Sia ben
chiaro che non penso alla casetta
due
locali più i servizi, tante rate, pochi vizi,
che
verrà quando verrà…
penso
invece a questo nostro pomeriggio di domenica,
di
famiglie cadenti come foglie…
di
figlie senza voglie, di voglie senza sbagli;
di
millecento ferme sulla via con i vetri appannati
di bugie
e di fiati, lungo i fossati della periferia…
Caro,
dove si andrà, diciamo così, a fare all’amore?
Non ho
detto “andiamo a passeggiare”
e
neppure “a scambiarci qualche bacio…
Caro,
dove si andrà, diciamo così, a fare all’amore?
Dico
proprio quella cosa che sai,
e che a
te piace, credo, quanto a me!”
Vanno a
coppie, i nostri simili, quest’oggi
per le
scale, nell’odore di penosio alberghi a ore…
anche
ciò si chiama “amore”;
certo,
è amore quella fretta tutta fibbie, lacci e brividi
nella
nebbia gelata, sull’erbetta;
un
occhio alla lambretta, l’orecchi a quei rintocchi
che
suonano dal borgo la novena; e una radio lontana
dà
alle nostre due vite i risultati delle ultime partite…
Caro,
dove si andrà, diciamo così, a fare all’amore?
Non ho
detto “andiamo a passeggiare”
e
neppure “a scambiarci qualche bacio…
Caro,
dove si andrà, diciamo così, a fare all’amore?
Dico
proprio quella cosa che sai,
e che a
te piace, credo, quanto a me!”