1.
La moglie di Pilato
2. Penelope
3. Nudo di donna in piedi
4. Scaldare le sue perle
5. Ladies
6. Politica
7. Valentine
1. La moglie di Pilato
Prima di
tutto, le mani – mani
da donna. Più delicate delle mie,
con
unghie iridescenti, come
conchiglie di Galilea.
Mani
indolenti. Mani effeminate
che schioccavano per ordinare l’uva.
Il loro
tocco pallido, molliccio
mi faceva trasalire. Ponzio.
Avevo
voglia di Roma, di casa,
di qualcun altro. Quando il Nazareno
entrò
a Gerusalemme, la mia
cameriera e io uscimmo furtive,
annoiate
a morte, travestite tra
la folla in delirio.
Inciampai,
mi attaccai alla
briglia d’un somaro, alzai gli occhi
e lo
vidi. La faccia? Brutta.
Ispirata.
Mi
guardò. Dico guardò me.
Mio Dio.
Per
occhi così si può anche
morire. Poi se ne andò,
i suoi
rozzi seguaci si aprirono
un varco fino alle porte.
La notte
prima del processo, lo
sognai.
Le sue
mani scure mi toccarono.
Sentii male.
Sangue.
Vidi che ogni rude palmo
era trafitto
da
un chiodo. Mi svegliai tutta
un sudore, eccitata, atterrita.
Lascialo
in pace, lo
avvertii in un messaggio. Poi in fretta mi vestii.
Quando
arrivai, il Nazareno
aveva una corona di spine.
La folla
ululava il nome di
Barabba. Pilato mi vide,
distolse
gli occhi, poi si
arrotolò le maniche con cura
e
lentamente si lavò quelle mani
futili, profumate.
Presero
il profeta e lo
trascinarono via,
sul
Golgota. La mia cameriera sa
tutto il resto.
Era Dio?
Certo che no. Pilato
credeva di sì.
traduzione di Giorgia Sensi
Firstly,
his hands – a woman’s. Softer than mine,
with
pearly nails, like shells from Galilee.
Indolent
hands. Camp hands that clapped for grapes.
Their
pale, mothy touch made me flinch. Pontius.
I longed
for Rome, home, someone else. When the Nazarene
entered
Jerusalem, my maid and I crept out,
bored
stiff, disguised, and joined the frenzied crowd.
I
tripped, clutched the bridle of an ass, looked up
and
there he was. His face? Ugly. Talented.
He
looked at me. I mean he looked at me. My God.
His eyes
were eyes to die for. Then he was gone,
his
rough men shouldering a pathway to the gates.
The
night before his trial, I dreamt of him.
His
brown hands touched me. Then it hurt.
Then
blood. I saw that each tough palm was skewered
by
a
nail. I woke up, sweating, sexual, terrified.
Leave
him alone. I sent a warning note, then quickly dressed.
When I
arrived, the Nazarene was crowned with thorns.
The
crowd was baying for Barabbas. Pilate saw me,
looked
away, then carefully turned up his sleeves
and
slowly washed his useless, perfumed hands.
They
seized the prophet then and dragged him out,
up
to
the Place of Skulls. My maid knows all the rest.
2. Penelope
All’inizio,
guardavo la strada
sperando
di vederlo arrivare
camminando
disinvolto tra gli
ulivi,
un
fischio al cane
che lo
piangeva col muso caldo
sulle mie ginocchia.
Sei mesi
di questa storia
poi ho
capito che passavano
giornate intere
senza
che me ne rendessi conto.
Presi
ago e filo, forbici e
tela;
pensando
di distrarmi,
invece
mi ritrovai l’industria
di una vita.
Ricamai
una ragazza
sotto
una sola stella – punto a
croce, seta argento –
che
rincorre la palla
saltellante dell’infanzia.
Per
l’erba scelsi tre toni di
verde;
un rosa
antico, un grigio ombra
per
mostrare una bocca di leone
che gargarizza un’ape.
L’albero
lo ricamai col filo
nocciola,
il mio
ditale come una ghianda
spuntava
dalla terra bruna.
