VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Ianus

A cura di Giuliana Lucchini


George Oppen

   
1. Myself I sing
2. Of this all things…

3. The building of the skyscraper

4. Power, the enchanted world




1. MYSELF I SING

Me! he says, hand on his chest.
Actually, his shirt.
                         And there, perhaps,
The question.

Pioneers! But trailer people?
Wood box full of tools -
                             The most
American. A sort of
Shrinking
                in themselves. A
Less than adult: old.

A pocket knife,
A tool -
             And I
Here talking to the man?
                           The sky

That dawned along the road
And all I've been
Is not myself? I think myself
Is what I've seen and not myself

A man marooned
No longer looks for ships, imagines
Anything on the horizon. On the beach
The ocean ends in water. Finds a dune
And on the beach sits near it. Two.
He finds himself by two.
                                      Or more.
'Incapable of contact
Save in incidents'
                            And yet at night
Their weight is part of mine.
For we are all housed now, all in our apartments,
The world untended to, unwatched.
And there is nothing left out there
As night falls, but the rocks

ME STESSO IO CANTO

Me! dice, la mano sul petto.
Veramente, sulla camicia.
                                  E lì, forse,
La domanda.

Pionieri! Solo gente da traino?
Scatola di legno piena di attrezzi -
                                        La più
Americana. Una specie di
Contrazione
                   In se stessi. Una
Meno che adulta: vecchia.

Un temperino,
Un attrezzo -
                       E io
Qui a parlare col tipo?
                             Il cielo

Che albeggiava lungo la strada
E tutto ciò che sono stato
Non è me stesso? Io penso che me stesso
E' ciò che ho visto e non me stesso

Un uomo abbandonato su di un'isola
Non cerca più navi, immagina
Qualsiasi cosa all'orizzonte. Sulla spiaggia
L'oceano finisce in acqua. Trova una duna
E sulla spiaggia vi si siede vicino. Due.
Si trova vicino a due.
                                O più.
'Incapace di contatto
Tranne che per incidente'
                                      Eppure di notte
Il loro peso è parte del mio.
Dal momento che siamo tutti a casa adesso, nei nostri appartamenti,
Il mondo incustodito, inosservato.
E non c'è nulla di abbandonato fuori
Mentre cade la notte, tranne le rocce

2. OF THIS ALL THINGS…

There are the feminine aspects,
The mode in which one lives
As tho the color of the air
Indoors
And not indoors

Only - What distinction
I have is that I have lived
My adult life
With a beautiful woman, I have turned on the light
Sometimes, to see her

Sleeping - The girl who walked
Indian style - straight-toed -
With her blond hair
Thru the forests

Of Oregon
Has changed the aspect
Of things, everything is pierced
By her presence tho we have wanted
Not comforts

But vision
Whatever terrors
May have made us
Companion
To the earth, whatever terrors -

Ci sono gli aspetti femminili,
Il modo in cui uno vive
Come se il colore dell'aria
A casa
E non a casa

Soltanto -. Se ho avuto una qualche
Distinzione è stata il vivere
La mia vita adulta
Con una bellissima donna, ho acceso la luce
Qualche volta, per vederla

Dormire - La ragazza che camminava
Con uno stile indiano - in punta di piedi -
Con i suoi capelli biondi
Attraverso le foreste

Dell'Oregon
Ha cambiato l'aspetto
Delle cose, tutto è trafitto
Dalla sua presenza sebbene non abbiamo chiesto
Conforti

Ma visione
Qualsiasi terrore
Può averci resi
Compagni
Della terra, qualsiasi terrore -

3. THE BUILDING OF THE SKYSCRAPER

The steel worker on the girder
Learned not to look down, and does his work
And there are words we have learned
Not to look at,
Not to look for substance
Below them. But we are on the verge
Of vertigo.

There are words that mean nothing
But there is something to mean.
Not a declaration which is truth
But a thing
Which is. It is the business of the poet
'To suffer the things of the world
and to speak them and himself out.'

O, the tree, growing from the sidewalk -
It has a little life, sprouting
Little green buds
Into the culture of the streets.
We look back
Three hundred years and see bare land.
And suffer vertigo.

LA COSTRUZIONE DEL GRATTACIELO

L'operaio dell'acciaio sulla trave
Ha imparato a non guardare giù, e fa il suo lavoro
E ci sono parole che abbiamo imparato
A non guardare,
a non cercare la sostanza
sotto di loro. Ma noi siamo sull'orlo
della vertigine.

