Pomeriggio
con pasta e piselli
Primavera
improbabile
Pomeriggio
con pasta e piselli
Pomeriggio
di fine inverno
di fine
millennio h.14.10
tu hai
detto: "Ho cucinato pasta e piselli"
io, sospeso
tra l'immobile giardino del convento
i monaci da secoli non sono più in attesa della
morte -
e il vicolo plebeo divertito con smorfie volgari,
nell'ora che la microborghesia
appronta il desco nella tana rituale
e imita gioiosità da spot naturalmente
è l'invidia che mi fa parlare -
mastico
impensierito un po' di vita
e mi ricordo
che hai detto:
"Ho cucinato
pasta e piselli".
E intanto il cielo cade a pezzi nel giardino
perché nella mia mente si dilata con una luce sorda
l'idea
che MAI NEVER JAMAIS NUNCA NIEMALS
NUMQUAM etc.
potrò mangiare la tua pasta e piselli:
è l'impossibilità del razionale.
Certo che
posso con qualche chance sperare
in una
vita sconvolta dai miliardi di una lotteria
in una vita nova in altri continenti
(c'è un'industria si sa specializzata in sparizioni e
riciclaggi esistenziali)
in una vita dalle mille avventure d'amore e di morte
certo, ma non potrò mai mangiare la tua pasta e
piselli
- e intanto
il cielo continua a cadere -
è un'impossibilità metafisica
non sempre
si può destrutturare il reale
(l'identità
io = un altro, mio buon Arthur,
è
valida solo negli stati allucinatori)
per trasformarla in possibile bisognerebbe cancellare
forse innumeri forme di vita
cancellare
un paese
( III Guerra
Mondiale in versione locale?
minicatastrofe
nucleare?)
e immaginare
due sopravvissuti: io e te
compreso,
beninteso, il necessario
per la
pasta e piselli.
Primavera improbabile
Chiaro fu
il vaticinio dell'uomo delle nuvole:
" ...ritornerà
la neve sopra i monti..."
l'inverno
ha le sue deroghe
e conseguenzialmente
ci si raggela il cuore
(anche
se dal graffito di Parco Mascagni
giunge
un grido:
SARAI IL
SENSO DELLA MIA VITA) ché, pur volendo, non c'è
più
tempo
d'essere
ballerini di un musical
scioccamente
felici - ahi! singing in the rain...
Le rondini
di carta qualcuno le ha spazzate
(è
lo stesso che elettrificò le campane)
e per l'andirivieni
di stagioni
la querula: "Il guardaroba soffre
dei tanti
pentimenti
e ci si
ammala
(sì,
soprattutto di malinconia)
viene l'infreddatura
(ma no,
ci si raggela il cuore)
la febbre..."
quale febbre?
non c'è febbre di vita:
siamo morti
e nessuno se n'è accorto
siamo morti
l'inverno che è passato
no, l'altro
inverno
no, l'altro
ancora
chissà,
ma non importa
per quel
che mi riguarda, fiamma o gelo
sei tu
che me li porti
tu
che dire? angelo dea madonna
una signora
di tanti anni
fa:
sei diventata
la mia superstizione.
Tra poco
si rinasce non è certo
primavera
improbabile
e se pure
fosse?
si può
rinascere con una pena tanto grande in petto che è già un
morire.