di là di giù di su ci mena
l’imponderabil
frode dell’umano:
ed io pagando
allungo la mia pena,
perdendo
soldi l’una e l’altra mano.
Lo moto
e le virtù dei sacri lari,
l’immagine
che volge all’infinito,
non son
certo capaci di danari
a compensar
lo giogo ormai impunito.
Così
l’intelligenza e la boutade,
ciò
che narrò nel corso del suo viaggio,
volgendo
il suo parlar alla pietade,
il peregrin
del grame maloltraggio,
tra paradiso
inferno ed altre bolgie
non ci
rimembra cosa sia l’acerbo
vento che
batte in tasse ed altre piogge.
Ciò
che d’arguto e sempre più superbo
parea volgere
l’atto del progresso,
qual diavolo
cornuto con il nerbo
fuor d’ogni
arbitrio a tutti ha fatto “fesso”.
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