Introduzione
Poesie
Note bio-bibliografiche
Bibliografia essenziale
L'artista
è il custode dei valori umani d'integrità e tolleranza,
qualità
estremamente necessarie, oggi, nel Nord. (S. Heaney, 1963)
Introduzione
Fortuna
letteraria
L'espressione "fortuna letteraria"
è particolarmente idonea a descrivere il percorso compiuto
dall'opera
di Seamus Heaney nell'arco di un ventennio. L'assegnazione del Nobel
per
la Letteratura, nel 1995 a questo autore, mentre rappresentava il
massimo
tributo a un'arte poetica che aveva saputo guadagnarsi un successo di
portata
mondiale, focalizzava l'attenzione dell'opinione pubblica su tutta la
poesia
irlandese contemporanea prodotta nel nord dell'isola, e dunque, in modo
indiretto, sui primi seri tentativi di una sistemazione politica del
conflitto
civile in nord-Irlanda. E' legittimo affermare che la fama di Heaney
sia
in buona parte dovuta anche alla sua capacità di rendere conto
intimamente
di un fenomeno sociale quanto mai problematico e attuale come quello
nord-irlandese
dei Troubles.
Il Nobel per la Letteratura era
stato conferito, in passato, ad altri tre scrittori irlandesi, W.B.
Yeats,
G.B. Shaw e Samuel Beckett. Tuttavia, quella era la prima volta che un
tale riconoscimento andava a un autore cattolico dell'Irlanda del Nord,
proveniente da quell'area territoriale e politica dell'isola denominata
Ulster britannico. E' a Belfast, infatti, che risiedono le radici
culturali
della poesia di Heaney, una poesia che afferma il valore collettivo
delle
esperienze vissute dal poeta e dal suo gruppo di appartenenza e che
vive
di incessanti allusioni alla guerra civile.
In tal senso, le drammatiche
circostanze
storiche che si erano determinate nel 1921 a seguito dell'aspra guerra
di Indipendenza e che, successivamente, erano venute fissandosi in
laceranti
opposizioni politico-religiose, si rispecchiano a volte obliquamente,
altre
in modo esplicito, nelle analisi che Heaney offre delle dinamiche del
conflitto
e delle sue ripercussioni sulla psicologia del singolo e della
collettività.
Tali precarie condizioni rimasero paradossalmente stabili per un lungo
arco di tempo, fino agli anni Sessanta, quando l'equilibrio mantenuto
dalle
fazioni in lotta cominciò a disintegrarsi con estrema violenza.
Nell'opera di Heaney, dunque,
la lirica personale affonda le sue radici nel sistema di valori della
comunità
interpretativa, rappresentando, in tal modo, la possibilità di
una
relazione feconda tra il poeta e la sua audience. Come nell'opera di
Thomas
Hardy, John Clare e Robert Bridges, la scrittura poetica non viene
confinata
all'ottica del singolo ma votata alle narrazioni della gente comune,
arricchendosi
di una matrice popolare fatta di tonalità musicali desunte dalle
folk-songs * irlandesi. E' come se Heaney desse voce alle "masse mute"
a cui attribuisce conoscenza e consapevolezza, e dalle quali riceve in
cambio una sorta di mandato sociale. Sebbene questi legami di
significazione
coincidano strettamente col territorio, Heaney prospetta
un'emancipazione
dai limiti che la forte appartenenza a un nucleo impone.
La qualità che garantisce
questa capacità di "sconfinamento" è un'elevata
consapevolezza
poetica che mantiene vivo un contatto con le più alte tradizioni
letterarie europee, pur fondandosi sul patrimonio di una
collettività
contadina che tramanda da secoli una memoria essenzialmente orale.
Poetica
" ... come poeta tendo verso la
ricerca di un ritmo, nel senso che il mio sforzo è affidarmi
alla
stabilità conferita da un ordine di suoni musicalmente
soddisfacenti."
