1.
Picnic
Trinculo:
- “Miglior cosa da farsi
è
scivolare sotto il suo gabbano”
(William
Shakespeare, La Tempesta II, 2)
E'
poi semplicemente
un
pranzo alla fortuna della pentola
ogni
invitato porta
la
propria qualcosina -
per
le poche famiglie e non famiglie
che
semplicemente eroiche
consumano
la vita lungo I margini
di
quel quasi-privato vialetto.
Sul
terrazzo dei Brent (neosposati
senza
figli)
ondoso
di sole
nel
bellagio di luglio
sopraggiunge
seconda dei previsti
la
moglie dell'avvocato
che
è stata sua segretaria
con
una dei loro due figli
che
anche se grandicella fa la timida
nicchia
e si rannicchia
dietro
la sottana della mamma
che
è vestita a gabbana
molto
a fiorami
un
po' figlia dei fiori
minuta
donna magra non più giovane
la
sua bambina vuole
nascondersi
davvero
il
giuoco della sua timidità
divien
selvaggio
la
bambina trasforma la madre
in
un corpo composito
vuole
scavare un tunnel
di
talpa che la collochi al riparo
dal
sole e dalla vita intollerabile
solleva
la stanella,della donna
e
le si Infila sotto --
“Quattro
gambe e due voci:
o
mostro delicato” --
uno
spiracolo di carne
nel
sole meriggiante
la
signora non porta lingerìa
sarebbe
una banale svelazione
ma
l'attimità
la
trascendentalizza
poiché
le cosce piccole
strette
toste brune
cosce
di gatta
cosce
di madre-in-figlia
vivono
solo in questo lampeggiare
di
magnesio-ricordo
sarebbero
anche potute
non
essere accadute
ma
da quelle due gote basse --
appena
screziate di luce
nell'ombra
e svolìo
della,gonna
largo-piegata --
l'occhio
risale al viso
corto
pulito nudo fino all'osso
degli
zigomi e tempie
il
viso duro di colei che sa
come
ogni lineamento la tradisca
nella
sua originaria povertà
e
questa sua asprezza e malfidanza
divengono
il suo fascino --
la
non-avvenente
può
essere felinamante --
che
però si riserba
(e
in questa costrizione è la migliore
sua
scommessa sopra il desiderio)
per
lo sposo avvocato squadrato
che
arriva con la sua camicia a scacchi
aleggiante
sbottonata
su
maglietta e calzoncini
Impugnando
a sorso
la
bottiglietta della birra “lite”
tenendo
per mano
l'altro
figliolo
mentre
ronza un aereo.alto nel cielo
trascinandosi
dietro uno striscione --
di
non facile decifrazione
perché
bisogna leggerlo al rovescio --
quale
sarà il messaggio?
Ma
la mental domanda degli alcuni
(adesso
son venuti quasi tutti)
è
pigra incoativa
vagamente
ottativa
e
non desiderosa di risposta:
la
cupola del cielo è più leggibile
delle
parole sfrangiate.
2.
You’re dead
Tassi
slabbrato sbalzato
nell'ora-contro
di un meriggio grigio
nella
più grigia parte
d'una
città piccola
che
è tutta periferia
(un
orto, dove le vite
fioriscono
inattese).
Guardo
le spalle, larghe-nuotanti
dentro
una vasta canottiera nera,
del
ragazzo alla guida: corpo bruno
che
si trova ai confini di due razze.
Nemmeno
una parola, tra di noi.
Dalla
centrale, la voce
della
telefonista è già tre volte emersa
parlando
a qualche altro guidatore
sopra
il frusciar di rovi
dei
piccoli
turbamenti
elettrici
dentro
la bocca del microfono:
“Sei
morto”, sta dicendo, “tu sei morto”
senza
cambiare il proprio mono-tòno.
Mentre
gli tendo i soldi della corsa
e
le mani s'incrociano sul dosso
dello
sventrato schienale, gli dico:
“Spero
che la telefonista stia scherzando”
(e
anch'io vorrei scherzare - ma la voce
vien
fuori trepidante).
