Salvador
Incontrando i britannici
Cuba
Nota critica
Nota biografica
Bibliography
Salvador
Quest’aragosta
non è in effetti un’aragosta, ma
il telefono
che squilló per Neville Chamberlain:
s’abbatté
da un ramo spoglio
giú
nel piatto dove i resti di un pasto
includono un’istantanea
di Hitler
e alcuni fagioli
bolliti avanzati
da Costruzione
molle: presentimento
di Guerra
Civile. Quando Breton
mi trascinó
davanti alla sua Corte,
citai il Manifesto;
bisogna tralasciare
considerazioni
estetiche e morali
per mantenere
integre le nostre immagini oniriche.
E se nei miei
sogni, Hitler fosse un masochista
che solleva
il pugno
unicamente per
essere schiacciato?
Potrei avere
sognato di fottere André Breton…
Con queste parole
si prese gioco del mio Enigma di Guglielmo Tell…
E proprio
lí, ora faccio inginocchiare Lenin
con una massiccia
natica allungata
e la visiera
estesa
del suo berretto
sorretta da due bastoni a forcella.
Adesso vedo
una bistecca cruda di manzo
sulla testa
di mio figlio. Mio padre canta una nenia. Sommessamente.
E’ questo
che va riferito, per quanto obliquamente,
questo ció
che si deve riferire? Nell’ottobre del 1934
lasciai Barcellona
dall’uscita posteriore
con un portfolio
di opere
per il mio
assolo a New York.
Una notte stellata,
l’abbaiare dei cani,
il tassista
anarchico che portava con sé due bandiere,
una spagnola,
l’altra catalana. Da che parte stavo?
Né
da una, né da entrambe, né da nessuna.
Io che m’ero
inginocchiato con Lenin alla Corte di Breton
e che avevo
giurato obbedienza al proletariato,
che avevo visto
il baratro
tra me e il
surrealismo aprirsi
come una crepa
in una mattonella,
in Costruzione
Molle dipinsi uno gnomo gigante
quei suoi arti
bizzarri.
Tra le sue statue
spezzate di Valladolid
ce n’è
una il cui piede è ancora saldato
a un basamento
di granito
da cui, come
noi, trae la sua forza.
Con questo,
e con pochi fagioli bolliti,
non si puó
banchettare da ghiottoni
sulle carcasse
di Caino e Abele
senza che
qualche malinconico vegetale
non ci riporti
alla terra, al salottino,
al mattatoio.
Le nostre guerre
civili, gli imperi andati in briciole,
le notti stellate,
infinite,
tenute al sicuro
sotto le cinture,
hanno solo
lievemente mofificato l’inclinazione
della foglia
d’acanto,
quella sua
punta di porpora-e-alabastro fine a se stessa.
Incontrando i britannici
Incontrammo
i britannici in pieno inverno.
Il cielo era
lavanda,
azzurrolavanda,
la neve.
Riuscivo a
percepire nel sottofondo
il confluire
di due ruscelli
(entrambi
sotto uno strato di ghiaccio)
e, non meno
insospettato, me stesso
che chiamavo
in francese, gridando
da un capo all’altro
della radura
nel bosco.
Né il generale Jeffrey Amherst,
né tantomeno
il colonnello Henry Bouquet
riuscivano
a ingoiare il nostro tabacco
di salice. Per
quanto riguarda lo strano odore
che si effondeva
dal fazzoletto allorquando
i colonnelló
lo spiegó: C’est la lavande…
une fleur
mauve comme le ciel.
Ci regalarono
6 ami da pesca
e due coperte
ricamate di vaiolo.
Cuba
Quella mattina
mia sorella maggiore
rincasó
nel suo vestito da sera
di mussola
bianca: ‘Chi diavolo
credi di essere
per andartene in giro
per le discoteche
mezza nuda? Come se non avessimo
abbastanza
problemi con questo mondo in guerra, se non addirittura
prossimo alla
fine!’ , gridava mio padre, picchiando i pugni sul tavolo.
‘Questi benedetti
americani, pericolosi, come sempre –
avessi sentito
Patton ad Armagh! –
Ma sai quel
Kennedy…è mezzo irlandese,
quindi non
puó essere molto meglio di noi, no?
