La
carne ferita
Trapasso
Partirò.
Vedrò volti sconosciuti,
ascolterò
canti mai uditi.
In
acqua mi bagnerò e mi laverò
dal
fetore della vita,
mi
inebrierò del profumo della terra.
Nulla
potrò portare con me,
né
fogli né foto.
Attesa
L’oppio
entrò nelle narici,
mi
sentii pervadere tutta.
Vedevo
la vita allontanarsi
come
nuvola spinta dal vento,
poi
la speranza mi lasciò.
Mi
donai a Lui,
e
la paura svanì.
Sembra
dal buio ritorni
Sembra
dal buio ritorni,
il
mare sovrasti la mia testa:
l’acqua
invade le pupille
il
corpo riprende a galleggiare
dal
silenzio notturno.
È
l’alba, la luna cede al sole,
il
caldo delle lenzuola
avvolge
un cucciolo
di
donna.
Il
piccolo nato
Dal
buio un pianto crescente,
un
turgido seno di vergine madre,
un
contatto di pelle.
Gocce
di vita sugge il piccolo nato
che
entra nel mondo
legato
a una donna.
Madre.
Mi
sento in questa casa
Mi
sento in questa casa come un vaso
senza
acque e senza fiori,
cerco
il calore come naufrago la spiaggia
dove
approdare, mi affanno
fino
a perdere il respiro
però
il ghiaccio avvolge il cuore:
quanto
vorrei infrangere queste mura
che
mi offuscano la mente, sottrarmi
alla
mortale indifferenza!
L’altra
di me
Dal
branco lupi affamati
affondavano
i denti nelle sue carni;
vibrò
un grido senza voce nell’aria:
“Donna
sono, donna!”.
Scorgeva
intorno occhi di odio
condannata
a essere sbranata…
una
sera il bicchiere si svuotò,
girò
la testa con le pupille fisse
nelle
note di un canto. Al muro
si
specchiò piangendo,
la
storia finì.
Mi
basta la vita
Mi
basta la vita, il fischio
di
un treno, il mio sogno
proibito
è volare lontano,
lasciarmi
andare o non ritornare.
Compilo
un diario per scoprire
un
giorno nel giardino fiorito
un
bagliore di bimbo. Dove vado
ti
vedrò, ti amerò? Errante
senza
radici, senza mete,
non
voglio finire
ramo
avvizzito.
Ma
rifiorire piccola
gemma.
La
nuova stagione
Mi
sentivo serena
Me
ne andai lucciola sotto la luna,
assaporavo
gli odori.
Alle
spalle vidi il fosso.
Superato
il buio mi sentivo serena,
la
morte non mi aveva presa.
Albero
da tempesta spogliato attendevo
la
nuova stagione
Felice
un giorno
Il
ramo del pesco si spezza al passaggio.
Verso
un secchio d’acqua alle radici assetate,
troppo
è l’abbandono del giardino
che
il tempo lacera. La mente
si
adagia nel dolore che viene.
Felice
un giorno andai nel mio giardino,
assaporai
la dolce albicocca.
La
terra emanava un odore d’infanzia.
Gioco
tra papaveri rossi che non vivono
nemmeno
un giorno staccati dalla terra.
Anche
io non posso perdere
il
contatto con la mia terra.
Senza
voltarmi
Una
ruga affonda nel viso
il
tempo feroce. Le foglie
si
staccano dal ramo sulla roccia
che
l’acqua scava. Un filo d’erba
accoglie
la il mio respiro.
Toccate
dal passero assetato
le
mie labbra si schiudono in un sorriso
L’alba
mi scopre nuda
con
le mani in preghiera. Senza voltarmi
lascio
il sole nella rugiada
del
mattino, assetata d’amore
sono
dilaniata dalla solitudine.
Non
mi resta altro
Nella
oscurità della notte la tua mano
mi
sfiorava il volto.
Mi
accorsi di te quando i tuoi occhi penetrarono i miei
in
quella sera di lampi e fulmini schiarenti.
Mi
accorsi di te quando immaginavo le tue labbra
baciare
le mie, le tue mani sfiorarmi.
Fuggivo
la giovinezza e mi riparavo
sotto
un salice tremante.
La
vita volgeva al tramonto, non mi resta altro
di
te che una foto.
Amore,
amore
Amore,
amore, cerco tanto amore
per
sentirmi cristallo pregiato;
amore,
amore, cerco di sognare
pianure
e correre senza paure;
trovare
dentro la strada perduta
una
pietra di vita vissuta.
Ero
seduta su un ramo fiorito,
sola,
fuori dal mondo cattivo,
cercando
chi mi tirasse giù piangevo
e
ridevo con gli occhi socchiusi
immaginavo
l’amore vero
filo
d’erba al dito legato
come
fede che irradia la mano
cantavo
la nenia mentre correvo
nei
campi di grano.
FRAMMENTI
1
Piccola
bimba ferita passi sulla mia strada
con
una lacrima sul viso.
Mi
rifletto in te come in uno specchio,
ho
bisogno di parlarti, di stringerti,
piccola
bambina ferita,
tu
che cerchi come me
solo
amore.
2
Ti
ho cercato nel sorriso trattenuto di mio padre
nella
carezza di mia madre
ti
ho cercato pazzamente come neonato il capezzolo,
come
fiore l’acqua,
ti
ho cercato nei vicoli, nelle strade,
nei
negozi illuminati,
sulla
spiaggia assolata…
ti
ho cercato!
3
Il
mare accoglieva il raggio di sole al volgere del giorno,
il
rosso colorava l’ingresso della sera;
ti
vidi tra alberi assetati,
affondai
il mio sguardo nel tuo,
e
così ti amai.