Adde
merum vinoque novos compesce
dolores,
occupet ut fessi lumina victa
sopor,
neu quisquam multo percussum
tempora baccho
excitet, infelix dum requiescit
amor.
Nam posita est nostrae custodia
saeva puellae,
clauditur et dura ianua firma
sera.
Ianua difficilis domini, te verberet
imber,
te iovis imperio fulmina missa
petat.
Ianua, iam pateas uni mihi, victa
querellis,
ne furtim verso cardine aperta
sones…..
Ti prego versami del vino schietto
capace di
lenire questi miei
nuovi spasimi,
affinchè
mi stordisca
sino ad offuscare
gli occhi
stanchi.
E che nessuno
abbia in mente
di interrompere
la tregua,
rammentandomi quest’amore
infelice.
Infatti la
mia fanciulla è
prigioniera
sotto severa
guardia,
ed una
resistente sbarra chiude
la sua porta.
Maledetta
porta di un padrone
ostile
che ti possa
spezzare l’inverno
e che le
saette di Giove possano
corroderti.
Apriti porta!
Convinta dai miei
lamenti,
e che i
cardini siano silenziosi,
e senza cigolii…
libera traduzione
di Antonio Spagnuolo
|