Alice
e l'orologio
Dediche
per i vivi e i morti
Alice
e l'orologio
1.
Gli occhi
di quieta follia.
E le mani
dipinte.
E l'arsura
che non concede calma alla mente assediata
mentre i tuoi
castelli bruciavano e la tua anima vuota gettava fiamme
e io perdevo
tempo a costruire sabbie
torri che
reggessero il controllo.
2.
Lunghi sipari
rossi
a ferire lo
stormo. Il lungo intralcio delle strade.
La collina
dalle lunghe gambe.
Il tempo segnato
il tempo di Alice
lo sguardo
del coniglio matto.
3.
Il coniglio
annusa i rifugi.
La grande
calma del mare è requie per la sua fronte.
4.
Alice perla
smisurata conficcata nella terra
isola dalle
molte ombre
giaci col
pensiero dei morti
cucito
addosso,
bianca
scogliera
ferma nel
cielo aguzzo, precipitato.
5.
Non le giunse
il tempo
ma sentì
vicino
il respiro
del Dio
acqua che
ha spazzato l’argine.
Si sentì
pronta a
risvegliarsi
a toccare
la dolcezza di un corpo
preparato
per lei,
corpo conficcato
nella durezza
di una terra
straniera.
Senza eco,
voce,
o luce che
mi sfiori il volto
lume accecante
di primavera.
Camminò
per la prima volta
in un giardino
solcato da
profondi fiumi
dove arrivava
per misura
ingrata
delle cose,
un grido
grido che
la risolse
l’accese oltre
i fasti del tempo
bocca che
non ha parlato,
demone sfigurato
dall’arrivo
della notte.
6.
Non spieghi
la dolcezza
dell’autunno
che ti accarezza
il corpo
e non cammini
nella stagione
spiga forte
dell’oceano
cristallo
piegato dalla
pioggia
satura di bambini,
in groppa
a un cavallo
d’argento
spargono canto
nell’aria
ammansiscono,
la grande
gioia dell’acqua
forte scorrere
d’ubbidienza
nel cielo
parso strappato
cieco.
7.
Se c’è
qualcosa che torna
nascosta tra
la nostalgia del ricordo
e un ramo
che non ha confini
io sono qui
nelle cose
che non hanno
abitudini di luce
o memoria
che frastorna,
si cuce proibita
sul sacco della testa
brucia nel
cuore dei giorni
e ha paura
che Alice
si vanti
improvvisa
della mia follia.
Dediche
per i vivi e i morti
per Amelia
Rosselli
1.
Andata via
col moto cosciente delle ombre
soffiata via
in un'ipotesi a lei più vicina
fu trovata
in un parco
smarrita tra
i sassi di un male lontano
idiozia nascosta
nelle sue ossa
casa costruita
per un occhio colpevole
2.
Il vasto dominio
è ombra
che uccide
il nome del
padre
l'oscuro mentore
che decide
la mia sorte
se n'è
andato
mimose coscienti
hanno inebriato il suo spirito
lenti cardini
su cui gira il pensiero
diviso da
un'origine che guarda lontano
forse una
dimensione irrisa bruciata.
3.
Andremo lontano
in questa
luce notturna
occhio accanto
all'occhio
mano poggiata
sulla neve bruciata esausti
nell'orlo di
buio che ondeggia sconosciuti,
strappati
a questa quiete
ritti sul
davanzale
con la tristezza
nelle labbra
Solitudine
scavata che è adesso liturgia nascosta
fra le
piastrelle
del pavimento
estate
traboccata
in frantumi, firmamento cieco
attento a
corteggiare la bellezza
di un
demone,
anche lui
tranquillo sicuro di appartenere al secolo soffiato via.
4.
Adolfo
senti il
frusciare
degli alberi attorno al tuo corpo
il fratello
è morto avvolto in bellezza di quiete
bellezza che
ha fruttato spine lontano dalla casa:
la tua residenza
è memoria dei ciechi
che si divertono
a visitarla
violare le
sue pietre esposte con cura all'educazione del silenzio.
E' lì
che ti sento con maggiore attenzione
quando imbruna
e la notte colpevole
getta grida
sulle antenne di un grillo
allora il
tuo mito mi è vicino stretto alla tua esistenza
per Amelia
Rosselli
5.
Inevitabile
tanta misura di ardore.
Tanta consumata
ammirazione, nel porgermi il piatto
dove in silenzio
annotta l'ape
e il geco.
Il tramonto
misurato la tua bellezza innocua
a Pasolini
6.
Eri triste
un giorno.
Un giorno
che la tua
bellezza attraversò la notte.
La notte
tagliata
a bagliori sottili,
prima che
la luna fosse rinchiusa,
serrata nel
pozzo che dimentica
7.
Conducimi
per vie oscure,
l'albero del
senso
ha grappoli
maturi rami di vendetta
8.
Bianco è
il silenzio
e le molte
fauci
che dormono
un sonno di cristallo
e le molte
erbe
in fuga dalla
terra bendata
regina di
una scacchiera nascosta
9.
Far fuggire
colombe nella
primavera
perché
dolce è la malattia del cuore oscuro è il senso
a Mimmo
10.
La lenta
progenie
del bosco
guarda fiorire
alberi sulle tue mani
l'impazienza
che visita la voce
la tua voce
che è
sguardo di mare passo di riva
a Paola
11.
Adesso prendi
un ramo
al di là
della tua stanza
ramo di forza
ramo che
accatasta
premi
giunchi liberati
da un male sottile
dormi
se è
per la tua bellezza che apre
varchi
che
ti aiuta
a muoverti
nell’estate
libera
estate
fitta
di spine.