(Seamu
Heaney, "Crediting Poetry",
Discorso di accettazione del Nobel , Stoccolma, 1995)
Seamus Heaney non ha rinunciato
al progetto di cogliere la totalità del reale in forza dello
spirito
lirico - una speranza che il mondo contemporaneo non nutre da tempo - e
lo fa lavorando su minimi elementi. La sua poetica può essere
definita
della memoria superstite nella misura in cui essa viene riattivata su
dei
ritrovamenti, siano essi semplici oggetti dell'infanzia e del lavoro
rurale,
come un pennello da imbianchino, un vecchio sofà, l'altalena, la
pietra molatrice, camion e trattori, o reperti archeologici
d'inestimabile
valore, quali elmi, spade, salme mummificate di mitici eroi, rinvenute
nel fondo delle paludi nordiche. La particolarità che emerge
dalla
trattazione di questi soggetti è la presenza, nelle liriche
più
pregnanti, di domande formulate in modo esplicito e rivolte al "noi"
del
gruppo di appartenenza. Con l'impiego sistematico di questo pronome,
Heaney
sembra attribuirsi la piena legittimità a porsi come
autorità
morale per il rinnovamento dell'identità culturale nazionale,
un'identità
che sappia rimanere in costante e fecondo contatto con la tradizione.
Non si tratta di un semplice
sentimentalismo
delle origini, ma di un preciso impegno etico nei confronti di una
comunità
da secoli in lotta per la difesa e il recupero della propria
dignità
al costo della vita dei suoi stessi membri - una battaglia che il poeta
non manca di sottoporre a una costante riflessione critica che
sottolinei
la frizione esistente tra arte, politica e società: "Da quel
momento
in poi, le questioni poetiche spostavano la loro attenzione dalla mera
realizzazione di un'icona verbale soddisfacente a una ricerca di
immagini
e simboli adeguati alla nostra fede politica" (Preoccupations). Seamus
Heaney sembra al contempo disapprovare il contegno letterario di quei
poeti
della postmodernitá che rimangono intenzionalmente astorici,
come
sospesi in un eterno presente che annienta non solo la lotta
ideologica,
ma i presupposti stessi dello scrivere, come testimonianza,
schieramento:
E a questo ammontano le buone
notizie:
questo
principio del sopportare,
del far buon viso
a cattivo
gioco e dare il proprio
appoggio dovendo solo
controbilanciare con il proprio
ciò che è intollerabile
negli altri,
dovendo sopportare
qualsiasi
cosa sia stata concordata
e accettata
contro il nostro migliore giudizio.
La sofferenza
passiva fa
andare in tondo il
mondo.
Pace sulla
terra, uomini di buona
volontà, tutto ciò
porta bene finché l'equilibrio
tiene,
il piatto
sorge fermo e lo sforzo
dell'angelo
si prolunga
fino a un grado sovrumano.
(S.H. ‘Schierandosi’)
L'impressione
ricavata dal
lettore è che l'autore tragga ispirazione da eventi e passioni
innanzitutto
private, ma a una valutazione più accorta giungerà a una
poetica che dagli ambiti puramente autobiografici si trasferisce a
quelli
di esperienze proteiformi e collettive; che insomma parli nel codice
idiomatico
di una data collettivitá (cattolica, come da esempio ‘Pace sulla
terra, uomini di buona volontá’). E' questa tendenza a
determinare
la forte tensione di Heaney verso le "ragioni" della lotta dei
cattolici
irlandesi. Si puó allora confinare Heaney all’immagine del bardo
produttore di forme poetiche volte alla resistenza politica? No,
infatti, nel 1972, la pressione esercitata dall'opinione pubblica
affinché
il poeta abbracciasse ufficialmente la causa nazionale, indusse Heaney
ad abbandonare il Nord per stabilirsi con la sua famiglia, a Wicklow,
nella
Repubblica d'Irlanda e difendere il principio della fondamentale
autonomia
dell’artista.
Poesie
San Kevin e
il merlo
Il fusto
di pioggia
Schierandosi
Rotta di
volo
San
Kevin e il Merlo
E poi c'era San Kevin e il merlo.
Il Santo
è in ginocchio
dentro la sua cella
a braccia
tese ma la cella è
stretta
Così deve sporgere il palmo
irrigidito
come una
trave maestra fuori
dalla finestra
affinché
il merlo vi si
posi
per deporre e
preparare il nido.
Kevin avverte nel cavo della mano
le uova tiepide,
il pettuccio,
la testina dal
piumaggio ravviato,
i piccoli
artigli e, scoprendosi
legato
alla rete
della vita eterna,
è mosso a pietà:
dovrà continuare a tenere la mano tesa
come un ramo
fuori nella pioggia
e nel sole per settimane
finché
la nidiata non
uscirà dal guscio per prendere il volo.
*
E siccome
l'intera cosa è
stata comunque immaginata,
immagina tu
d' essere Kevin.
