Tempo,
mio fratello;
tempo, mio nemico.
Spazio mio suono; spazio mia sconfitta.
Dal tuo venire e andare che utile viene alla vita?
Con passo leggero attraversi frontiere,
sali e scendi le montagne che dividono il paese.
Sul mare va la barca, rompe l'acqua con la prua.
Come levrieri scorrono le onde fluenti e rapide.
Se potessi mutarti in uccello e volare lontano...
Chiedi l'ala al falco per veder meglio dal cielo.
Volare lontano, alzarti sulla fame e sulla sete.
Ma sfuggirai alla trappola che in te nascondi?
Tempo, mio fratello: tempo, mio nemico.
Spazio mio suono; spazio mia sconfìtta.
Dal tuo venire e andare che utile viene alla vita?
Da disperse lontananze viene su noi la pioggia.
Avanzare lentamente conquistando il cuore dell'universo
a poco a poco, a occhi aperti, il vento tra i capelli.
Non mettere all'asta i sogni, non affittare l'anima tua.
Levati e alza lo scudo dell'orgoglio.
Con mano regale imbriglia i desideri, innalza il dolore
sulle sconfitte e sui trionfi. Sopra di noi
splende il cielo stellato che gira senza sosta.
Tempo, mio fratello; tempo, mio nemico.
Spazio mio suono; spazio mia sconfìtta.
Dal tuo venire e andare che utile viene alla vita?
Da dove siam venuti domandi e dove andiamo;
nella tua voce è la voce dello spazio.
Se il tuo cammino avesse meta, se avesse senso
danzare nell'aria incalpestata, cantare nel vasto universo,
il cielo prenderesti con il suo venire e andare,
la terra ricamata di profumi, la luce nascosta
nel grembo della notte. Se vuoi guardare l'alba
non lasciare che la notte s'addormenti.
Tempo, mio fratello; tempo, mio nemico.
Spazio mio suono; spazio mia sconfitta.
Dal tuo venire e andare che utile viene alla vita?
Nel cuore del cosmo avrai un asilo di pace.
da
"Everyman", musica
di Maurizio Fabrizio su testo di Walter Tortoreto eseguito al Duomo di
Milano -
Giugno 2010