Verità delle forme della
verità
La schiuma
che si sfrangia
sulla sabbia
dell’alto degli
spruzzi
ove ti illumini
fin dove
il gabbiano stride il suo volo
nell’abbaglio
dell’est
mentre
sottratti
ormai alle decisioni vaghiamo con
le nostre
ombre inconcluse nel
la notte
del mondo
mi dici e
dal tuo
orizzonte lontano tracci un
limite
definitivo e ti figuri
nel coro
(invece sai fin troppo
bene d’essere
legato alle tue
antiche
misure…)
le memorie
aggiungi
come disgusto le attese
già
sfiancate o in frantumi i
miti della
ragione stravolti dal
le dissonanze
non resta ormai che il
ghigno
delle cave orbite in cui
raccogliere
il pulviscolo o
farsi brivido
e inerzia rassegnarsi al
vortice
o al vuoto non essere in fondo se
non
l’inesistenza…
Lo dici
anche lo
pensi davvero
eppure senti che c’è AL
TRO
soprattutto
che ci irrita la pena
della
creatura
uccisa nell’atroce
rissa
del colore o ancora la coscienza
(così
maliziosa e violenta che l’occhio
di volpe
non può reggerne il confronto
di rabbia
e di saviezza)
la coscienza dico
che la
giungla di sangue e di potere potrà infrangere
le strutture
minacciose del dolore non
potrà
però mai soffocare del tutto il
grido
terribile
del giusto
Non è
del resto il beffardo
riso della
luce che ti fa og
getto e
gesto imprevedibile?
e non dirmi
che si perde il volo
di quel
gabbiano se pure fu dal sole
fulminato
nella tua pupilla né
l’umore
si estingue il prodigio e la schiuma
della tua
vista e delle tue mani
che pure
tentano
ordini e preghiere (nere e
solenni
come la storia) sulle
vaste onde
che premono
Senti in
fondo che non è solo
la VERITA’
DELLE FORME a lace
rarti l’inquieta
certezza ma
sono proprio
esse le FORME
(così
tante e così inesorabili così bianche e luttuose
così
nere e abbaglianti
così
prodigiose e imprevedibili)
della VERITA’…