VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Dediche

agli atleti delle colline di Napoli


Domani tutti al via
di Luther Blissett

   

Nella Grecia degli dei e degli eroi, Pindaro sognò
che un atleta potesse avere una dignità cui la poesia s’inchina,
perché nessun verso può eguagliare lo splendore
di un corpo che s’arroga il diritto di un’eterna giovinezza
e sfida con la vecchiaia la morte che incombe sulle cose.
Scrisse così odi che la memoria fatica a ricordare
e l’intelligenza incapace di comprendere classifica e recita
come sublimi. Anche Giacomo per un vincitore
nel gioco del pallone si provò a scrivere qualcosa
che varrebbe la pena andarsi a rileggere,
mettendo da parte passeri solitari e pastori erranti.
Perché siamo ancora esseri antichi e abituati a ripetere le cose,
anche se Filippide non ha più da annunziare alla Grecia tutta
che il nemico fu vinto e salvo l’orto dove i bambini giocano
ignorando che la storia è crudele e prima o poi li costringerà
a crescere, e a soffrire. A essere loro il nemico e ad essere
sconfitti o a vincere.
Ma oggi Pindaro non c’è, non ci sono né dei né eroi
né un gobbo pessimista e maligno a cantare
le illusioni che se ne vanno come sono venute.
Così, oggi, sull’arida schiena del formidabil monte
sterminator Vesevo, si corre..
Per disperazione.
Perché non c’è null’altro da fare.
Perché la moglie ti ha tradito o la donna che ami
non si decide a lasciare il marito che non ama e non l’ama..
Perché la cultura esige più fatica che quaranta chilometri con il cuore in gola.
Perché è meglio correre che fumare, o anche pensare.
Perché pensare, e fumare, sono attività che poco si addicono ad un corpo sano
e la morte è per gli inetti.
Perché è così bello correre se il cardiofrequenzimetro ti conferma
che hai un cuore a prova di emozioni e di erezioni.
E poco importa se la mattina una guida turistica
ti ha fatto vedere la lucrezia del parmigianino
e tu non hai capito nulla di quei capelli.
Poco importa se un’altra ti ha spiegato che Napoli
è una città dove una faccia gialla vale una nera o una bianca
e tutte sono la faccia di dio e del maiale.
E un’altra ancora ti ha fatto vedere le macchine anatomiche,
il cristo velato e ti ha parlato di raimondo di sangro
che era troppo razionale per non accorgersi
che la materia ha una sensibilità che lo spirito ignora..
Tanto, domani tutti al via, e via a correre
per le strade dove non c’è nessun Pindaro
che si fa carico della fatica inutile d’esistere,
nè ci sarà un’olimpiaca o una nemea
a ricordare fra mille anni che domani  fu il giorno
in cui Filippide annunziò alla Grecia tutta
che a Maratona c’erano stati solo vinti.
E poi morì, di schianto, senza dire altro.
Senza sapere che anche lui era stato vinto. 


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