Come ti appare?
Dimentico di
se stesso o in agonia
perenne
dalla nuca fino agli avambracci
doloranti?
Ha le dita
indolenzite? Avverte
ancora le ginocchia?
Oppure, il
nulla ottenebrato
dell'oltretomba
s' è aperto un varco dentro
di lui? Vaga lontano con la mente?
Solo e
riflesso limpidamente
nel profondo fiume dell'amore,
"Lavorare e
non cercare ricompensa,"
questa è la sua preghiera.
Una preghiera recita il suo corpo
interamente
poiché ha dimenticato
se stesso, dimenticato il merlo
e solo, sulla sponda, ha scordato
il nome del fiume.
St Kevin
and the Blackbird
And then there was St Kevin and
the blackbird.
The saint is
kneeling, arms stretched
out, inside
His cell, but
the cell is narrow,
so
one turned-up palm is out the
window, stiff
As a
crossbeam, when a blackbird
lands
And lays in
it and settles down
to nest.
Kevin feels the warm eggs, the
small breast, the tucked
Neat head and
claws and, finding
himself linked
Into the
network of eternal life,
Is moved to pity: now he must
hold his hand
Like a branch
out in the sun
and rain for weeks
Until the
young are hatched and
fledged and flown.
*
And since the whole thing's imagined
anyhow,
Imagine being
Kevin. Which is
he?
Self-forgetful
or in agony all
the time
From the neck on out down through
his hurting fore-arms?
Are his
fingers sleeping? Does
he still feel his knees?
Or has the
shut-eyed blank of
underearth
Crept up through him? Is there
distance in his head?
Alone and
mirrored clear in love's
deep river,
'To labour
and not to seek reward,'
he prays,
A prayer his body makes entirely
For he has
forgotten self, forgotten
bird
And on the
riverbank forgotten
the river's name.
Il fusto di pioggia
Capovolgi il fusto e quello che
succede
è una
musica che non avresti
sperato mai
d'udire.
Lungo il secco stelo
di cactus scorrono
acquazzoni, cascate, rovesci,
risacche.
Ti lasci
attraversare come un
condotto
d'acqua, poi
lo scuoti di nuovo
leggermente
ed ecco un diminuendo che corre
per le sue scale
come una
grondaia gemente. Di
seguito,
uno spruzzo
di stille da foglie
irrorate,
sottile umidità d' erba
e margherite;
poi mille
luccichii come soffi
di brezza.
Capovolgi
ancora il bastone.
Quel che succede
non è sminuito dall'essere
accaduto una volta,
due, dieci,
mille volte prima.
Che importa
se tutta la musica
che traspare
è un cadere di pietriccio
e semi secchi lungo un fusto
di cactus!
Sei come l'uomo ricco
accolto in paradiso
attraverso il
timpano di una
goccia di pioggia. E adesso
riascolta.
The Rain
Stick
Upend the rain stick and what
happens next
Is a music
that you never would
have known
To listen
for. In a cactus stalk
Downpour, sluice-rush, spillage
and backwash
Come flowing
through. You stand
there like a pipe
Being played
by water, you shake
it again lightly
And diminuendo runs through all
its scales
Like a gutter
stopping trickling.
And now here comes
A sprinkle of
drops out of the
freshened leaves,
Then subtle little wets off grass
and daisies;
Then
glitter-drizzle, almost-breaths
of air.
Upend the
stick again. What happens
next
Is undiminished for having happened
once,
Twice, ten, a
thousand times
before.
Who cares if
all the music that
transpires
Is the fall of grit or dry seeds
through a cactus?
You are like a rich man entering
heaven
Through the ear of a raindrop.
Listen now again.
Schierandosi
Il peso da 56 libbre. Solida
unità
di ferro
della
negazione; marchiata e
fusa con un tramezzo,
una corta
traversa forgiata per
maniglia,
spessa come
un piolo,
Peso squadrato dall'aspetto innocuo,
finché
non provi a sollevarlo,
quindi un scricchiolio d'ossa,
forza
disintegra-vita.
Nera scatola di gravità,
l'inamovibile
stampo,
tarchiata radice del
peso morto.
Eppure prova
a controbilanciarlo
con un altro peso posto su una
basculla
- una
basculla ben calibrata,
oleata di fresco -
e ogni cosa
trema, si effonde
di dare e avere.
