La poesia di Denise Riley (Carlisle,
1948), autrice inglese affermatasi negli anni Settanta, non è
sperimentale
solo in senso linguistico/grammaticale, ma lo è per la
disposizione
che anima la natura perturbatrice stessa del suo apparato ideologico,
costituito
da interrogativi, sfide, analisi e tattiche destabilizzanti, volte a
creare
l'effetto straniante di una poesia essenzialmente astratta e, se si
vuole,
assurdista, costruita, tuttavia, con la partecipazione dei dati
più
pratici e tangibili della realtà.
Sul piano della
cronografia della ricerca poetica anglosassone, si può inserire
la poesia della Riley nei discorsi dell'avanguardia inglese
post-sessantotto
in ragione della sua trattazione in chiave sperimentale dei processi di
formazione e devianza dei rapporti madre-figlio/a,
individuo/società;
in tal senso, sia la sua poesia sia la sua saggistica marcano non solo
i territori marxisti della sociologia della letteratura e della
psicologia
che furono alla base dei discorsi femministi di quegli anni, ma
soprattutto
le teorie poststrutturalista e decostruzionista, traendo ispirazione
dall'opera
di Derrida, Lacan e Kristeva.
Curatrice dell'antologia
di saggi di critica letteraria sulla poesia inglese contemporanea Poets
on Writing: Britain 1970-1999, e autrice di saggi teorici di
ispirazione
beauvoiriana e woolfiana sulla condizione femminile in genere, la Riley
si è occupata più specificamente delle problematiche
connesse
all'identità come genere in Am
I that name? Feminism and the categories
of Women in history e dell'esperienza dell'essere madre in War
in the nursery: Theories of the
child and mother. Del 1987 la sua raccolta Dry Air, che
include testi poetici di raccolte precedenti come Marxism for Infants (1977), No Fee
(1978) e Some Poems (1982).
Nel 1993, la Riley ha pubblicato Mop
Mop Georgette (Reality Street Editions) e nel 2000 le Selected Poems. Attivista
del Women's Movement già negli anni Settanta, la Riley ha,
dunque,
collocato su i due fronti distinti ma non estranei della poesia e della
critica letteraria il suo intellettualismo avanguardistico, che ricorda
il cerebralismo sperimentale di John Ashbery, Frank O'Hara, e Alice
Notley.
Non v'è reticenza
nei versi della Riley che narrano di un Io altro da sé, quanto
un
flusso ininterrotto d'accumulazione e dispendio che si consuma in
effige
con tagliente laboriosità. Il suo nucleo problematico è
dato
dalla rinuncia a pervenire a un'identità definita una volta per
tutte e dalla ricerca di un alter-ego semiserio ed eteromorfo,
intermediario
tra vita e arte. Se il tema dell'individualità dissipata motiva
l'aspetto formale più eclatante della sua poesia, che adotta un
discorso monologante tragicomico di tipo ossessivo, quello della lotta
femminista ne costituisce il fondamento contenutistico. All'ascolto, la
poesia della Riley è segnata da un'espressività che
oltrepassa
i confini della parola per diventare gesto, rappresentazione
drammatica.
L'alta densità delle figure retoriche, dei doppi sensi e dei
giochi
di parole è impiegata a produrre l'oscurità lessicale
divenuta
contrassegno della poesia della Riley.
In Dry Air, l'argomento predominante
è instabilità delle forze che nel sociale gestiscono il
confronto
tra i sessi. L'aspetto prevalentemente linguistico del discorso che
porta
avanti la Riley in questa raccolta mostra elementi costitutivi
polifonici
facendo impiego di un linguaggio eterogeneo che adotta sia il gergo
comune
della working class sia quello ricercato dei circoli underground
londinesi
dell'arte alternativa. Vi si trovano strutture e tropi impiegati nel
quotidiano
mescolate ad espressioni inusitate. Dunque, partendo da piani diversi e
spesso antagonistici, questi due campi linguistici - quello dialettale
e quello letterario - raggiungono una condizione di sovrimpressione,
giungendo
a una singolare osmosi.
