In
fondo
a una giornata corrosa per i chiasmi
e tormentata
per i crepacuori, per puntigli vani,
per i cari
fantasmi dei pani, dei soldi, della faccia,
e per gli
allarmi falsi, e per i primi
numeri
che certo appariranno
al di là
degli ultimi, per tutto
che ci
tuffa giorno e giorno, da mattina
a sera
in lei, la meraviglia, il lotto, la caccia,
si ricordano
degli stradoni, un po' perduti
in mezzo
alla giovane rugiada,
i miei
stivali impallati sulla terra terrena,
ove un
telefono osi dalla patria superna
di tenermi
a bada, e darmi lena; e mi riporti
in una
cadenza milanese o madrilena, una rada
"buonasera",
l'onda alterna, l'illimite
sgomento,
gli orgogli dell'affetto e il sentimento
dei cugini
vivi: con loro, prima di prender sonno,
scommettere
una per una le faccende trasognate
dei pani
dei soldi della faccia: la parentela
sola è
il lavoro di tutte le giornate, in tutto pari
all'invisibile
salario: e le generazioni, casa per casa...
Ma ormai
son grande, e quasi un uomo, e vario: e qui
pensa di
scnvere un romanzo un po' lontano,
pensa a
un temporale che cadesse sugli omeri
pianino
o su robinie nude di fianco agli stradoni,
e poi pulsava
il tuono in gola alle livide serate
come lo
squarcio in cui ognuno sogna di avere un sonno tremendo
con insalata
cruda e nebbia e le robinie
e tutto.
Allora probabilmente tu sospetti che la terra
è
un albergo in disordine che ci aspetti noi
e clienti
di riguardo per avventura ritornati
adagio
indietro, in punta di piedi.
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