Accade
a tutti, prima o poi, di smarrirsi. Certo, non ci sono più selve
né giardini né castelli di maghi in cui incrociare i
destini.
Può capitare, più discretamente, di perdersi nei corridoi
della propria casa, sotto le lenzuola o la doccia, mentre dalla tv un
giornalista,
uno dei tanti, ci ricorda che Marcello Dell'Utri ha presentato il
Monarchia
di Dante o che mettere una taglia è azione legittima,
nonché
encomiabile. Come quando manca la corrente, e inutilmente cerchiamo nel
buio l'interruttore che ci renda di nuovo visibili le cose, e noi
stessi,
mentre, per un sortilegio, nel buio, solo lo schermo televisivo
continua
ad emettere colori e suoni e a ripeterci che questo è il
migliore
dei mondi possibili. Occorrerebbe un Virgilio che ci desse una mano e
ci
indicasse a quale altro viaggio affidarci per rimediare allo
smarrimento.
Ma inutile cercarne, di maestri, di questi tempi e in questi
luoghi.
Se ce ne sono, saranno famosi, ma domani, mentre è qui ed ora,
che
ne abbiamo bisogno. Così che restiamo soli: con la nostra
memoria,
con la nostra assenza di futuro, con le cose che un giorno abbiamo
lette,
e che solo possono indicarci la traccia da seguire: briciole da Hansel
e Gretel, prima che anche queste se le mangino gli uccelli. Per tornare
all'isola dove nessuno ci riconoscerà, per avere di nuovo selve
e giardini e castelli di maghi in cui incrociare i destini
|