La prima raccolta del 1977, Marxism
for Infants, da cui è tratta la poesia qui tradotta,
affronta questioni
di soicolingusitica che prendono in esame la condizione femminile da un
punto di vista marxista. La valenza politica dei contenuti è
stemperata
da un elocutio semiserio stilisticamente privo di pretese e incline
all'assurdismo
('Ella ha ingerito sua moglie').
La poesia A note on sex and
"The reclaiming of language" si erge sull'allegoria della donna
considerata
una selvaggia (il buon selvaggio). L'Io lirico autobiografico che si
cela
in questo testo come in molti altri da Marxism for Infants (1977) a Stair
Spirit (1992) pratica una sorta di psicoanalisi femminista nel
segno di
una dimensione soggettiva non coesa di frammenti pubblici e privati.
Una nota sul
sesso e 'La recriminazione
della lingua'
La Selvaggia torna a casa in aereo
dalla Nuova Nazione
vestita con
abiti da aborigena
con un carico di sensibilità
per scrutare
le pianure ancestrali
coi i miti considerati
e sognati in
cucina come guide
spirituali.
Sarà scoperta
come il
significato che s'affolla
e s'addensa intorno alle parole
in cerca di
una scappatoia tra
le feritoie, come un'inseminazione.
L'opera è
ad esempio
scrivere 'lei intendendo
solo un dato
di fatto, non
una forte icona
di qualcosa
che non t'appartiene,
che ti osserva.
La nuova terra è colonizzata,
ma le sue prospettive sono sterili.
La Selvaggia piange mentre atterra
all'aeroporto.
Le è
stato imposto di
acquistare statue di legno che la rappresentavano.
Ella immagina sua moglie &
come potrà lasciarla? Quando
la moglie
esce per i suoi infiniti
incontri sotto la pioggia
ella
dirà aah, ammiro
il suo spirito, brava, la piccola mia
& quando
il ventre di lei
si gonfierà in un improbabile pallone
la
moglie-femmina penserà
- si, sono stata io a fecondarla,
e con che
generosità!
Biologia, sei davvero una magia!
Ella ha ingerito sua moglie
si è
impossessata di nuovo
dei propri polsi
sta
accucciandosi nelle proprie
tempie, la
caduta della
luce sul capelli
o qualsiasi decorazione
è
posseduta nuovamente.
Ella è un Io.
Non c'è niente da fare.
Tuo 'padre' ed Io.
Biologicamente,
un fallimento.
Il bambino tenta manualmente;
lo chiama il
seme speciale ma
a scuola si confonde.
Una moglie inconsapevole è
issata in alto come un vessillo
sul parco giochi e poi data alle fiamme. Come arde.
Ho udito l'acqua congelarsi in
mille launderettes
con un colpo
denso e bianco.
Ho udito il
ruggito di mille
aspirapolvere
marciare
lontano in un silenzio
senza tappeto
oggi è davvero tutta una
sinfonia di visione domestiche
a San Pietroburgo ora Leningrado
condividiamo le cucine
il cibo
è orrendo ma almeno
possiamo incontrare le compagne
E' novembre, bambina, e il tempo
passa
a piccoli
strattoni
una stanza tiepida
pulita e
stridulo come un seme
di arancia
in un
paesaggio umido
da Marxism
for Infants (Street Editions, 1977)
Bibliografia:
* Riley, Denise. Marxism for Infants
Street Editions, 1977.
* Riley,
Denise. "Waiting" (Truth,
dare or promise: girls growing up in the fifties, ed.
Liz Heron. London:
Virago, 1985, pp. 237-248).
* Riley,
Denise. Am I that name?
Feminism and the category of "women" in history,
Macmillan, 1988
* Riley,
Denise. Dry Air London:
Virago, 1985.
* Riley,
Denise. Stair Spirit
Cambridge: Equipage, 1992.
* Haslam,
Michael. "Of lyric
flight: Is ode an answer? Stair Spirit by Denise Riley,"
Angel Exhaust,
9, pp. 99-101.
* Wheale,
Nigel. "Colours - ethics
- lyric, voice: recent poetry by Denise Riley"
Parataxis, 4, Summer 1993,
pp. 70-77.