Nell’ombra
avvolsi
una fanciulla in un
profondo abbraccio
col
ragazzo-eroe
e mi
smarrii del tutto
in un
folle ricamo d’amore,
desiderio, perdita e rimpianto;
poi
guardai lui salpare
nei
lenti punti d’oro del sole.
E quando
gli altri vennero a
prendergli il posto,
a
disturbare la mia pace,
presi
tempo.
Misi su
una faccia da vedova,
tenni la testa bassa,
facevo
il lavoro di giorno e lo
disfacevo di notte.
Sapevo a
che ora della sera la
luna
cominciava
a sfilacciarsi,
la
rammendai.
Fili
grigi e marroni
inseguivano
il pesce guizzante
del mio ago
a
formare un fiume che mai
avrebbe raggiunto il mare.
Lo
ingannai. Mi stavo disegnando
il
sorriso di una donna al
centro
del
mondo, indipendente,
intenta, soddisfatta,
e
certamente non in attesa,
quando
fuori dalla porta –
troppo tardi – udii un passo ben
noto.
Inumidii
il mio filo scarlatto
e ancora
una volta infilai il
centro della cruna.
traduzione di Andrea Sirotti
At
first, I looked along the road
hoping
to see him saunter home
among
the olive trees,
a
whistle for the dog
who
mourned him with his warm head on my knees.
Six
months of this
and then
I noticed that whole days had passed
without
my noticing.
I sorted
cloth and scissors, needle, thread,
thinking
to amuse myself,
but
found a lifetime’s industry instead.
I sewed
a girl
under a
single star – cross-stitch, silver silk –
running
after childhood’s bouncing ball.
I chose
between three greens for the grass;
a smoky
pink, a shadow’s grey
to show
a snapdragon gargling a bee.
I
threaded walnut brown for a tree,
my
thimble like an acorn
pushing
up through umber soil.
Beneath
the shade
I
wrapped
a maiden in a deep embrace
with
heroism’s boy
and lost
myself completely
in a
wild embroidery of love, lust, loss, lessons learnt;
then
watched him sail away
into
the
loose gold stitching of the sun.
And when
the others came to take his place,
disturb
my peace,
I played
for time.
I wore a
widow’s face, kept my head down,
did my
work by day, at night unpicked it.
I knew
which hour of the dark the moon
would
start to fray,
I
stitched it.
Grey
threads and brown
pursued
my needle’s leaping fish
to form
a river that would never reach the sea.
I
tricked it. I was picking out
the
smile of a woman at the centre
of this
world, self-contained, absorbed, content,
most
certainly not waiting,
when I
heard a far-too-late familiar tread outside the
door.
I licked
my scarlet thread
and
aimed it surely at the middle of the needle’s eye
once
more.
3. Nudo
di donna in piedi
Sei ore
così per pochi franchi.
Pancia capezzoli culo alla luce della finestra,
mi succhia il colore. Un po’ più a destra,
Madame. E cerca di stare ferma.
Sarò rappresentata analiticamente e starò appesa
in grandi musei. I borghesi andranno in solluchero
di fronte a una tale immagine di puttana di strada. La chiamano Arte.]
Forse.
Lui si preoccupa di volume, spazio.
Io del prossimo pasto. Stai dimagrendo,
Madame, non va bene. I miei seni pendono
un po’ verso il basso, lo studio è freddo. Nelle foglie del
tè
posso vedere la regina d’Inghilterra che fissa
le mie forme. Magnifiche, mormora,
andando avanti. Mi fa ridere. Si chiama
Georges.
Mi dicono che è un genio.
Ci sono volte in cui non si concentra
e si irrigidisce in cerca del mio calore.
Mi possiede sulla tela mentre intinge il pennello
ripetutamente nel colore. Bello mio,
non puoi permetterti le arti che vendo.
Tutti e due poveri, ci guadagniamo da vivere come possiamo.
Gli
chiedo. Perché lo fai? Perché
devo. Non c’è scelta. Non parlare.
Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti
si prendono troppo sul serio. Di notte mi riempio
di vino e vado in giro nei bar a ballare. Quando è finito
me lo mostra con orgoglio, si accende una sigaretta. Dico
dodici franchi e prendo lo scialle. Non mi somiglia.
Traduzione
di Anna Maria Robustelli
Six
hours
like this for a few francs.