*
E a questo
ammontano le buone
notizie:
questo
principio del sopportare,
del far buon viso
a cattivo
gioco e dare il proprio
appoggio dovendo solo
controbilanciare con il proprio
ciò che è intollerabile
negli altri,
dovendo sopportare
qualsiasi
cosa sia stata concordata
e accettata
contro il nostro migliore giudizio.
La sofferenza
passiva fa
andare in tondo il
mondo.
Pace sulla
terra, uomini di buona
volontà, tutto ciò
porta bene finché l'equilibrio
tiene,
il piatto
sorge fermo e lo sforzo
dell'angelo
si prolunga
fino a un grado sovrumano.
*
Rifiutare
l'altra guancia, lanciare
la pietra,
non agire
così, alle volte,
non contrastare
l'adempiente
che ti offende d'essere
è fallire il colpo, te
stesso, la regola intrinseca.
Maledici chi
ti ha colpito! Quando
i soldati beffeggiarono
Gesù
bendato ed Egli,
a sua volta, non li irrise
non si offesero né impararono
nulla, tuttavia
qualcosa fu
reso manifesto -
il potere
del potere
non esercitato, della
speranza intuita
dagli impotenti, per sempre! Tuttavia,
per Cristo,
fammi un
favore, almeno per questa
volta:
maledici, dai
scandalo, lancia
la pietra.
*
Due aspetti
in ogni questione,
certo, certo....
ma ogni
tanto, schierarsi è
la sola cosa
a cui si
può ricorrere
e senza
discolparsi o compatirsi.
Ahimè,
una sera che ci
voleva un colpo a seguire,
e un colpo
secco t'avrebbe fatto
rodere d'invidia,
replicasti ch' era la mia limitatezza
a mantenermi
destro, e avesti
una
mia prima resa.
Mi trattenni
quando avrei dovuto
invece darci dentro
e persi (mea culpa) il mordente.
Una
cavalleria del tutto fuori
luogo, vecchio mio.
A questo
punto, solo un colpo
basso lava l'onta.
Weighing
In
The 56 lb. weight. A solid iron
Unit of
negation. Stamped and
cast
With an
inset, rung-thick, molded,
short crossbar
For a handle. Squared-off and
harmless-looking
Until you
tried to lift it, then
a socket-ripping,
Life-belittling
force -
Gravity's black box, the immovable
Stamp and
squat and square-root
of dead weight.
Yet balance it
Against another one placed on
a weighbridge -
On a
well-adjusted, freshly greased
weighbridge -
And
everything trembled, flowed
with 'give and take.
And this is all the good tidings
amount to:
This
principle of bearing, bearing
up
And bearing
out, just having
to
Balance the intolerable in others
Against our
own, having to abide
Whatever we
settled for and settled
into
Against our better judgment. Passive
Suffering
makes the world go
round.
Peace on
earth, men of good will,
all that
Holds good only as long as the
balance holds,
The scales
ride steady and the
angels' strain
Prolongs
itself at an unearthly
pitch.
*
To refuse the
other cheek. To
cast the stone.
Not to do so
some time, not to
break with
The obedient
one you hurt yourself
into
Is to fall the hurt, the self,
the ingrown rule.
Prophesy who
struck thee! When
soldiers mocked
Blindfolded
Jesus and he didn't
strike back
They were neither shamed nor edified,
although
Something was
made manifest -
the power
Of power not
exercised, of hope
inferred
By the powerless forever. Still,
for Jesus' sake,
Do me a
favour, would you, just
this once?
Prophesy,
give scandal, cast
the stone.
Two sides to every question, yes,
yes, yes...
But every now
and then, just
weighing in
Is what it
must come down to,
and without
Any self-exculpation or self-pity.
Alas, one
night when follow-through
was called for
And a quick
hit would have fairly
rankled,
You countered that it was my narrowness
That kept me
keen, so got a first
submission.
I held back
when I should have
drawn blood
And that way (mea culpa) lost
an edge.
A deep mistaken chivalry, old
friend.
At this stage only foul play
cleans the slate.
Rotta di volo
1
Prima la
prima piega, poi altre
pieghe
di volta in
volta più
strette e nette finché
l'intero
foglio si riduceva
a un
quadratino ripiegato che
poi tirava su per i due angoli,
e manteneva
come una promessa
che aveva la facoltà di rompere,
ma che non
ruppe mai.
