Risalii
per vico Acitillo che per me, da ragazzino, se non confondevo, era
stato
quasi un sentiero di campagna dove le coppie andavano ad amoreggiare.
Ora
era una strada larga, parallela a via Gemito, molto amata dai cani che
distribuivano fittamente per il marciapiede i loro bisogni.
Domenico
Starnone,
Via Gemito
Nella rete
si viaggia o si naviga e qualche volta si approda.
Nella rete
c'è tutto e c'è niente, c'è la folla e c'è
il desiderio.
La rete
è il labirinto, ma anche l'ordine e la linea retta.
La rete
è il luogo in cui si manifesta in maniera evidente ed esplosiva
il potere della parola, la ragnatela che copre il mondo e tutte le cose
e tutte le assorbe in sé e le rimanda.
Il Verbo
della rete nominalizza l'esistente, lo spolpa delle sue caratteristiche
fisiche, lo archivia in un flusso di pensiero e di energia, che
è
falso movimento, nello spazio e nel tempo.
La rete
è il futuro della specie: non sappiamo e non vogliamo sapere,
per
il momento, quanto angoscioso o governabile.
Una
rivista di poesia (e di arte). La nostra.
VICO ACITILLO 124
Luogo reale in luogo virtuale.
Le parole
nel vento, le parole foglie, le parole profezie della Pizia (l'unico
caso
di uso poietico della parola). La poesia come vizio della specie, lusso
e ossessione, ricerca senza tempo, ripetizione senza fine, citazione,
gioco
raffinato di ritmi e sonorità. La poesia come porto franco in
cui
gli uomini costruiscono mondi (e sogni), sempre futuri, anche quando
sono
marcati e segnati da contenuti - culturali e sociologici - decisamente
storicizzati.
Forse quello
della ricerca (il viaggio) delle forme e dei propri destini (contenuti)
è l'aspetto che caratterizza qualsiasi testo poetico. L'autore,
ogni autore, sceglie uno strumento di forti implosioni e sintesi, quale
quello poetico, anche nelle sue forme più descrittive e
recitative,
per illuminare e tracciare percorsi che sono, alla resa dei conti, di
tutta
la specie.
La nostra
rivista, allora, è il tentativo di creare un luogo, in cui la
parola,
il Verbo, ribadisca non il potere, ma la potenza, non il catalogo, ma
la
creazione. E' una cellula spuria che noi vogliamo introdurre in questo
enorme cervello della rete, per assicurare una continuità nobile
della specie, e stare qui a vedere se l'uso e l'abitudine alla
metafora,
ai sogni e ai giochi permetta agli uomini di governare
la grande Metafora
l'unico Sogno
il
grande Gioco
Perché quelli che si salveranno sono i giocatori
e i poeti
quelli con gli occhi senza inganni
e senza speranza.
Ezechiele, versetto
35, Libro II
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