Ci
rivolgiamo
agli studenti e agli insegnanti della scuola italiana.
Interessati
a sapere come si vive nelle aule della scuola di mariastella.
A sapere
come si parla di poesia, e di che poesia si parla.
Di POF,
di puf e di paf.
Ci interessano
i pettegolezzi, convinti come siamo che siano l'ultima forma di
socialità
sopravvissuta
nella scuola, e non solo nella scuola.
Vorremmo
notizie di quello che accade nei consigli. Nei corridoi. Nei bagni.
In particolare
vorremmo sapere:
Se conoscono
un poeta che si chiama Emilio Villa.
Se su una
poesia sanno scrivere più delle 235.7 parole, o giù di
lì,
previste dalla terza prova.
Se i loro
insegnanti lo sanno fare senza errori di ortografia.
Se sanno
mettere su un discorso che parta da Veltroni e finisca a Topolino.
Se odiano
Dante, Cicerone e il latino.
Cosa pensano
di dirigenti scolastici, bidelli e di commissioni d'esame.
Se hanno
mai scritto una poesia.
Se hanno
mai sentito parlare di Guy Debord, del maggio francese e di Licio Gelli.
Quali
sentimenti
nutrono per Berlusconi, Bruno Vespa e la Noemi di turno.
Quali per
Maria De Filippi e il Grande Fratello.
Quali per
d'Alema e il Kosovo.
Se sanno
chi era Saddam, e come evitare l'Aids, facendo a meno
dell'astinenza.
Se sanno
che Martin Lutero è esistito per davvero.
Se sanno
che Bettino Craxi era socialista.
Se sanno
perché Ratzinger si è chiamato Benedetto XVI.
Se sanno
cosa è il futuro e cosa è il passato.
E cosa
vuole dire davvero carpe diem.
Se sono
interessati a leggere la Genealogia
della
morale di Nietzsche.
Se
preferiscono
le pornostars di Internet o i consigli dei preti.
Se mai
hanno ascoltato qualcuno dire che i giovani d'oggi sono ameba.
In effetti,
vorremmo sapere tutto. Malessere e felicità, stupidità e
intelligenza della scuola
italiana. Pubblica e privata.
Per conto
nostro, convinti con Raoul Vaneigem che una scuola dove la vita s'annoia
sia l'inizio
della barbarie, invitiamo studenti (e un po' meno gli insegnanti)
a leggere
(e a tradurre):
Raoul Vaneigem: Avertissement
aux écoliers et lycéens