VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Michele Ferrara degli Uberti

   
Alice e l'orologio
Dediche per i vivi e i morti


Alice e l'orologio

1. 
Gli occhi di quieta follia.
E le mani dipinte.
E l'arsura che non concede calma alla mente assediata
mentre i tuoi castelli bruciavano e la tua anima vuota gettava fiamme
e io perdevo tempo a costruire sabbie
torri che reggessero il controllo.

2.
Lunghi sipari rossi
a ferire lo stormo. Il lungo intralcio delle strade.
La collina dalle lunghe gambe.

Il tempo segnato il tempo di Alice
lo sguardo del coniglio matto.

3.
Il coniglio annusa i rifugi.
La grande calma del mare è requie per la sua fronte.

4.
Alice perla smisurata conficcata nella terra
isola dalle molte ombre
giaci col pensiero dei morti
cucito addosso, 
bianca scogliera 
ferma nel cielo aguzzo, precipitato.

5.
Non le giunse il tempo
ma sentì vicino
il respiro del Dio
acqua che ha spazzato l’argine.

Si sentì
pronta a risvegliarsi
a toccare la dolcezza di un corpo
preparato per lei,
corpo conficcato nella durezza
di una terra straniera.

Senza eco, voce,
o luce che mi sfiori il volto
lume accecante
di primavera.

Camminò per la prima volta
in un giardino
solcato da profondi fiumi
dove arrivava
per misura ingrata
delle cose, un grido
grido che la risolse
l’accese oltre i fasti del tempo
bocca che non ha parlato,
demone sfigurato
dall’arrivo della notte.

6.
Non spieghi
la dolcezza dell’autunno
che ti accarezza il corpo
e non cammini nella stagione
spiga forte dell’oceano
cristallo piegato dalla
pioggia

satura di bambini,
in groppa a un cavallo
d’argento
spargono canto nell’aria
ammansiscono,
la grande gioia dell’acqua
forte scorrere
d’ubbidienza
nel cielo parso strappato
cieco.

7.
Se c’è qualcosa che torna
nascosta tra la nostalgia del ricordo
e un ramo che non ha confini

io sono qui
nelle cose
che non hanno abitudini di luce
o memoria che frastorna,
si cuce proibita sul sacco della testa
brucia nel cuore dei giorni
e ha paura che Alice
si vanti improvvisa della mia follia.
 

Dediche per i vivi e i morti
per Amelia Rosselli

1.
Andata via col moto cosciente delle ombre
soffiata via in un'ipotesi a lei più vicina

fu trovata in un parco
smarrita tra i sassi di un male lontano
idiozia nascosta nelle sue ossa
casa costruita per un occhio colpevole

2.
Il vasto dominio
è ombra che uccide
il nome del padre
l'oscuro mentore
che decide la mia sorte
se n'è andato 

mimose coscienti hanno inebriato il suo spirito
lenti cardini su cui gira il pensiero
diviso da un'origine che guarda lontano
forse una dimensione irrisa bruciata.

3.
Andremo lontano
in questa luce notturna
occhio accanto all'occhio
mano poggiata sulla neve bruciata esausti

nell'orlo di buio che ondeggia sconosciuti,
strappati a questa quiete
ritti sul davanzale
con la tristezza
nelle labbra

Solitudine scavata che è adesso liturgia nascosta
fra le piastrelle del pavimento
estate traboccata in frantumi, firmamento cieco
attento a corteggiare la bellezza
di un demone, 
anche lui tranquillo sicuro di appartenere al secolo soffiato via.

4.
Adolfo
senti il frusciare degli alberi attorno al tuo corpo
il fratello è morto avvolto in bellezza di quiete
bellezza che ha fruttato spine lontano dalla casa:
la tua residenza è memoria dei ciechi
che si divertono a visitarla
violare le sue pietre esposte con cura all'educazione del silenzio.
E' lì che ti sento con maggiore attenzione
quando imbruna e la notte colpevole
getta grida sulle antenne di un grillo
allora il tuo mito mi è vicino stretto alla tua esistenza

per Amelia Rosselli

5.
Inevitabile tanta misura di ardore.
Tanta consumata ammirazione, nel porgermi il piatto
dove in silenzio
annotta l'ape e il geco.
Il tramonto misurato la tua bellezza innocua

a Pasolini

6.
Eri triste un giorno.
Un giorno
che la tua bellezza attraversò la notte.
La notte tagliata a bagliori sottili, 
prima che la luna fosse rinchiusa,
serrata nel pozzo che dimentica

7.
Conducimi per vie oscure,
l'albero del senso
ha grappoli maturi rami di vendetta

8.
Bianco è il silenzio
e le molte fauci
che dormono un sonno di cristallo
e le molte erbe
in fuga dalla terra bendata
regina di una scacchiera nascosta

9.
Far fuggire
colombe nella primavera
perché dolce è la malattia del cuore oscuro è il senso

a Mimmo

10.
La lenta progenie del bosco
guarda fiorire alberi sulle tue mani
l'impazienza che visita la voce
la tua voce
che è sguardo di mare passo di riva

a Paola

11.
Adesso prendi un ramo
al di là della tua stanza
ramo di forza
ramo che accatasta premi

giunchi liberati da un male sottile

dormi se è per la tua bellezza che apre
varchi
che ti aiuta a muoverti
nell’estate libera
estate fitta di spine.


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