VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Rosaria Zizzo

   
La carne ferita

Trapasso

Partirò. Vedrò volti sconosciuti,
ascolterò canti mai uditi.
In acqua mi bagnerò e mi laverò
dal fetore della vita,
mi inebrierò del profumo della terra.

Nulla potrò portare con me,
né fogli né foto.  

Attesa

L’oppio entrò nelle narici,
mi sentii pervadere tutta.
Vedevo la vita allontanarsi
come nuvola spinta dal vento,
poi la speranza mi lasciò.

Mi donai a Lui,
e la paura svanì.  

Sembra dal buio ritorni

Sembra dal buio ritorni,
il mare sovrasti la mia testa:
l’acqua invade le pupille 
il corpo riprende a galleggiare
dal silenzio notturno.

È l’alba, la luna cede al sole,
il caldo delle lenzuola
avvolge un cucciolo
di donna.

Il piccolo nato

Dal buio un pianto crescente,
un turgido seno di vergine madre,
un contatto di pelle.

Gocce di vita sugge il piccolo nato
che entra nel mondo
legato a una donna.

Madre.  

Mi sento in questa casa

Mi sento in questa casa come un vaso
senza acque e senza fiori,
cerco il calore come naufrago la spiaggia 
dove approdare, mi affanno 
fino a perdere il respiro
però il ghiaccio avvolge il cuore:

quanto vorrei infrangere queste mura
che mi offuscano la mente, sottrarmi 
alla mortale indifferenza!  

L’altra di me

Dal branco lupi affamati
affondavano i denti nelle sue carni;
vibrò un grido senza voce nell’aria: 
“Donna sono, donna!”.
Scorgeva intorno occhi di odio
condannata a essere sbranata…

una sera il bicchiere si svuotò,
girò la testa con le pupille fisse
nelle note di un canto. Al muro
si specchiò piangendo,
la storia finì.

Mi basta la vita

Mi basta la vita, il fischio
di un treno, il mio sogno
proibito è volare lontano,
lasciarmi andare o non ritornare.

Compilo un diario per  scoprire
un giorno nel giardino fiorito
un bagliore di bimbo. Dove vado
ti vedrò, ti amerò? Errante
senza radici, senza mete,
non voglio finire
ramo avvizzito.
Ma rifiorire piccola
gemma.  

La nuova stagione

Mi sentivo serena

Me ne andai lucciola sotto la luna, 
assaporavo gli odori.
Alle spalle vidi il fosso.

Superato il buio mi sentivo serena, 
la morte non mi aveva presa.

Albero da tempesta spogliato attendevo 
la nuova stagione   

Felice un giorno 

Il ramo del pesco si spezza al passaggio.
Verso un secchio d’acqua alle radici assetate, 
troppo è l’abbandono del  giardino 
che il tempo lacera. La mente 
si adagia nel dolore che viene.

Felice un giorno andai nel mio giardino,
assaporai la dolce albicocca. 
La terra emanava un odore d’infanzia.
Gioco tra papaveri rossi che non vivono 
nemmeno un giorno staccati dalla terra. 
Anche io non posso perdere 
il contatto con la mia terra.   

Senza voltarmi 

Una ruga affonda nel viso 
il tempo feroce. Le foglie 
si staccano dal ramo sulla roccia 
che l’acqua scava. Un filo d’erba 
accoglie la il mio respiro. 
Toccate  dal passero assetato 

le mie labbra si schiudono in un sorriso 
L’alba mi scopre nuda 
con le mani in preghiera. Senza voltarmi 
lascio il sole nella rugiada 
del mattino, assetata d’amore 
sono dilaniata dalla solitudine. 

Non mi resta altro

Nella oscurità della notte la tua mano
mi sfiorava il volto.
Mi accorsi di te quando  i tuoi occhi penetrarono i miei
in quella sera di lampi e fulmini schiarenti.

Mi accorsi di te quando immaginavo le tue labbra 
baciare le mie, le tue mani sfiorarmi.
Fuggivo la giovinezza e mi riparavo
sotto un salice tremante.

La vita volgeva al tramonto, non mi resta altro 
di te che una foto.

Amore, amore

Amore, amore, cerco tanto amore
per sentirmi cristallo pregiato;
amore, amore, cerco di sognare 
pianure e correre senza paure;
trovare dentro la strada perduta

una pietra di vita vissuta.
Ero seduta su un ramo fiorito,
sola, fuori dal mondo cattivo,
cercando chi mi tirasse giù piangevo 
e ridevo con gli occhi socchiusi

immaginavo l’amore vero
filo d’erba al dito legato 
come fede che irradia la mano 
cantavo la nenia mentre correvo 
nei campi di grano. 

FRAMMENTI

1
Piccola bimba ferita passi sulla mia strada

con una lacrima sul viso. 
Mi  rifletto in te come in uno specchio, 
ho bisogno di parlarti, di stringerti,
piccola bambina ferita,
tu che cerchi come me
solo amore.   

2
Ti ho cercato nel sorriso trattenuto di mio padre 

nella carezza di mia madre
ti ho cercato pazzamente come neonato il capezzolo, 
come fiore l’acqua,
ti ho cercato nei vicoli, nelle strade,
nei negozi illuminati,
sulla spiaggia assolata…

ti ho cercato!

3
Il mare accoglieva il raggio di sole al volgere del giorno, 

il rosso colorava l’ingresso della sera; 
ti vidi tra alberi assetati, 
affondai il mio sguardo nel tuo,

e così ti amai.


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