Una colomba
s'alzava in volo
dal mio petto
ogni volta
che le mani di mio
padre a me si svelavano,
reggendo una
barchetta di carta,
arca nell'aria,
linee di una
tenda tesa coi picchetti:
cima aguzza,
fondo squadrato,
la piccola piramide
centrale
sempre più incavata
come una
parte di me che sprofondava,
sapendo
che l'intera
cosa sarebbe affondata,
una volta
mandata al varo.
2.
Uguale e
contraria, è
la parte che si solleva
in quei cieli
trapunti di stelle
nell'occhio dell'inverno,
quando a
Wicklow me ne sto sotto
la rotta di volo
di un tardo
jet da Dublino, coi
fari sollevati
e baluginanti
dinanzi a ciò
che trascinano via.
Un fragore di
motori potenti
e il diminuendo
che si
allunga come una scia,
impronta bassa e lontana
lasciata nel
chiarore delle stelle.
Il sicomoro
parla la lingua del
sicomoro al buio,
la luce alle
mie spalle è
la luce di una casa a schiera.
In piedi
sulla soglia di casa
nelle prime ore della notte,
a
rappresentare tutto ciò
che perpetua
la posa: il restare
a casa
di chi s'
appoggiava allo stipite,
sollevava lo sguardo e attendeva,
coloro che
imparammo ad amare,
salutandoli alla partenza,
o a cui
ritornammo, coi vestiti
diversi
di cui
avevamo vergogna
Quelli che
non dimenticavano
mai
un volto o un
nome, che mai poterono
abbassare
all'improvviso
gli occhi,
mentre l'
aereo raggiungeva l'altitudine
di crociera,
per
accorgersi che la casa appena
sorvolata
- troppo
lontana per vedersi
adesso -
era proprio
la casa che avevano
abbandonato un'ora prima,
ricambiando i
baci con i baci,
mentre il
tassista caricava una
sull'altra le valigie.
3.
In alto,
lontano. Ebbrezza del
duty-free.
Black Velvet.
Bourbon. Altitudine
con lettere d'amore.
Passeggiata
aerea su Manhattan.
Rientro.
Poi la California. Il Tiburon
e la sua distesa.
Gli hamburger
di Sam, tavolate
e champagne,
più un
gabbiano che ci
fissa con uno sguardo duro.
Di nuovo rientro. Voti ripresi.
E fuori -
Reculer pour
sauter, entro un
anno dal
ritorno,
l'arrivederci meno lungo
dell'impasse.
Dunque, verso Glanmore. Glanmore.
Glanmore. Glanmore.
Preso in
trappola, consenziente,
al lavoro, a rischio e al sicuro.
Rifugio e
alloggio. Quercia,
alloro e sicomoro.
Poi, posizione-jet. Ah, questo
attraversare il tempo!
Si va verso
occidente, verso
oriente, il jumbo come lo scuolabus,
"The Yard", a
metà tra
fattoria e campus.
Un giro d'attesa e una presa che
diventa più tesa -
Sweeney
Astray svanisce nelle
verità d' Orazio:
Mutano i
cieli, non i crucci,
per chi attraversa i mari.
4.
Quanto segue
è per la
cronaca, alla luce
di ogni cosa
prima e da allora:
uno splendida
mattina di maggio,
millenovecentosettantanove,
appena
atterrato con il volo
speciale da New York,
sono sul
treno per Belfast. Piena
e semplice
felicità
dell'essere tornato:
il mare
a Skerries,
la fioritura nuziale
del biancospino,
il viaggio
verso nord con me
che mi appiglio
dolcemente
come una catena
ad ogni
corporea dentellatura.
Allora entra
- come fosse
una guardia di frontiera
-
entra uno che
avevo visto l'ultima
volta in sogno,
più
crucciato in viso
di quanto non lo fosse nel sogno stesso
in cui mi
faceva cenno di accostare
al lato d' una strada di montagna,
si
avvicinava, appoggiava il
gomito sul tetto della macchina
e mi spiegava
attraverso il finestrino
aperto
che tutto
quello che dovevo fare
era guidare prudentemente
un camion
fino alla prossima
dogana
a Pettigo,
spegnere il motore,
scendere come se
volessi
avviarmi all'ufficio
per il controllo dei documenti
- ma invece
proseguire più
in giù di dieci metri
verso la
strada principale e
montare su una macchina - ed ecco
il nome d' un
altro compagno
di classe, strizzata d'occhio e ammiccamento,
l'avrei
riconosciuto senz'altro,
sarebbe stato alla guida d' una Ford
e io sarei
tornato a casa sano
e salvo ...
