VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Poesie dei giorni dispari
5 giugno 2002



Carmelo Bene
Pentesilea

 
OVVERO
VULNERABILE INVULNERABILITA'
E NECROFILIA IN ACHILLE

poesia orale
su scritto incidentato
versioni da Stazio Omero Kleist

E' brivido presaga madre Teti
marina che di sotto i vitrei gorghi
ha visto i remi contro de l Idea
piano frantuma l onda e a l aria grida

Contro me s ergono queste navi
a me sono minaccia di sventura

Vedo già l mare Jonio Egeo solcato
da mille navi Vano
questo greco allearsi con gli atridi
superbi se per mare se per terra
il mio Achille si vuole stanare
se lui per primo vuole
 rivelarsi seguire
 questa guerra Dolore

Tardo timore dentro il cuore questo
di madre che
dal profondo marino abisso

Una tempesta Ahi me infelice E' tardi

Se per te ho conosciuto
l'umiliazione di questa terra
Se ho subìto uno sposo mortale
Se appena nato t immersi
oh per intero l avessi fatto
dentro il corso inviolato dello Stige
indossa oh non per molto queste vesti femminee

Ti rivolta Perché distogli gli occhi
E che vergogna è in questa debolezza
Su te Sul grande Mare consanguineo

Giuro Chirone non lo saprà mai
E' a te così molesto simularti
fanciulla in mezzo ad altre
e danze e giochi intessere con loro

Mi fosse dato giungere due amori
Un nuovo Achille stringere al mio seno

T era penoso fingerti
bambina tra bambine a nove anni
danzare spensierata insieme ad esse

Che può mai somigliare
altra felice questa vita questa

Zeus questa terra il sole mai Briséide
Mai femmina Le mani
queste le mani queste
hanno toccato
Ma la Sposa Bambina
che dalle braccia mi fu strappata

Le navi Le navi
Le navi marine

Ecco la sorellina del mio Achille
Non si nota com è crucciata in volto
simile in tutto a quel suo fratello

Chiedeva intrepida arco e faretra
rinunziando alle nozze
così com è costume delle Amazzoni
Ho già fin troppo il mio bel da fare
con quel mio figlio maschio

Oh non lasciarla misurarsi mai
nelle gare indecenti della lotta
né mai sola addentrarsi nei boschi

Terra a me cara in che ho fidato
il pegno questo del mio grande amore
siimi propizia Non lo raccontare

E si fa Rosso
costretto in vesti femminili queste

E gli insegna così Così Gli insegnai
a non più così rigidire il collo
a snodare così le braccia forti
a piegare le troppo larghe spalle

  così

Gli raccoglie così così ma in belle
trecce ordinate gli
scomposti capelli Di fiori
cinge il collo del suo beneamato
così   la gonna

Gli insegna a camminare
senza inciampi nei veli le movenze
a gestire a parlare
 piano così

Capelli

Fra le tutte Lei scelse sua compagna
questa Lei sola segue Lei con gli occhi
fissa Con gli occhi questi
sempre a Lei accanto
Piano così la tocca
col tirso
I fiori con le bende
fatte apposta cadere

  così

Le mostra dell usata lira
questa le dolci corde
E le guida così la mano questa
queste le dita preme sulle corde
mentre lei suona

Mentre canta le sfiora la bocca
l abbraccia e approva e stringe
tra baci a mille

E gli insegna a filare a torcere
il pollice su l indice così
la lana grezza

E Da capo Col fuso e le matasse
scompigliate E stupisce del timbro
della sua voce questa Della forza


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