L’origine
della specie è il fine
della rivoluzione
biologica.
scrivo con
il disordine dei sogni
scrivo
con le mie contraddizioni di poeta errante
scrivo
con la luna grande come una padella
scrivo
e la rabbia s’accumula nel mio cuore trasparente
scrivo con
cento miliardi di parole da conficcare
nel cervello
dei sempreeguali tuttieguali
negli occhi
degli imbecilli e dei pettegoli
nelle mani
dei servi di cristo e di berlicche
nel buco
del culo del diavolo e nel tuo ventre
con la
vergogna d’essere osceno e tenero
con la
cicatrice che non si rimargina
con la
merda della vita che sale sulle labbra
con il
cuore scuro come la notte in cui non m’addormento
scrivo con
la siccità nelle vene
sotto il
sole nero dell’impotenza
lungo le
strade dove cacano i cani
nei pub
che il martedì si recita a soggetto
dietro
l’angolo davanti a tutti sempre da solo
con le
mie preghiere le mie bestemmie le mie fatiche
scrivo con
la iella addosso e le spalle tatuate dal dolore
con la
fame d’amore e il furore d’impiccarsi
al baobab
dei sogni andati a marcio
col sudore
di chi è trafitto dentro e fuori
con questi
stracci di memorie e attese da eroe senza mito
con queste
mani che sono le mie mani
con queste
dita avide di toccare
con queste
labbra stanche di mordersi
scrivo con
la laringe che trattiene l’urlo
con
l’abitudine
che mi rende cieco
con la
sofferenza che mi fa veggente
con il
sarcasmo di chi ha paura
con l’assenza
di chi mi ama
con il
dolore di chi mi odia
scrivo
con la febbre e la follìa il fulmine la fusione
lo scandalo
il tempo dritto e il tempo a rovescio
scrivo
con le mie donne le mie amate e le mie odiate
le mie
compagne le mie vedove le mie puttane
quelle
che se ne andarono e quelle che restarono
per
succhiarmi
un’ora d’amore
scrivo con
il disordine dei sogni
scrivo
con le mie contraddizioni di poeta errante
scrivo
con la luna grande come una padella
scrivo
e la rabbia s’accumula nel mio cuore trasparente
scrivo con
i miei desideri che sono morsi
e l’insonnia
la tempesta la gioia e poi il silenzio
con il
volo da falco incazzato
per le
stelle le stalle e le strade che non portano da nessuna parte
con l’occhio
stralunato e il cazzo messo su dal viagra
lungo i
muri del piacere e le porte della stanchezza
e i
giuramenti
eterni e le bestie celesti
che irrompono
nel mio sonno
la carne
e il mare e il rumore
con
l’appetito
che freme e il cuore che chiede cuore
con il
calore di questa nudità
con la
nudità smisurata del desiderio che si fa sudore
povera
ricchezza inerme
come lo
sperma che ingoi
scrivo con
i chiodi nelle palle e i tam tam degli incubi
con i mostri
e gli scheletri dell’inconscio
con il
bisogno d’ascoltare ed essere ascoltato
scrivo
con la crudeltà d’esserci comunque
scrivo
fino a farmi male
e il
linguaggio
si commuove
e la mia
voce dice non ce la faccio più
scrivo con
te diletta mio sangue mio cuore mia pena
dolce amore
mia donna mia scomessa perduta
io non
sono che tuo io posso lacerarmi per te
amata mia
amata umida calda amante
mia donna
tra le donne che ho dimenticate
amata mia
la mia faccia non ha più lacrime
amata mia
il mio cuore non ha più sogni
amata mia
che sei sempre e non sei mai
o amata
che io mi addormenti che io m’intenda con te
che il
mio corpo ti copra e sia il tuo mantello
mia gioia
mio giogo mia forza mia giovinezza mia fede
amata mia
stringimi prendimi lontano dal mondo
scrivo con
il disordine dei sogni
scrivo
con le mie contraddizioni di poeta errante
scrivo
con la luna grande come una padella
scrivo
e la rabbia s’accumula nel mio cuore trasparente