Saepe
stilum vertas, iterum quae digna legi sint
scripturus,
neque te ut miretur turba labores,
contentus
paucis lectoribus. Ad tua demens
vilibus
in ludis dictari carmina malis ?
Non ego
: nam satis est equitem mihi plaudere, ut audax
contemptis
aliis explosa Arbuscula dixit.
Men moveat
cimex Pantilius, aut cruciet quod
vellicet
absentem Demetrius, aut quod ineptus
Fannius
Hermogeneis laedat conviva Tigelli?
Quando puoi
gira spesso lo stilo se desideri
scrivere
qualcosa che sia degna d’essere letta,
né
devi affaticarti più di tanto perché la gente
ammiri
il tuo lavoro: sii contento di pochi lettori.
O sei tanto
folle da preferire che le tue poesie
siano male
interpretate?
Non io:
infatti sono contento del plauso dei cavalieri
come disse
sprezzante Arbuscula, senza curarsi d’altro,
quando
venne fischiata.
Dovrei
preoccuparmi di quella cimice di Pantilio,
o crucciarmi
perché in mia assenza Demetrio mi provoca,
o
perché
quel
buono a nulla di Fanno mi offende
quando
è al tavolo di Ermogene Tigellio?
traduzione
di Antonio Spagnuolo