Tutti
d'accordo:
la poesia
serve a poco
le strade
che attraversano il mondo
passano
attraversano le nostre ossa
inutile
avere paura o vergogna
in questa
terra che mai fu nostra
inutile
anche librarsi in aria
come zepelin
senza gas
siamo all'interno
dei nostri nomi
siamo
semplici
sì
che è
un modo gentile per dire: io soffro
siamo
disperati
quanto basta
per riposare
nel nostro dolore
ecco: non
temere se siedo accanto a te
e ho qualcosa
da raccontare
niente
più lutti né rutti
le parole
vengono, e vanno
e io non
ti prometto nulla
nella mia
destra c'è la luna
nella
sinistra
una memoria
che ha
perso ogni delicatezza
eppure
io posso continuare a vivere
e a morire
per sempre
ma tu mia
adorata pensa ad altro
pensa se
l'anima fosse come il pane
e fosse
sufficiente un bacio di fiamma e saliva
a impastare
un mondo nuovo
ti tocca
avere grazia, e pazienza,
per
riconoscere
nelle cose la tua storia
è
così che siamo
il nostro
volto muta con le mani
possiamo
diventare un filo d'erba
o un'onda
oh, sì,
c'è ancora molto da fare
in questo
dolce cuore della vita
gridare
Ffanculo,
mondo al mondo
o amare
la letteratura
più
della spazzatura
tanto sei
andata via da sempre
e io non
posso più arrivare alla tua pelle
non macino
più tristezza
e ho gettato
via il sonno
presto,
qualcosa!
ho bisogno
di odori
di nuovo
un odore
una cosa
che possa morire tra le mie mani
un dolore
almeno da finire ed esserci dentro
precisamente
dentro piangere
donna, ti
mostrerò le catene
mezzacartuccia
mi urli nel sonno
ma ciò
che mi hai dato è il desiderio di esistere
di
perfezionare
la voce per l'ultimo grido
questa è
una strana verità
ti ascolto
per essere sordo
ti guardo
per accecarmi
non
c'è
poema d'amore
cui in
calce non metterei la mia firma
e qui mi
firmo qui
in attesa
di rinfacciare a dio
ciò
che posso cantare o tacere
e d'avermi
dato stelle e sperma
per le
ore che dico Dove sono adesso?
Fottiti!
tu che puoi
perché
io ho bisogno di caos
e di emergere
con guaiti da cucciolo
agitando
la coda come ci fosse la luna
migrare
verso il primo dove
io, mistura
irrepetibile di cellule transgeniche
di fermenti
spruzzati in faccia all'eternità
di non
andare, rimani, stai che sfidano il tuo cuore
se mai
abbia ancora di erezioni
e digressioni
e dispersioni
e
trasgressioni
per cui
alla fine più semplice è il mistero delle cose
è
ciò che è
né
migliore né peggiore
un altro
pezzo di merda umana
di morte
che ci bacia dovunque siamo
di atomi
per fisici che non hanno ancora appreso
che tutto
si spezza
vecchio,
vecchio: ma tu non riesci
ad amarmi.
E io, io semplicemente
sto qui
Zitta!
ora prendo nota