Belly nipple arse in the window light,
he drains the colour from me. Further to the right,
Madame. And do try to be still.
I shall be represented analytically and hung
in great museums. The bourgeoisie will coo
at such an image of a river whore. They call it Art.
Maybe.
He is
concerned with volume, space.
I with the next meal. You’re getting thin,
Madame, this is not good. My breasts hang
slightly now, the studio is cold. In the tea-leaves
I can see the Queen of England gazing
on my shape. Magnificent, she murmurs,
moving on. It makes me laugh. His name
is
Georges.
They tell me he’s a genius.
There are times he does not concentrate
and stiffens for my warmth.
He possesses me on canvas as he dips the brush
repeatedly into the paint. Little man,
you’ve not the money for the arts I sell.
Both poor, we make our living how we can.
I ask
him.
Why do you do this? Because
I have to. There’s no choice. Don’t talk.
My smile confuses him. These artists
take themselves too seriously. At night I fill myself
with wine and dance around the bars. When it’s finished
he shows me proudly, lights a cigarette. I say
Twelve francs and get my shawl. It does not look like me.
4. Scaldare
le sue perle
Accanto
alla mia pelle, le sue perle. La
mia padrona
mi dice di portarle, di scaldarle sino a sera
quando le spazzolerò i capelli. Alle sei le metto
intorno alla sua gola fresca, bianca. Per tutta la giornata penso a lei]
che
riposa nella Stanza Gialla, che
contempla la seta
o il taffetà, che indosserà stasera? Si sventola
mentre lavoro di buon grado, mentre il mio calore entra lentamente
in ogni perla. Lento, sul mio collo, il suo laccio.
Lei
è bella. Io la sogno
nel mio letto in soffitta; me la figuro che balla
con uomini alti, confusi dal mio vago odore diffuso
sotto al suo profumo francese, alle sue pietre di latte.
Le
inciprio le spalle con uno zampino di
lapin,
osservo il morbido rossore filtrarle attraverso la pelle
come un sospiro indolente. Nel suo specchio
le mie labbra rosse si separano come se volessi parlare.
Luna
piena. La sua carrozza la porta a
casa. Vedo
ogni sua mossa nella testa… Mentre si sveste,
si toglie i gioielli, la sua mano sottile raggiunge
l’astuccio, nuda scivola a letto, così
come fa
sempre… E io resto qui sveglia,
sapendo che le sue perle si stanno raffreddando anche ora
nella stanza dove la mia signora dorme. Per tutta la notte
sento la loro assenza e ardo.
Traduzione
di Anna Maria Robustelli
Next to
my
own skin, her pearls. My mistress
bids me wear them, warm them, until evening
when I’ll brush her hair. At six I place them
round her cool, white throat. All day I think of her
resting
in
the Yellow Room, contemplating silk
or taffeta, which gown tonight? She fans herself
whilst I work willingly, my slow heat entering
each pearl. Slack on my neck, her rope.
She’s
beautiful. I dream about her
in my attic bed; picture her dancing
with tall men, puzzled by my faint, pervasive scent
beneath her French perfume, her milky stones.
I dust
her
shoulders with a rabbit’s foot,
watch the soft blush seep through her skin
like an indolent sight. In her looking-glass
my red lips part as though I want to speak.
Full
moon.
Her carriage brings her home. I see
her every movement in my head… Undressing,
taking off her jewels, her slim hand reaching
for the case, slipping naked into bed, the way
she
always
does… And I lie here awake,
knowing her pearls are cooling even now
in the room where my mistress sleeps. All night
I feel their absence and I burn.
5. Ladies
Signore
care,
così per ragionare, diciamo pure
che l'ho vista una buona dose di attrezzature, di membri e cinci,
di mestoli e mentule, uccelli e piselli, mazzi e cazzi, pinchi
pifferi e stinchi, falli, fave e baccelli; invero,
si fa per dire, in quanto a caccia-al-salame
sono, au fait , come Madama Lewinsky - strapiena fin qui
di spada di ciccia, arma di porco, banana, pipì
carnedamore, duroinletto, batacchio, pennacchio
padulo, minchia e nerchia, pinga e verga.