Allora entra
e si siede
di fronte e
mi affronta di petto;
"Quando cazzo
ti decidi a scrivere
qualcosa per
noi?" "Se pure scriverò
qualcosa,
qualsiasi
essa sia, la scriverò
per me stesso."
E questo fu
quanto. O parole
con uno stesso effetto.
Per mesi e mesi i muri della prigione
furono imbrattati di escrementi.
Fuori da Long
Kesh, terminata
la lorda protesta ,
quegli occhi
di brace erano gli
occhi di Ciaran Nugent
come emersi
dal lurido inferno
di Dante
che si
aprivano un varco attraverso
rime e immagini
là
dove anch'io camminavo
dietro il pietoso Virgilio,
sano e salvo,
traducendo liberamente:
Quand'ebbe
detto ciò con
li occhi torti
riprese 'l
teschio misero co'
denti
che furo
all'osso, come d'un
can, forti.
5.
Quando
risposi che venivo "da
molto lontano",
il poliziotto
al posto di blocco
mi domandò con tono brusco,
"E dove
sarebbe, questo posto?"
Aveva
compreso a malapena le
mie parole e pensò
si trattasse
di qualche posto
al nord del Paese.
E tra il punto in cui ho vissuto
e quello
da cui sono
partito, c'è
una distanza ancora da colmare
- luce
stellare che viene
da lontano, in viaggio
da anni luce
- e anni luce lontana
dall'arrivo.
6.
All'improvviso,
la pura frenesia
di rammentare
la salita a zig-zag
su per gradini arroventati
fino al
rifugio dell'eremita
in cima a Rocamadour.
Stormi di
cornacchie volano alte,
una lucertola pulsava
sulla ghiaia
ai miei piedi con
zampe anteriori
simili a
supporti articolati
di veicolo lunare.
E una
farfalla, soffice come
il soffio della vita
in un soffio
di vento, una farfalla
verde come vischio
attraversa
l'assolata via
crucis dei pellegrini.
Le undici di mattina. Ho annotato:
"Amante della
roccia, anima solitaria,
sentinella del cielo, salute!"
E da qualche
posto sorse una
colomba. E continuò ad alzarsi in volo.
The Flight
Path
1
The first
fold first, then more
foldovers drawn
Tighter and
neater every time
until
The whole of
the paper got itself
reduced
To a pleated
square he'd take
up by two corners,
Then hold
like a promise he had
the power to break
But never did.
A dove rose
in my breast
Every time my
father's bands
came clean
With a paper
boat between them,
ark in air,
The lines of
it as taut as a
pegged tent:
High-sterned,
splay-bottomed,
the little pyramid
At the center
every bit as hollow
As a part of
me that sank because
it knew
The whole
thing would go soggy
once you launched it.
2
Equal and
opposite, the part
that lifts
Into those
full-starred heavens
that winter sees
When I stand
in Wicklow under
the flight path
Of a late jet
out of Dublin,
its risen light
Winking ahead
of what it hauls
away:
Heavy engine
noise and its abatement
Widening far
back down, a wake
through starlight.
The sycamore speaks in sycamore
from darkness,
The light
behind my shoulder's
cottage lamplight.
I'm in the doorway early in the
night,
Standing-in
myself for all of
those
The stance
perpetuates: the stay-at-homes
Who leant
against the jamb and
watched and waited,
The ones we
learned to love by
waving back at
Or coming
towards again in different
clothes
They were
slightly shy of.
Who never
once forgot
A name or a
face, nor looked
down suddenly
As the plane
was reaching cruising
altitude
To realize
that the house they'd
just passed over
Too far back
now to see - was
the same house
They'd left
an hour before, still
kissing, kissing,
As the taxi
driver loaded up
the cases.
3
Up and away.
The buzz from duty
free.
Black velvet.
Bourbon. Love letters
on high.
The spacewalk
of Manhattan. The
re-entry.
Then California. Laid-back Tiburon.
Burgers at
Sam's, deck-tables
and champagne,
Plus a
wall-eyed, hard-baked
seagull looking on.
Again re-entry. Vows revowed.
And off -
Reculer pour
sauter, within one
year of
Coming back,
less long goodbye
than stand-off.
So to Glanmore. Glanmore. Glanmore.
Glanmore.
At bay, at
one, at work, at risk
and sure.
