In Here
I have
been in
here for a long time, perfecly safe, as I’ve always
imagined.
The usual sights, sounds and scents filter
through somehow. It’s hard not to take them for granted, these residual
and
often random impressions. They always make some sort of sense. They may
not
clamour for attention, but they are reassuringly there.
You can try to make sense of them, build up a
picture. You know it’s not the whole story, but it is what there is,
and that’s
something.
It’s
like a
hand dealt at cards. There are implicit patterns and challenges, even
if you
have the haziest idea of the rules. You know the difference between a
good hand
and a bad hand, but you need the will to play as best you can. I do my
best,
but the outcome is always frustrating. I can’t make much sense of it,
after
all.
Yes,
perfectly
safe, but from what, I’ve no idea. It’s
not in my nature to be adventuresome in any case. I
only know that there is a reason for fear,
and that’s the first rule of the game, and it means that you can never
win.
“All the time you live, you steal
from death: it is her charge”
(Montaigne,
tr. inglese Florio)
Qui
Qui sono
stato per un tempo lungo, perfettamente salvo,
come mi sono sempre immaginato. I soliti panorami, i suoni, i profumi
filtrano
ovunque in qualche modo. E’ difficile non darle per scontate, queste residue e spesso vaganti impressioni.
Producono sempre una sorta di senso. Possono non fare clamore per
attrarre
attenzione, ma sono lì, rassicuranti. Potete provare a
rendervene conto, a tracciarne un dipinto.
Sapete che non è la
storia intera, ma è ciò che c’è,
ed è
già qualcosa.
E’ come
una mano al gioco delle carte. Ci
sono impliciti disegni e sfide, anche se avete la più confusa
idea delle
regole. Sapete la differenza fra una mano buona e una mano cattiva, ma
vi
occorre la volontà di giocare al meglio che potete. Io faccio
del mio meglio,
ma ciò che mi arriva è sempre frustrante. Non me ne so
capacitare, dopotutto.
Sì, perfettamente salvo, ma
da che cosa, non
ne ho idea. Non è nella mia natura essere un avventuroso in ogni
caso. So
soltanto che c’è motivo per avere paura, è la prima
regola del gioco, e ciò
significa che non si potrà vincere mai.
“Il
tempo che vivi, lo rubi alla morte : è
a carico suo”
JOHN
FULLER, uno
dei più noti poeti inglesi, si dedica da qualche tempo alla
prosa poetica, di
cui pubblicherà presto una raccolta.
Questo testo ne è
un ‘inedito’, in anteprima.
(trad.
italiana
Giuliana Lucchini)