VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni dispari
27 luglio 2000



Luther Blissett
Beatrice. My heart is full of troubles

 
Lei che cosa farà?
Che cosa vuole ch’io faccia?

Un anno fa cominciava con un prologo in cielo.
Scrivevo che la vita dell’uomo è dura,
che è malato di ragione e di sogni,
lo definivo una locusta che non sa starsene fermo
e grida sempre on the road, on the road,
ma poi rimane a casa.
Vi comparivano il Signore, gli angeli e ovviamente Mefistofele.
Dopo il prologo, una specie d’introduzione:
c’erano subito lui, cioè io, e lei, cioè tu
e scrivevo preoccupandomi che il mio stile fosse preciso
e venisse fuori un senso che fosse verosimile
anche per chi ammesso che abbia letto poesie
non sa cosa farsene dei poeti.
Ero strano a quei tempi,
lo sono ancora oggi, e anche di più,
ma qualcosa è cambiato.
Ho capito che è impossibile essere veramente soli,
e c’è sempre qualcuno o qualcosa che ci distrae.
Ho capito anche che le donne sono come la vita
e somigliano alla cacca dei pesci in fondo all’oceano.
Non sai mai se ciò che odori l’ha lasciato lì una balena
o un branco di cefalotti. Ho capito altre cose
ma non so se ho fatto bene.
Ma chi l’ha detto che prima si vive e poi si scrive?
Peter dice che scrivendo si vive in quantità enormi
e anche se è chiaro che in paradiso
quelli come noi non ci andranno mai
vale sempre la pena fare un tentativo e vedere come va a finire.
Così ho cambiato tutto e ti ho chiamato Beatrice,
perché Beatrice c’est toi e non vorrei
che ci sia qualcun’altra ad attendermi al capolinea.
Il fatto è che ne ho le palle piene di fare il poeta
e non mi rimane molto per essere beato
o per pagare il conto.
Tesoro, il mio cuore è pieno di turbamenti.
E per quel che ne so ne è pieno anche il tuo.


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