Covert and
pad. Oak, bay and
sycamore.
Jet-sitting next. Across and "cross
and across.
Westering,
eastering, the jumbo
a school bus,
The Yard' a
cross between the
farm and campus,
A holding pattern and a tautening
purchase -
Sweeney
astray in home truths
out of Horace:
Skies change,
not cares, for
those who cross the seas.
4
The following
for the record,
in the light
Of everything
before and since:
One bright
May morning, nineteen-seventy-nine,
Just off the
red-eye special
from New York,
I'm on the
train for Belfast.
Plain, simple
Exhilaration
at being back: the
sea
At Skerries,
the nuptial hawthorn
bloom,
The trip
north taking sweet hold
like a chain
On every
bodily sprocket.
Enter then -
As if he were
some film noir
border guard
Enter this
one I'd last met in
a dream,
More
grimfaced now than in the
dream itself
When he'd
flagged me down at
the side of a mountain road,
Come up and
leant his elbow on
the roof
And explained
through the open
window of the car
That all I'd
have to do was drive
a van
Carefully in
to the next customs
post
At Pettigo,
switch off, get out
as if
I were on my
way with dockets
to the office -
But then
instead I'd walk ten
yards more down
Towards the
main street and get
in with - here
Another
school friend's name,
a wink and smile,
I'd know him
all right, he'd
be in a Ford
And I'd be
home in three hours'
time, as safe
As houses ...
So he enters
and sits down
Opposite and
goes for me head
on.
'When, for
fuck's sake, are you
going to write
Something for
us?' 'If I do write
something,
Whatever it
is, I'll be writing
for myself.'
And that was
that. Or words to
that effect.
The jail's walls all those months
were smeared with shite.
Out of Long
Kesh after his dirty
protest
The red eyes
were the eyes of
Ciaran Nugent
Like
something out of Dante's
scurfy hell,
Drilling
their way through the
rhymes and images
Where I too
walked behind the
righteous Virgil,
As safe as
houses and translating
freely:
When he bad
said all this, his
eyes rolled
And his
teeth, like a dog's teeth
clamping round a bone,
Bit into the
skull and again
took hold.
5
When I
answered that I came from
'far away',
The policeman
at the roadblock
snapped,'Where's that?'
He'd only
half heard what I said
and thought
It was the
name of some place
up the country.
And now it is - both where I have
bee living
And where I
left - a distance
still to go
Like
starlight that is light
years on the go
From far away
and takes light
years arriving.
6
Out of the
blue then, the sheer
exaltation
Of
remembering climbing zig-zag
up warm steps
To the
hermit's eyrie above Rocamadour.
Crows sailing
high and close,
a lizard pulsing
On gravel at
my feet, its front
legs set
Like the
jointed front struts
of a moon vehicle.
And bigly,
softly as the breath
of life
In a breath
of air, a lime-green
butterfly
Crossing the
pilgrims' sunstruck
via crucis.
Eleven in the morning. I made
a note.
'Rock-lover, loner, sky-sentry,
all hall!'
And somewhere the dove rose.
And kept on rising.
Nota
Bio-bibliografica
Seamus Heaney nasce il 13 aprile
del 1939 a Castledawson, al sud della Contea di Derry, nell'Irlanda del
Nord, primogenito di una famiglia di nove figli, raccolta nella casa
colonica
del podere di Mossbawn, di cui furono fattori prima il nonno e poi il
padre
del poeta. La madre, una donna dal temperamento fermo, comparirà
in molte delle liriche di Heney come prototipo di donna irlandese
cattolica
capace di dirigere moralmente la famiglia. Frequenta la scuola
elementare
di Anahorish, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, poi viene
ammesso
con una borsa di studio al collegio cattolico Saint Columb, a Derry.
Una
seconda borsa di studio gliconsentirà di frequentare la Queen's
University di Belfast.
Nel 1962, dopo avere ottenuto,
con lode, una laurea in Letteratura Inglese, consegue l'abilitazione
all'insegnamento
al St. Joseph's College di Belfast dove l'anno successivo
inizierà
la sua carriera di lecturer di Letteratura Inglese. In questo periodo
inizia
a pubblicare alcune sue poesie nella rivista accademica con lo
pseudonimo
"Incertus". Al contempo, insieme a Derek Mahon, Micheal Longley e molti
altri giovani talenti, comincia a frequentare un workshop di poesia
tenuto
da un famoso professore, il poeta Philip Hobsbaum, collega e amico di
Ted
Hughes e fondatore del "Group".