Ci sono parole che non significano nulla
ma c'è qualcosa da significare.
Non una dichiarazione che è verità
Ma una cosa
Che è. E' affare del poeta
'Soffrire le cose del mondo
E dare voce a queste e a se stesso apertamente.'

O, l'albero, che cresce dal marciapiede -
Ha una piccola vita, che mette fuori
Piccoli boccioli verdi
Nella coltura delle strade.
Guardiamo indietro
Trecento anni e vediamo nuda terra.
E soffriamo la vertigine.

4. POWER, THE ENCHANTED WORLD

1
Streets, in a poor district -

Crowded,
We mean the rooms

Crowded, they come to stand
In vacant streets

Streets vacant of power

Therefore the irrational roots

We are concerned with the given

2
…That come before the swallow dares…

The winds of March

Black winds, the gritty winds, mere squalls and rags

There is  a force we disregarded and which disregarded us

I'd wanted friends
Who talked of a public justice

Very simple people
I forget what we said

3
Now we do most of the killing
Having found a logic

Which is control
Of the world, 'we'
And Russia

What does it mean to object
Since it will happen?
It is possible, therefore it will happen
And the dead, this time, dead

4
Power, which hides what it can

But within sight of the river

On a wall near a corner marked by the Marylyn Shoppe
And a branch bank

I saw scrawled in chalk the words, Put your hand on your
           heart

And elsewhere, in another hand,

Little Baby Ass

And it is those who find themselves in love with the world
Who suffer an anguish of mortality

5
Power ruptures at a thousand holes
Leaking the ancient air in,

The paraphernalia of a culture
On the gantries
 
And the grease of the engine itself
At the extremes of reality

Which is not what we wanted

The heart uselessly opens
To 3 words, which is too little

POTERE, IL MONDO INCANTATO
1
Strade, in un distretto povero -

Affollate,
Intendiamo le stanze

Affollate, vengono a stare
In strade vuote

Strade vuote di potere

Perciò le radici irrazionali

Siamo preoccupati per l'esistente

2
…Che vengono prima che la rondine osi…

I venti di Marzo

Venti neri, i venti sabbiosi, solo turbini e baccano

C'è un forza che abbiamo trascurato e che ci ha trascurati

Volevo degli amici
Che parlassero di una giustizia pubblica

Gente molto semplice
Dimentico ciò che dicevamo

3
Adesso facciamo la gran parte dei massacri
Avendo trovato una logica

Che è il controllo
Del mondo, 'noi'
E la Russia

Cosa significa opporsi
Dal momento che accadrà?
È possibile, perciò accadrà
E i morti, questa volta, morti

4
Potere, che nasconde ciò che può

Ma in vista del fiume

Su di un muro presso un angolo segnato dal Marylyne Shoppe
E una filiale di banca

Ho visto scarabocchiate col gesso le parole, Mettiti la mano sul
                  cuore

E altrove, nell'altra mano,

Little Baby Ass

E sono quelli che sono innamorati del mondo
A soffrire l'angoscia della mortalità

5
Il potere irrompe attraverso migliaia di buchi
Facendo entrare l'aria antica,

I parafernalia di una cultura
Sui cavalletti

E il grasso del motore stesso
All'estremità del reale

Che non era ciò che abbiamo chiesto

Il cuore si apre inutilmente
A tre parole, che è troppo poco
 
Trad. di Marco Nieli

Poco conosciuto e considerato dalla critica americana, completamente ignorato da quella italiana, George Oppen appartiene al gruppo "oggettivista" insieme a W. C. Williams, C. Rakosi, C. Reznikoff e L. Zukofsky. Di lui ha scritto E. Pound: "un serio artigiano, una sensibilità che non è all'altezza di tutti e che non è derivata dai libri di nessun altro." Fervente comunista negli anni del New Deal, ha in seguito espresso il suo dissenso verso gli orrori totalitari della dittatura staliniana, senza dismettere il suo abito mentale di radical appassionato.

Libri di poesia pubblicati: Discrete Series (1934); The Materials (1962); This Is Which (1965);Of Being Numerous (1968); Alpine: Poems (1969); Seascape: Needle's Eye (1972);The Collected Poems of George Oppen (1975); Primitive (1978); Myth of the Blaze (1972-1975).


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