Cercate di capirmi, nulla obietto al serpente
nei calzoni, grande amico delle mogli,
a pistoni, pistole e pitoni - ciò che voglio indicare,
signore mie care, è il pene comune - per niente grazioso...
che
senso di pena... quell'occhio solitario
strabico invidioso...
Ladies, for
argument’s sake, let us say
that I’ve seen
my
fair share of ding-a-ling, member and jock,
of todger and
nudger and percy and cock, of tackle,
of
three-for-a-bob,
of willy and winky; in fact,
you could say,
I’m
as au fait with Hunt-the-Salami
as Ms. M.
Lewinsky
– equally sick up to here
with the beef
bayonet, the pork sword, the saveloy,
love-muscle,
night-crawler, dong, the dick, prick,
dipstick and
wick,
the rammer, the slammer, the rupert,
the shlong.
Don’t
get me wrong, I’ve no axe to grind
with the snake
in
the trousers, the wife’s best friend,
the weapon, the
python – I suppose what I mean is,
ladies, dear
ladies, the average penis – not pretty…
the squint of
its
envious solitary eye…one’s feeling of pity…
Traduzione
di Giorgia Sensi e Andrea
Sirotti
6. Politica
Come fa
della tua
faccia roccia
che a
piangere stai male, del tuo cuore un pugno stretto
che
batte,
sudando sangue, della lingua
serratura
in
ferro, senza porta. Come fa della tua mano destra
un
guanto
d’arme, un pupazzo alla sinistra, del tuo sorriso
foglia
secca
spazzata dal vento, della tua isola deserta
un
rantolo,
rantolo, rantolo,
fa delle
parole
sulla bocca un dado
che mai
potrai lanciare fino a sei. Come ti toglie l’aria,
la
piscia, e
della tua carezza fa moneta vecchia, caduta di tasca,
delle
promesse latinorum, stupidata, reazione a caldo, statica,
mette un
posticcio al posto dei capelli, e fa un assito del tuo passo.
Come
dice
questo: politica. Alla tua educazione, educazione, educazione sbraita:
Politica!
Alla tua ricchezza, al tuo star bene, come tuona alla verità
della
tua
coscienza, della bussola etica, POLITICA, POLITICA, POLITICA.
How it
makes of your face a stone
that
aches to weep, of your heart a fist,
clenched
or thumping, sweating blood, of your tongue
an iron
latch with no door. How it makes of your right hand
a
gauntlet, a glove-puppet of the left, of your laugh
a dry
leaf blowing in the wind, of your desert island discs
hiss
hiss hiss, makes of the words on your lips dice
that can
throw no six. How it takes the breath
away,
the piss, makes of your kiss a dropped pound coin,
makes of
your promises latin, gibberish, feedback, static,
of your
hair a wig, of your gait a plankwalk. How it says this –
politics
– to your education education education; shouts this –
Politics!
– to your health and wealth; how it roars, to your
conscience
moral compass truth, POLITICS POLITICS POLITICS.
7. Valentine
Non una rosa rossa o un cuore di satin.
Ti do una cipolla.
È una luna avvolta in carta marrone.
Promette luce
come il cauto denudarsi dell'amore.
Ecco.
Ti accecherà di lacrime
come un’amante.
Renderà il tuo riflesso una foto tremolante di pianto
Cerco di essere vera
Non un biglietto carino o un baciogramma.
Ti do una cipolla.
Il suo fiero bacio ti starà sulle labbra,
possessivo e fedele
come siamo noi,
per tutto il tempo in cui lo siamo.
Prendila.
I suoi cerchi di platino si stringono in un anello nuziale,
se lo vuoi.
Letale.
Il cui profumo si attaccherà alle tue dita,
si attaccherà al tuo coltello.
Not
a red rose or a satin
heart.
I give you an onion.
It is a moon wrapped in brown paper.
It promises light
like the careful undressing of love.
Here.
It will blind you with tears
like a lover.
It will make your reflection
a wobbling photo of grief.
I am trying to be truthful.
Not a cute card or a kissogram.
I give you an onion.
Its fierce kiss will stay on your lips,
possessive and faithful
as we are,
for as long as we are.
Take it.
Its platinum loops shrink to a wedding-ring,
if you like.
Lethal.
Its scent will cling to your fingers,
cling to your knife.
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