In occasione del Festival di Belfast
'65, gli verrà offerta l'occasione di pubblicare un primo gruppo
di undici poesie. Nel 1965, sposa l'insegnante Marie Devlin, che gli
darà
tre figli. L'anno successivo accetta la nomina di "Senior Lecturer" in
Letteratura Inglese Moderna alla Queen's University. Lo stesso anno,
Faber&
Faber pubblica la sua prima raccolta, Death of a Naturalist, che riceve
l' E.C. Gregory Award e il Geoffrey Faber Memorial Prize. Nel 1969,
verrà
pubblicato il suo secondo volume di poesie, Door
into the Dark. Nel 1970, Heaney
si trasferisce con la famiglia a Berkeley, dove insegna alla University
of California in qualità di "visiting professor" per un solo
anno
accademico.
Nel 1971, ritorna nell'Irlanda
del Nord, ma nel '72 si dimette dal suo incarico presso la Queen's
University
per scegliere come residenza definitiva la contea di Wicklow, nella
Repubblica
d'Irlanda. Lo stesso anno, dà alle stampe Wintering Out.
Successivamente, nel 1975, accetta
l'incarico di Head of English al Dublin's Carysfort Teacher Training
College.
Nel 1979, viene pubblicata la raccolta Field
Work.
Dal 1982 al 1987, Heaney
accetta l'invito a risiedere alla Harvard University per quattro mesi
all'anno
come "Visiting Poet". In questo arco di tempo vengono pubblicate le
Selected
Poems, (1980) e Preoccupations: Selected Prose.
Station Island è
del 1984. Nello stesso anno, viene nominato Boylston Professor of
Rhetoric
and Oratory, a Harvard. Nel 1986, viene pubblicata una raccolta di
saggi
critici dal titolo The Government of the Tongue , seguita nel 1989 da
The
Redress of Poetry.
Il suo lavoro teatrale The Cure
of Troy, del 1990, rappresenta la speranza del poeta per una nazione
riconciliata.
The Haw Lantern (1987) e Seeing
Things (1991), rispecchiano il dolore per la morte della madre e del
padre,
scomparsi rispettivamente nel 1984 e nel 1987. Dal 1989 al 1994, Seamus
Heaney è stato "Professor of Poetry" a Oxford. Attualmente
è
a Harvard, per un semestre all'anno come Boylston Professor of
Rhetoric.
Del 1996 è la raccolta
The Spirit Level , successiva all'assegnazione del Nobel.
Seamus
Heaney vive attualmente
a Dublino. Nel 2001, sempre con Faber& Faber, esce Electric Light.
Bibliografia
essenziale
Death of a
Naturalist, 1966;
Door into the
Dark, 1969;
Wintering
Out, 1972;
North, 1975;
Field Work,
1979;
Selected
Poems, 1965-1975, 1980;
Sweeney
Astray: A Version from
the Irish,
Derry: Field
Day Theatre Company,
1983;
Station
Island, 1984;
The Haw
Lantern, 1987;
The Cure of
Troy: A Version of
Sophocles' Philoctetes,
London, 1990
Seeing
Things, 1991;
The Spirit
Level, 1997.
Electric
Light, 2001
Tra le
opere in prosa :
Preoccupations:
Selected Prose
1968-1978
The Rattle
Bag, edited by S.
Heaney e T. Hughes, 1982;
The
Government of the Tongue
( 1986) ;
The Redress
of Poetry, (1989);
Antologie:
Laments
(1995) By Jan Kochanowski;
tr. with Stanislaw Baranczak
Beowulf (2000)
Ringraziamenti:
Si ringraziano
Faber& Faber e Mondadori.
Copyright:
Tutte
le
poesie di Seamus Heaney tradotte e pubblicate in questa sede sono
protette dal copyright E.Passannanti(c)2000 -
erminia.passannanti@talk21.com
N.B.
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poesie di Seamus Heaney, nella traduzione in italiano di Erminia
Passannanti,
sono incluse nell'antologia di poesia britannica contemporanea, edita
dalla
stessa per Ripostes, dal titolo Gli Uomini sono una beffa degli angeli
(1995), in cui compaiono, tra gli altri, Ted Hughes, Derek Manhon, Tom
Paulin, Geoffrey Hill, Michael Longley, Selima Hill.