Ma non ha
che da dire una parola…
e se hai qualcosa
sulla coscienza,
ti conviene
andare a riconciliarti con Dio!’
Riuscivo a sentire
May da dietro le tendine che diceva:
‘Benedicimi
Padre perché ho peccato… ho detto
una bugia,
ho disobbedito, un giorno…
e, Padre,
una volta…un ragazzo…mi ha toccata.’
‘Dimmi, figliola:
questa toccata è stata “impura”?
Ti ha toccato,
ad esempio, i seni?’
‘Me li ha
toccati, si, Padre, ma con delicatezza.’
Traduzione:
Erminia Passannanti
[le
poesie qui
pubblicate sono tratte dall’antologia di poesia britannica
contemporanea Gli uomini sono una beffa degli angeli,
Ripostes 1993. Traduzione
e cura di Erminia Passannanti, con una co-prefazione di Blake Morrison.
All rights reserved.]
Come
è consuetudine nello stile surrealista di Paul Muldoon, anche in
queste tre poesie, ‘Salvador’, ‘Incontrando i Britannici’ e ‘Cuba’,
l’autore
affronta obliquamente la guerra civile e gli assassini settari nelle
conte
nord-irlandesi dell’Ulster britannico.
Sul
piano dell’espressivitá verbale, la scelta del linguaggio, che
non
di rado assume toni ludici, mette in luce una tendenza al
plurilinguismo,
confermandosi il tipo di poesia-citazione che Muldoon ha assunto dagli
esempi di Eliot e Pound, ma che ha ulteriormente elaborato in direzione
postmoderna, assumendo i suoi materiali da un extratesto ben piú
eterogeneo, in un ‘altrove’ che disattende ogni aspettativa di
asservimento
dell’artista alla causa nazionale, per quanto dolorosa e problematica
come
la guerra civile nell’Ulster.
Paul
Muldoon è nato a Portadown, nella contea di Armagh, Irlanda del
Nord, nel 1951. I suoi insegnanti lo iniziarono alla lingua e alla
musica
irlandesi, alla poesia di T. S. Eliot e alla letteratura moderna. Nel
1969,
inizió gli studi universitari a Belfast, entrando in contatto
con
Seamus Heaney, che era stato in passato suo tutor.
Frequentó
work-shop di poesia con Michael Longley, il critico Michael Allen ed
altri
scrittori nord-irnadesi. Fra i suoi collegahi-allievi, la poetessa
Medbh
McGuckian e Ciaran Carson. Nel 1973, mentre era ancora
all'università,
fu pubblicato il suo primo volume di poesie con Faber & da Faber.
Lo
stesso anno otteneva la laurea in letteratura inglese e iniziava a
collaborare
con la BBC di Belfast come produttore radio-televisivo. Dopo la morte
del
padre nel 1985, rinunció a questo lavoro e si trasferí
negli
Stati Uniti. Vive, tuttora, in America, a Howard, con la moglie, la
scrittrice
Jean Hanff Korelitz e i loro due figli. Paul Muldoon ha ricevuto il Sir
Geoffrey Faber Memorial Award nel 1991, il T. S. Eliot Award
per gli annali del Cile nel 1994, l’American Academy of Arts and
Letters
Award in Literature nel 1996. È presidente della Poetry
Society. Dal maggio 1999, è ‘Professor of Poetry’
all’universitá
di Oxford, succedendo a Seamus Heaney e James Fenton e, come è
tradizione,
manterrá l’incarico per 5 anni.
1971 Knowing
my Place, Ulsterman Publications
1973 New
Weather, Faber & Faber
1975 Spirit
of Dawn, Ulsterman Publications
1977 Mules,
Faber & Faber
1978 Names
and addresses, Ulsterman Publications
1980 Why
Brownlee Left, Faber & Faber
1982 Out
of Siberia,Gallery Press (Dublin)
1983 Quoof,
Faber & Faber
1986 Faber
Book of Contemporary Poetry (editor), Faber & Faber
1987 Meeting
the British, Faber & Faber