VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni dispari
7 luglio 2000



Emilio Piccolo
Visible world

 
Tutti d'accordo:
la poesia serve a poco
le strade che attraversano il mondo
passano attraversano le nostre ossa
inutile avere paura o vergogna
in questa terra che mai fu nostra
inutile anche librarsi in aria
come zepelin senza gas

siamo all'interno dei nostri nomi
siamo semplici
che è un modo gentile per dire: io soffro
siamo disperati quanto basta
per riposare nel nostro dolore

ecco: non temere se siedo accanto a te
e ho qualcosa da raccontare
niente più lutti né rutti
le parole vengono, e vanno
e io non ti prometto nulla
nella mia destra c'è la luna
nella sinistra una memoria
che ha perso ogni delicatezza
eppure io posso continuare a vivere
e a morire per sempre

ma tu mia adorata pensa ad altro
pensa se l'anima fosse come il pane
e fosse sufficiente un bacio di fiamma e saliva
a impastare un mondo nuovo

ti tocca avere grazia, e pazienza,
per riconoscere nelle cose la tua storia
è così che siamo
il nostro volto muta con le mani
possiamo diventare un filo d'erba
o un'onda

oh, sì, c'è ancora molto da fare
in questo dolce cuore della vita
gridare Ffanculo, mondo al mondo
o amare la letteratura
più della spazzatura

tanto sei andata via da sempre
e io non posso più arrivare alla tua pelle
non macino più tristezza
e ho gettato via il sonno

presto, qualcosa!

ho bisogno di odori
di nuovo un odore
una cosa che possa morire tra le mie mani
un dolore almeno da finire ed esserci dentro
precisamente dentro piangere

donna, ti mostrerò le catene
mezzacartuccia mi urli nel sonno
ma ciò che mi hai dato è il desiderio di esistere
di perfezionare la voce per l'ultimo grido

questa è una strana verità
ti ascolto per essere sordo
ti guardo per accecarmi
non c'è poema d'amore
cui in calce non metterei la mia firma

e qui mi firmo qui
in attesa di rinfacciare a dio
ciò che posso cantare o tacere
e d'avermi dato stelle e sperma
per le ore che dico Dove sono adesso?
Fottiti! tu che puoi

perché io ho bisogno di caos
e di emergere con guaiti da cucciolo
agitando la coda come ci fosse la luna
migrare verso il primo dove
io, mistura irrepetibile di cellule transgeniche
di fermenti spruzzati in faccia all'eternità
di non andare, rimani, stai che sfidano il tuo cuore
se mai abbia ancora di erezioni
e digressioni
e dispersioni
e trasgressioni
per cui alla fine più semplice è il mistero delle cose
è ciò che è
né migliore né peggiore
un altro pezzo di merda umana
di morte che ci bacia dovunque siamo
di atomi per fisici che non hanno ancora appreso
che tutto si spezza

vecchio, vecchio: ma tu non riesci
ad amarmi. E io, io semplicemente
sto qui

Zitta! ora prendo nota


Home