Lui
mi sogguarda scuro e diffidente
(orgoglioso
timore del povero
di
esser
beffato
da
ogni parola inattesa).
ma
poi capisce che non ho malizia
e
un sorriso gli spacca la faccia:
“Ma
no - è un'espressione
che
usiamo noi; 'Sei morto' vuole dire:
'Il
cliente ha cambiato i suoi progetti
e
questa corsa tu
non
la devi far più'.”
0
fratello, adesso sono a terra
e
guardo la strada ferrigna,
turbato:
Per
guadagnarti il pane della vita
sei
stretto a parole brutali
che
anche se non vogliono
intombano
la morte in se stesse.
Io
mi guadagno il pane della vita
cantando
i valori della vita.
Ma
tu adesso, in tua fatica e fretta,
mi
costringi a guardare in me stesso
più
duramente (come
in
uno specchio dell'alba
quando
il viso, già stanco, non è pronto);
mi
costringi a guardarmi come un fioco,
soffocato
giullare.
3.
Biglietto dell’eremita
Vivendo
nel modo che vivo
(come
una dura
pianta
aggrappata
cosi
che il viandante sviato
distingue
a mala pena
se
sia lei a donare i suoi succhi
alla
roccia o se è questa
che
In un suo modo silente
nutre
la pianta)
i
ricordi m'insorgono di colpo
come
amici che passano
cosi
di vento di corsa
da
apparire quasi minacciosi
4.
The hermit’s card
Living
as I do
(like
a hardened plant
clinging
so
that the distracted traveler
hardly
can tell
it
the plant is giving its sap
to
the stone or it the stone
in
its own silent way
is
nourishing it)
the
memorìes suddenly leap out
líkefriends
passing
so
much like the wind rushing
to
appear almost threatening.
Translations
by Graziella Sidoli
5.
Ripensando una città
A
Napoli la luce solamente
è
divina; perché:
le
chiese sono chiuse
le
piante, assenti
le
pietre, morte
le
donne, pallide
(ma
belle d'una gualcita
e
corrugata bellezza)
gli
uomini, lontani oscuramente
(e
per questo li sento tutti amici).
6.
Rethinking a city
In
Naples the.light only
is
divine, because:
the
churches are closed
the
trees, missing
the
stones, dead
the
women, pale
(but
beautitul, of a weary
and
frowning beauty)
the
men, darkly distant
(and
so I feel they are all triends).
Translations
by Graziella Sidoli
7.
Velamento
La
neve è alle porte di Roma:
su
queste
presepiali
colline lo scialle
levissimo
serve
solo a contrario: a ricordare
che
la vita sottesa può essere
ancora
e sempre ardente.
8.
Veiling
The
snow is at Rome’s ancient gates:
upon
these
crèche-like
hills the shawl
so
very sheer
has
a reverse purpose: to recall
the
life beneath that can be
now
and always ablaze.
Translations
by Graziella Sidoli
9.
E poi
Vi
sono poi momenti intervallati -
quando
Il silenzio è profondato
lungo
l'arco di ore addensato
dolce-cuscino-velluto,
oscurato:
sotto
un Istante. improvviso
tutta
la casa si scuote
col
brivido leggero
d'un
uccello che scrolla la pioggia.
10.
And then
And
then there. are moments paused -
when
silance is deeponed
along
the arch of hours thickened
sweet-cushion-volvet,
and darkened:
beneath
a sudden instant
the
entire house quakes
with
the slight quivering
of
a bird shaking oft the rain.
Translations
by Graziella Sidoli
11.
Vento d’estate
Vibrano,
piccole
foglie in pizzo in pizzo
(ogni
una è la coda del suo ramo).
Somigliano
ad uccelli-colibrì
follemente
arrovesciati
in
una capriola a becco in giù.
12.
Summer wind
Vibrating,
brisk
little leaves right on the brink
(each
is the tail of Its branch).
Looking
like hummingbirds
topsy-turvy
and mad
doing
a somersault beak down.
Translations
by Graziella Sidoli
13.
Il velo della poesia
Quale
è la maggiore blasfemia,
il
frutto più marcito e rosseggiante
dell'ambizione
poetante?
La
febbre di vita mentale -
la
disperata e forse necessaria
negazione
dell'esistenza diaria.
Eroica
ed erronea utopia,
come
un velo di garza che taglia
in
due parti la stanza di ospedale.
14.
El velo de la poesia
Cuál
es la mayor blasfemia,
el
fruto más marchito y rojeante
de
la ambiciòn poetizzante?
