VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Roberto Stradiotto

   

 

1. La chiamata, la mia. La luce
 
La chiamata, la mia. La luce
dello specchio, un'occhiata appena.
La sigaretta (veramente
non fumo ma fa parte della scena).
Azione! si gira

 
2. C'era stato, in verità, un lungo

C'era stato, in verità, un lungo
apprendistato. Poco tempo
era trascorso perché fosse
chiaro: non la pronuncia, l'emissione
del fiato, non questo erail problema.
Altra nebbia, altra censura
doveva sgomberare prima
d'essere di se stessa oggetto
la parola”

 
3. Un fortilizio d'argilla, nulla più
 
Un fortilizio d'argilla, nulla più,
si sarebbe manifestato
per quelle sue porosità
nei fondamenti, per la resa
troppo facile al nemico, anche
a quello (forse proprio a quello)
immaginario. Sembra fosse 
tutto previsto, così dicono;
ma la recita non ammette
premeditazione, il calcolo
non deve trasparire. Qui si gioca
l'abilità dell'attore”

 
4. La sosta timida, il dubbio

La sosta timida, il dubbio,
effetto di miopia oculare
(su questo punterà il regista
la sua carta migliore), raccontava
la ricerca di un centro, una crocetta 
rossa da qualche parte che non era
nella mia testa.
Il risultato, causa d'encomio,
grande prova d'attore, agile
superamento del copione
altro non era che frutto d'errore”

 
5. Tra una ripresa e l'altra
 
Tra una ripresa e l'altra
ripasso paranoico della parte.
Ore adorne di vanità, di trucco
pesanti, menzognere. Ore di nulla
che s'infonda, s'intesta.
Inganno così me stesso e l'attesa
di un richiamo alla vita,
quando finalmente sul set fingendo
la vita sarà vera”

 
6. Prova dei costumi, ritocco
 
Prova dei costumi, ritocco
delle pieghe. Indosso il corredo
lucente intessuto di niente
per la recita breve, tempo
fermo di voce senza fiore
da frutto, senza mai radice”

 
7. La canzonetta sul tuo labbro
 
La canzonetta sul tuo labbro
sul paltò spinato la nebbia
sul lucido asfalto sui fari
smorti exeunte il pomeriggio
e il quartetto d'archi a scandire
lo iato, il quadrato sbrecciato
il conto sbagliato la prova
la riprova e la controprova
il metro senza misura e il pensiero
fuorviato e poi altro ad altro passato”

 
8. Luce sul centro della scena

Luce sul centro della scena;
cerco vie di fuga, riposo,
tra i generici e le comparse
fuori campo, il quadro sfuocato
nella parte che me a me stesso,
pietosa, renda inosservato”

 
9. Eccolo qui il vecchio saltimbanco

Eccolo qui il vecchio saltimbanco,
scolpiti in faccia i suoi cento copioni:
«Passano anche per te gli anni, amico ?».
Solo questo sai dirmi aruspice
caimano, retore assassino?
Dubitavi forse?dubitavo io?

E come pesa la mano sulla mia spalla,
l'occhio, pietoso fucile, puntato”

 
10. A cavallo; non discerno maschera
 
A cavallo; non discerno maschera
e nudità, opaca la voce
setacciata dall'oscurità.
Aspra spada dei fari, dei neon,
dei rifiuti; qui l'anima
mai preservata dal male
dalla luce del giorno, ancora muore.

Chi? chi dirige l'azione? chi
la compie? Non distinguo, non so,
la mente e l'attore, il canovaccio
e la destinazione


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