VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Pietro Spataro

   
Testi
 
 
 

Testi

I.
Sul famaggiore sgretoliamo

dal pianoforte al primo
patibolo in camice bianco
Sono teneri gli occhi
d’acquamarina ma
non è meno duro il sentire
come una lama fredda
il verdetto
Ci cattura la notte
nel preserale
e andiamo
con l’indesiderato
al posto della cometa

II.
Non c’è vocabolario
per sillabare questo tempo
né un fazzoletto di roccia
né un fiato di sereno
Conforta solo lo sguardo
al perimetro del dolore
nell’aria stanca
di polvere dei senza tutto
Spersi anche loro, vedi
per aver perduto il nome

III.
Ricurve le spalle
stanche al peso
disperando
stanno sull’antiprato
sole alla burrasca
a ricordare
gli anni
 
IV
Ineguali
suoni salgono
dal cortile
del mondo
e per te
è più prigione
questa quotidiana
stanza

V
Miracolati lembi di umanità
sfiorano l’inferno infermi
nel bianco purgatorio
di stanze uguali stese
Senza dio hanno
ombra di vita
e in quell’ombra, soli
scavano per la luce
in asma respirando
polvere non speranza

VI
Neanche le case hanno
la consueta consuetudine
al fioco battere delle sguardo
né le lingue stradali
o le curve di luce degli alberi
Pare a me straniero persino
l’intenso raggio meridiano
piovendo verticale sul mondo
come lancia di gelo

VII
Manca sempre qualcosa
in questa casa nuova
Manca qualcosa nell’odore
che abita le stanze
dentro i piatti, nel bordo
dei bicchieri
Nemmeno un alito c’è
né un fioco incontro di parole
Solo il tramestìo di un cielo
senza frasi

VIII
A volte sul pendio del giorno
credo senza esitare di averti
percorsa da sempre. Sei come
una casa, un paese, una via
vissuta perennemente
senza andar mai via, sei mia
come quest’abito, come la pelle
come l’aria che porta sera
 
IX
Scogliera come muraglia
schiuma ancora
sull’infido orizzonte
mormorando
Vela come assenza
infilza al soffio
la spina presente
martoriando
Oltre la linea
irrompi sull’occhio
all’angolo
echeggiando

X
Sono quel che sono stato
un filo tra oggi e ieri
Sarò quel che ero
e quel che sono
come una corda tra un nodo
e l’altro successivo
In mezzo l’affanno
dell’intessuto


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