Tardi,
codardi e dardi nell’ignobile
mestier
di deprecabile poeta
col desiderio
stanco ed insolubile
d’un taglio
verginal d’anacoreta,
oso un focoso
e sciocco panegirico
un canto
che ghignar farà spergiuro
burlon
matto disfatto dell’empirico
eco per
l’impotente imperituro:
sotto le
piume di Orazio o di Caboto
languida,
grama, iniqua la parola,
vestita
in panni così quale lo scroto,
addestrerà
la rima segaiola.