La
fiebre de la vida mental -
la
desesperada y quizás necesaria
negaciòn
de la existencia diaria.
Heroica
y errònea utopía,
como
un velo de gaza que corta
en
dos partes el cuarto de hospital.
Translations
by Graziella Sidoli
15.
Poetry's veil
Which
is the greatest blasphemy,
the
most shameful and foul fruition
of
the poet's ambition?
The
feverish life of the mind -
the
perhaps necessary yet despairing
refutation
of everyday living.
Heroic
and heretic utopia
as
the gauze veil that separates,
cutting
in two the hospital room.
Translations
by Graziella Sidoli
16.
Memoria
Nome
di
malattia mortale. ogni atto
ogni
gesto ogni sforzo di ricordo
bruciano,
anche se piccola, una zona
nel
cerebral sipario.
S'apre
un foro frangiato nell'orlo
brunorossastro
come un cartiglio
che
si arriccioli dentro un focolare.
Il
ricordante
contempla
il suo proprio inebetirsi.
17.
Memoria
Nombre
de
enfermedad mortal. Cada acto
cada
ademán cada esfuerzo de recuerdo
quema,
aunque mínima, una zona
del
cerebral teòn.
Se
abre una hendidura franjeada
en
su borde negrorojizo como un pergamino
que
se enrice en una chimenea.
El
memorioso
contempla
su entorpecimiento.
Translations
by Graziella Sidoli
18.
Memoria
Name
of
a fatal illness. Each gesture
each
action and effort to remember
scorches
an area, even if minute,
of
the cerebral screen.
A
flaming perforation spreads
on
the purple-red edges like paper
curling
inside a fireplace.
The
rememberer
watches
his own stupor.
Translations
by Graziella Sidoli
19.
Dopo le tempeste di neve, I
La forma sulla quale
(troppo
tardi l'hai vista)
guidi
la
tua automobile pressata --
appuntamento
ansioso d'arido e onesto amore
per i libri
del piacere/dovere --
e' un blocco
oblungo di neve
sporca
e compatta
o il cadavere
decapitato di un picciolo animale?
La tristezza
non nasce
da codesta confusione
ma dalla
realizzazione
che qui
la differenza non importa.
Resta la
speranziella
che se
il corpo fosse stato umano
ti saresti
fermato con stridore,
se-non-altro
perche' sarebbe stato --
nel viaggio
che dall'uno all'altro punto
ti trascina
sulla faccia
della vita --
un ostacolo
vero anche se confondibile
come uno
di quei sacchi
gonfi-disgonfi
di plastica
grigiastra
ripieni
di lattine e di bottigliette
e di altri
sacchetti plasticati
che certe
volte sfuggono alla presa
di certi
vagabondi occhi-vacui
(per prudenza
di sofferenza),
e restano
li', derivati
e bistorti,
sul manto scivoloso dell'autostrada.
20.
Dopo le tempeste di neve, II
(Sonetto)
Come saltella l'oro sulla neve!
Due foglie
secche non ancora morte
sopra il
bianco si agitan contorte
al termine
d'una tempesta breve.
Un aforisma antico e' rovesciato --
qui l'oro
da' il senso del frastuono
mentre
la neveluna non ha suono:
la neve
come argento traboccato.
Dunque argento e' silenzio mentre l'oro
e' chiasso
di parola?O ambo i metalli
risuonano
il silenzio a modo loro?
Ogni cosa preziosa e' silenziaria
nei pieni
e vuoti, nei bianchi e nei gialli --
e neve
e foglie son cangiate in aria.
21.
The Lake House
Codesta casa piccola di legno
che
cautamente
cresce e poi decresce --
e' una
capanna di strega
su palafitte
che possono
affondare
con il
preavviso di un istante?
Lo e',
quando il mio cuore e' spaventato.
E' una
capanna-stalla
nello stile
di Greccio?
Lo e',
negli interspazi
quando
il cuore e' leggero.
E'
la macchina suppliziante --
con il
legno che scricchiola e che suda,
il
tampicciare
dei chiodi,
l'intrigamento
delle corde,
lo
strappamento
e stiramento delle membra
costrette
grottescamente
al gesto
dell'abbraccio?
Lo e',
quando il mio cuore e' lacerato.