Temporale d’estate a
Terracina
Il
colore della
vita II
Come
in un quadro
Il
tempo dell’amore
Il
lustrascarpe
Presepe
di mare
Pan
per focaccia
Temporale
d’estate a Terracina
Un che di folle nell’estate.
Quel boato
che improvviso ti
leva al sole,
rimbomba e ti
sfolla
e tu di
corsa, prendi gli asciugamani
e scappi…
e palette
piantate nella riva,
e castelli
decorati a mezzo e
sfatti.
E’ vero. C’è follia
nello stare
in piedi a riva
ché la
sabbia ti manca
alla prim’onda
e t’ingoia
e t’ingloba
nel contesto
se a
spostarti più in
là tu non sei lesto.
Temporale d’estate
e in un
secondo
più
nessuno ad intaccare
quella spiaggia.
Solo io a cogliere quel raggio,
io soltanto
ad intercettare un
varco…
Il patino ritorna dal suo giro
d’acqua
e acqua a
rallentarne la corsa.
Con me coraggio infantile od incoscienza
di calciare
un pallone sulla
sabbia.
Il
colore della vita II
I
Ho camminato
la città
senza te,
occhi curiosi:
tutto in
bianco e nero.
Non Bobo con
Cocco e Balù
né
streghe e fatine per
la strada.
II
Ho camminato
la città
senza te,
ed i negozi
non vetri
colorati
ma specchio
della mia solitudine.
III
La
città ho camminato
senza i tuoi
occhi
a guizzo di
pensieri
mille a mille,
ciglia tese a
caccia di sorprese.
IV
Tenero
germoglio,
il colore
della vita
al mio
ritorno.
Come
in un quadro
(quadro
di donna)
La luce riverbera sul volto
tenui
riflessi che i lineamenti
tingono
e la mia
pelle di Gioconda
avvolgono.
- Come in un quadro - mi dici,
e tu a
dipingerlo:
con dolci
tocchi
alla scena
aggiungi Amore;
tocchi lievi
per riportare
al reale
l’immagine
mentale.
Infine cornice vi poni:
io quadro
della mente cuore,
tu mio
Pittore!
Il
tempo dell’amore
Non d’orologio il tempo dell’Amore.
Ritmi altri,
altri battiti.
Non conosce
acciaio cuor che
pulsa:
in dolci nodi
ho i capelli avvolti
per
ricordarmi i nostri appuntamenti
e sulla pelle
tatuati ho i giorni.
Non di calendario
il palpitante
tempo che viviamo:
tempo nel
tempo, tempo di <<
ti amo >>.
I giorni non
son tali,
non tali i
luoghi.
Che età ho?
In che tempo?
Nata con te
di te mi
nutro,
muoio in tua
assenza.
Auree le ore
con te al mio
fianco;
sospeso tempo
del nostro
incanto!
E’ freddo o
caldo?
Estate o
inverno? E giorno o
notte?
Zufola zefiro o spira tramontana
a sussurrarmi
nelle orecchie
il nome?
Ogni rumore
assorbe
respir d’amore
e attutisce e
ovatta
l’inceder
d’ore…
Quante dal
nostro incontro? E
l’anno?
Resta! Arresta il battito
a rendere
eterno
questo nostro
tempo!
Il
lustrascarpe
Addis Abeba,
maggio 2001
Prestami i tuoi occhi
e dimmi del
lustrascarpe:
una manciata
d’anni,
secchiello
nella destra
e nell’altra
una spazzola
con vernice
nero-fame.
Tu, scarpe senza lacci
scarpe
allacci e lustri agli
altri
… anche se
piove.
Ma altro che
carità:
tu a farcela.
Quanta
dignità
nella tua
povertà d’ebano!
Presepe
di mare
A varco sull’acqua
s’aprono gli
scogli;
in lontananza
quella barca
scorre
e col rosso
si fonde
finchè
arrossa e
all‘orizzonte
s’affossa.
Rapita mi volgo:
è
già notte.
Trionfo di
coppiette.
Pan
per focaccia
Invito a cena:
furbo pretesto
per chi a
tirarti
scherzo
s’appresta.
Brodo in liquore
tavola in
festa
ma l’invitato
digiuno resta!
Pan per focaccia
l’invito a
pranzo:
fresco il
pesce
naviga trito.
E’ il recipiente
troppo alto e
stretto
per chi ha un
musetto
al posto del
becco…
Leccando il vetro,
lo Scaltro
s’aspetti
d’esser da
esempio
a chi ha per
denti
un lungo
becco!