Sempre,
certo, al centro dell'altare,
ma non
nella consueta condizione.
Vivo, e
fermo un istante a divagare
in questa
spersa chiesa di Carmona.
Coronato
di spine, flagellato
sotto i
tre raggi d'oro,
ma accovacciato,
il volto in una mano,
e come
una stanchezza senza fine,
così
inerte e smagato,
così
umano.
Così
segretamente
sofferente,
fosse anche
lui ora qui da adolescente,
nella
sinistra
abbandonata
chissà,
lui pure, simbolicamente
terrebbe
adesso stretta
una sua
sigaretta.
Non gli
importa dell'oro, né dei fiori.
Pensa a
qualcosa, a qualcuno, guarda fuori
senza vedere
...il sole, noi, la gita,
Paola al
suo posto, paziente e compita,
assorta
nella sua vita.
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