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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni dispari
21 maggio 2000



Orazio
Est modus in rebus

 
Denique sit finis quaerendi, cumque habeas plus,
pauperim metuas minus et finire laborem
incipias, parto quod avebas, ne facias quod
Ummidius quidam. Non longa est fabula: dives
ut meritur nummos, ita sordidus ut se
non unquam servo melius vestiret, adusque
supremum tempus, ne se penuria victus
opprimeret metuebat. At hunc libera securi
divisit medium, fortissima Tyndaridarum.
“Quid mi igitur suades? Ut vivam Naevius aut sic
ut Nomentanus?” Pergis pugnatia secum
frontibus adversis componere: non ego avarum
cum veto te fieri, vappam iubeo ac nebulonem.
Est inter Tanain quiddam socerumque Viselli;
est modus in rebus, sunt certi denique fines,
quos ultra citraque nequit consistere rectum.

Insomma, vuoi porre fine a questa tua lamentela:
più accantoni ricchezze e meno devi temere la povertà.
Inizia a moderare il lavoro una volta ottenuto un buon risultato,
se non vuoi che avvenga ciò che è capitato a quel tale Ummidio.
La storia è breve : ricco oltre misura e gretto tanto
da vestirsi peggio di un servo, egli andava piangendo
a destra e a manca timoroso di morire povero.
Una furba liberta, al pari della più forte delle Tyndaridi,
lo spaccò in due con una scure.
“Cosa mi consigli allora? Vivere come Nevio
o come Nomentano?” Continui a contrappore
cose che non vanno bene insieme: in fondo
non ti consiglio d’essere avaro, nè tantomeno
d’essere spendaccione.
C’è pur sempre una via di mezzo fra Tanai
ed il suocero di Visellio.
Esiste una giusta misura per tutte le cose:
vi sono dunque ben precisi confini oltre i quali
secondo me non può sussistere la perfezione.

traduzione di Antonio Spagnuolo


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